sabato 26 aprile 2008

Travaglio al V2-Day di Grillo

Eugenia Roccella

"Deputata del PDL grazie a me e alla RU486. Certo, perché senza la RU486 e le polemiche sulla "sperimentazione" torinese, tra ispezioni ministeriali e inchieste della magistratura, ben difficilmente Eugenia Roccella avrebbe potuto aspirare al ruolo di portavoce del "family day". Invece, abusando delle miserie del giornalismo scientifico italiano, è diventata l'alfiere contro la RU486 dalle colonne dell'Avvenire, del Foglio e del Giornale, con l'entusiasmo del neofita che pensa di aver scoperto il gran complotto mondiale.

Da ex radicale (molto ex) a icona del movimento anti-abortista italiano, da post-femminista a militante "pro-life", Eugenia Roccella ha gradualmente assimilato tutti i capisaldi cattolici su famiglia, sessualità e contraccezione, senza se e senza ma. La sua fortunata carriera politica comincia con il libro scritto a quattro mani con Assuntina Morresi, militante cattolica antiabortista, dall'emblematico titolo "La favola dell'aborto facile. Miti e realtà della pillola RU486", che ha fatto da supporto a decine di articoli su l'Avvenire, il Foglio e il Giornale tutti tesi ad alimentare un certo sospetto attorno alla RU486 in due mondi, quello dei media e quello dei politici, strettamente interdipendenti, notoriamente superficiali e, soprattutto, pigri.[..]"
(Silvio Viale)

l'articolo completo qui

Casotti chiusi

Aldo Busi viene tirato in ballo (per perifrasi) in un articolo de La Stampa su una vicenda di cronaca torinese (vedi qui). Questa la sua versione della vicenda pubblicata da Dagospia.



Aldo Busi
Bisogna rifare la Liberazione. Della chiusura della sauna Antares di Torino non c’ho capito niente, anche perché non riesco a mettere insieme sessualità e prostituzione nelle saune gay e no quale motivo per chiuderle, perché allora dovrebbero chiuderle tutte.

Il proprietario in un’intervista alla Stampa (che ripristina il paleotermine “vizietto” e che pertanto si eviterà di comprare per almeno un anno) elenca per perifrasi i clienti vip, c’è anche “lo scrittore gay, super noto, molto provocatore”, quindi non posso essere io, visto che io sono scrittore e basta, che ci sia stato o no sono affari miei (escludendo che io possa mai dare soldi in cambio di sesso, giuro che nemmeno ne prendo).

Segnale inquietante, è cominciata la caccia: cominciano dagli streghi, finiscono con le streghe. Episodio infelice che getta disonore sulla polizia locale e sull’intera città di Torino, che patisce ben altre priorità criminali rispetto a una sparuta confraternita di vecchi col portafoglio in mano e giovani dalle mani bucate, però, come si suol dire, saranno pure culi e cazzi loro. E viene in mente la recente dichiarazione di Berlusconi. “A certi magistrati andrebbe fatta la perizia psichiatrica”, anche se quelli che intende lui non sono quelli che intendo io. E baci.
(Dagospia)

Ma a Torino non hanno di meglio da fare che guardare dal buco della serratura?

Senza Parole

Jena

Non se ne può più di questi immigrati clandestini: ci rubano il lavoro, ci stuprano le donne, spacciano droga e manco sanno nuotare.
(La Stampa)

venerdì 25 aprile 2008

Cattolici e pena di morte

Curate da Francesco D’Alpa, responsabile dell’Osservatorio UAAR sui fenomeni religiosi (osservatorio@uaar.it), sono ora disponibili sul sito le Risposte alle domande più frequenti sull’atteggiamento della Chiesa cattolica nei confronti della pena di morte. Pubblicato, e liberamente scaricabile, anche Benedetto XVI e la pena di morte, capitolo tratto dall’imminente libro di D’Alpa “Il “sì” cattolico alla pena di morte” (Laikos 2008).

