lunedì 30 luglio 2007

Bacio Gay al Colosseo

Gianni Vattimo dà il suo parere sulla vicenda dei due gay fermati vicino al Colosseo (uno dei due di Lecce, F.M.). Concordo su tutto quello che dice anche se non penso che i carabienieri siano omofobi come categoria. Almeno non più del resto della società.



VATTIMO: ACCANIMENTO SUI GAY, MA IO NON BACIO IN PUBBLICO

il Corriere della Sera
Alessandro Trovino
«Io in pubblico non ho mai baciato nessuno. Però c'è dell'accanimento nell'andare a stanare le coppie con la torcia». Gianni Vattimo non è di quelli che si nascondono. Già maoista, poi diessino e comunista italiano, ha liquidato la sinistra come «una porcata» e D'Alema come un politico «da rottamare». Attivista di Azione cattolica, nel tempo ha maturato una decisa propensione a bistrattare tutto quello che odora di incenso e clero. Cresciuto eterosessuale, ha fatto il suo outing pubblico nel '76 con il Fuori di Angelo Pezzana. Qualche anno fa ha serenamente dichiarato di avere una relazione con un ventenne cubista, nel senso della discoteca. «Battitore libero del pensiero», Vattimo ha il dono dell'anticonformismo e della sincerità, talvolta ai limiti del brutale. È uno, per dire, che si autodefinisce «frocio» e non omosessuale. E per il quale «non basta essere gay per essere intelligenti».

E dunque, professore, ha visto? Gay che si baciano e carabinieri che li portano via come delinquenti. La solita Italia omofoba?

«Le versioni contrastano. Si parla di bacio o di altro. A me è venuto in mente Clinton: lui sosteneva che il sesso orale non è vero sesso».

Lei crede ai ragazzi o ai carabinieri?
«È tutto molto ambiguo. Certo, se tra i due giovani era in corso un rapporto orale in mezzo alla strada, forse non va proprio bene».

Però?
«C'è qualcosa che non quadra. Le cronache dicono che sono stati illuminati dai fari. Quindi erano al buio, non visibili».

Al buio tutto è lecito?
«Non si può ovviamente rivendicare il diritto di fare sesso sulla pubblica via, ma il concetto di osceno prevede che qualcuno guardi o possa guardare».

E non è il caso?
«Mi pare che ci sia dell'accanimento nell'andare a stanare la gente con le pile. Che male c'è a stoccacciarsi un po' al buio? Sa quante cose si vedrebbero nelle camere da letto se si aprissero le finestre e si inquadrassero le persone con le torce?»

Però quei due erano in luogo pubblico.
«L'altro giorno sono passato da via Salaria. C'era una signorina, chinata, che offriva il suo sedere nudo ai passanti. Probabilmente lo fa tutte le sere assieme alle colleghe. E non mi pare che intervenga qualcuno. Il concetto di osceno va e viene».


Se fosse stata una coppia etero si sarebbe chiuso un occhio?
«Credo proprio di sì, c'è più indulgenza con gli etero. Detto questo, forse i due addolciscono la cosa e sono andati un po' oltre. Ma la reazione dei carabinieri mi pare eccessiva».

È il frutto di una cultura omofoba?
«Si sa qual è il modo di pensare delle forze dell'ordine. Basta andarsi a rileggere le cronache del G8 di Genova. E guardi che mio padre era un agente. In America sfilano i poliziotti gay. Se l'immagina da noi?».

Ha mai avuto problemi con le forze dell'ordine?
«Quarant'anni fa, a Torino, al parco del Valentino, noto luogo di dragaggio gay. Una sera ero in auto, era la prima volta e avevo un po' paura. Ho visto un ragazzino, credo un marchettaro, maltrattato dalla polizia. Ho sentito il dovere cristiano di soccorrerlo — guardi un po' dove si nasconde a volte il dovere cristiano — e sono intervenuto. Mi hanno identificato e mi hanno rimproverato: ma come, anche lei, professore... Però non stavo facendo nulla».

C'è ancora omofobia in Italia?
«La discriminazione si vede da tante cose. Io mi infurio sempre negli alberghi: non perché ami particolarmente il porno, ma nelle pay tv non ci sono mai film omosessuali. Al limite di lesbiche, per voyeur etero. È una discriminazione che grida vendetta. I gay non si devono vedere. E infatti neanche loro si mostrano».

Invece li si accusa spesso di esibizionismo.
«Non vedo gay che si baciano in pubblico da anni. Sanno che la società non lo consente. È una questione legata anche ai Dico: come non si accetta la istituzionalizzazione di un rapporto gay, così non si accetta la loro visibilità. Per questo c'è il Gay Pride, che io non amo anche per ragioni estetiche. Lì si fa dell'esibizionismo a fini di provocazione politica. Finché ci sarà un prete a scandalizzarsi avrà un senso».

Qualcuno torna a rivendicare il senso del pudore.
«Giusto, io preferisco una società dove non si vede tutto. Del resto non ho mai baciato in pubblico nessuno. Neanche quando credevo di essere eterosessuale ».

Ci sarà oggi al bacio collettivo di protesta?
«Sono all'estero. E comunque dovrei trovare qualcuno che voglia baciarmi».

Il «kiss in» sarà al Colosseo. Giovanardi dice che è scandaloso che accada dove c'è la via Crucis e dove c'erano i martiri cristiani.
«Giovanardi vince il premio Nobel per la trombonaggine. Al Colosseo si fa da sempre, ci andai anch'io molti anni fa, non feci nulla perché mi mancava la materia prima. Temo che vicino a quelle mura si praticasse sesso selvaggio anche allora, al tempo dei martiri».

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