(UAAR)


Riporto alcune delle FAQ riprese da qui:

Giovanni Paolo II era contrario alla pena di morte?
Nei primi anni del suo pontificato, Giovanni Paolo II non dimostrò alcun interesse per la problematica della pena di morte, nonostante l’attualità del tema e le richieste di numerosi gruppi abolizionisti. Successivamente si è talora impegnato, a titolo personale, in senso abolizionista, senza peraltro definire ufficialmente questa posizione in alcun documento. La sua scelta era infatti assolutamente personale, incoerente con il pensiero cristiano e con la tradizione, e non impegnava il Magistero. In ogni caso, egli ha sempre attentamente precisato che non si può “uccidere l’innocente”, ma non ha mai sostenuto che non si possa “in assoluto” uccidere legittimamente.

Benedetto XVI è personalmente contrario alla pena di morte?
No. Nel 2004, ad esempio, prima di venire eletto papa, in un Memorandum per la conferenza episcopale degli Stati Uniti, occasionato dalla candidatura alle elezioni di politici cattolici che fanno campagna sistematica per l’aborto, aveva scritto: «Non tutte le questioni morali hanno lo stesso peso morale dell’aborto e dell’eutanasia. Per esempio, se un cattolico fosse in disaccordo col Santo Padre sull’applicazione della pena capitale o sulla decisione di fare una guerra, egli non sarebbe da considerarsi per questa ragione indegno di presentarsi a ricevere la santa comunione. Mentre la Chiesa esorta le autorità civili a perseguire la pace, non la guerra, e ad esercitare discrezione e misericordia nell’applicare una pena a criminali, può tuttavia essere consentito prendere le armi per respingere un aggressore, o fare ricorso alla pena capitale. Ci può essere una legittima diversità di opinione anche tra i cattolici sul fare la guerra e sull’applicare la pena di morte, non però in alcun modo riguardo all’aborto e all’eutanasia».

A quelli che l'America...



L'attore Wesley Snipes, protagonista della serie cinematografica "Blade", è stato condannato a tre anni di carcere da un giudice federale della Florida per evasione fiscale.Snipes, accusato di non avere pagato le tasse tra il 1999 e il 2004, è stato processato a Ocala (Florida). Tre anni era il massimo della pena prevista per i suoi reati. (La Repubblica)

Rileggere prego:"3 anni di carcere...per evasione fiscale".

Berlusconi direbbe che ci sono Comunisti dappertutto... anche in America...


Ah dimenticavo, da qualche settimana il nostro faro ideale non è l'America ma la Russia del caro amico Putin.

giovedì 24 aprile 2008

In Europa non ci stanno


DUBLINO - La compagnia irlandese low cost Ryanair presentera' ricorso alla Commissione europea contro il prestito ponte di 300 milioni che il governo italiano ha deciso di erogare ad Alitalia. Lo ha fatto sapere il direttore legale di Ryanair, Jim Callaghan, in una nota. "E' una beffa alla normativa Ue sugli aiuti di stato - si legge nella nota -. Sostenere un'aerolinea nazionale inefficiente che sarebbe dovuta finire in bancarotta tempo fa e' semplicemente illegale".
(Agr)

Tempo da Lupi

Pare che Silvio Berlusconi si accinga a nominare Maurizio Lupi, deputato forzista e alfiere di Comunione e Liberazione, quale ministro della Salute.

Sulla faccenda si vorrebbe evitare troppo clamore, nel timore che un’improvvisa levata di scudi dell’opinione pubblica possa bruciare la candidatura. Il ritratto di Lupi pubblicato ieri a pagina 9 del Corriere della Sera è colmo di elogi. Descrive un bravo ragazzo, intelligente, sportivo, cattolico praticante, ricco di amicizie bipartisan, per il quale sarebbe pronto “un ministero”. L’'articolo evita persino di dire quale, ma soprattutto si guarda bene dallo scrivere la parola-chiave che in queste ore, per non compromettere l’operazione, nessuno deve pronunciare: aborto. La straordinaria abilità nella dissimulazione, tipica delle gerarchie ecclesiastiche, sembra aver fatto scuola nel giornalismo italiano.Eppure è facile prevedere le conseguenze.

Al momento opportuno, Lupi sarà il ministro della Salute incaricato di sferrare il mortale attacco alla legge 194 e alla facoltà, per le donne italiane, di interrompere una gravidanza indesiderata. Tutto lo lascia supporre. Tutto è pronto. Basta una firma in calce alla nomina. Va invece detto che Maurizio Lupi non è affatto un cattolico liberale (di quella tradizione, per intenderci, che ha fatto il Risorgimento) e neppure un esponente del cattolicesimo democratico, la cui massima espressione è stata la Democrazia cristiana. Questo partito, con tutti i suoi difetti, era infatti geloso della propria autonomia. I democristiani di un tempo, se tacciati di clericalismo, si offendevano. In questo senso, erano molto più “laici” della grande maggioranza della classe politica attuale. Prova ne sia che, proprio in aperta contestazione della Dc (rea di avere consentito, durante la sua egemonia politica, la secolarizzazione della società italiana) nacque il movimento di Comunione e liberazione.Lupi è questo cattolico di tipo nuovo.

Contrariamente ai vecchi democristiani, egli è “antropologicamente” sprovvisto di senso dello Stato. E’ tenuto al vincolo dell’obbedienza e può essere considerato – al pari, sul versante opposto, di Paola Binetti - un emissario diretto delle gerarchie vaticane all’interno delle istituzioni. Rivedremo dunque il copione della legge 40? Se Lupi sarà ministro, sicuramente sì.Resta un interrogativo: Silvio Berlusconi si lascerà trascinare in questa crociata sull’aborto? Se ha fiuto politico, si accorgerà per tempo che non gli conviene affatto. Il suo elettorato femminile potrebbe di colpo voltargli le spalle. Anche la borghesia delle professioni potrebbe reagire con un moto di sdegno. Qualcuno arriverebbe a rinfacciargli le dolorose ammissioni pubbliche di sua moglie. In questo contesto, non sarebbero solo le femministe arrabbiate a manifestare, ma quei ceti medi liberali che rappresentano la base di massa di Forza Italia. Berlusconi intende davvero sollevare questo vespaio?Un’alternativa a portata di mano c’è.

Stefania Prestigiacomo è una donna e madre emancipata, bella e intelligente. Si è fatta apprezzare alle Pari opportunità e merita un avanzamento di ruolo. Assai più di Lupi, può incarnare l’immagine di un’Italia che ha bisogno di modernità per ”rialzarsi” e crescere. Gli italiani hanno affrontato e risolto trent’anni fa la piaga dell’aborto illegale, quando le donne ricche abortivano all’estero e le povere nella clandestinità. Riaprendo questo capitolo, Silvio Berlusconi rischia davvero di fare un pessimo affare.

(L'Opinione)

mercoledì 23 aprile 2008

Dinosauri umani

MARIO TOZZI
Come stava la Terra ieri, nel giorno a lei dedicato? Non troppo bene, grazie, qualsiasi parametro si prenda in considerazione. Le foreste (attraverso le quali respiriamo) in continua riduzione, le emissioni inquinanti in continua crescita, la temperatura media dell’atmosfera che sale, i ghiacciai che fondono, 80 milioni di uomini e donne in più all’anno e 835 milioni che soffrono la fame, impennata dei prezzi dei cereali, siccità, petrolio alle stelle, rifiuti a montagne, estinzione di centinaia di specie al mese. Insomma un disastro, causato essenzialmente dalle attività produttive di una sola specie: non era mai accaduto prima.

La verità è che questo è un pianeta dimenticato, in cui si è definitivamente compiuta la separazione fra il contesto e una parte significativa (ma non primaria) dei suoi abitanti. Unica fra le specie viventi, quella umana ha tagliato il cordone ombelicale che l’aveva legata alla madre Terra almeno fino a diecimila anni fa, periodo delle prime trasformazioni epocali di cui siamo artefici, come apprendisti stregoni che non valutano le conseguenze dei propri gesti e che, anzi, pretendono di poter governare il mondo e gli altri viventi come se gli appartenessero. Ci illudiamo di costituire il vertice di una piramide che partendo dalle scimmie arriva inevitabilmente a noi, e solo in pochi si rendono conto che stiamo parlando di una storia che è fatta soprattutto di batteri e che dura, invece, da quattro miliardi e mezzo di anni, un tempo così profondo da non poter essere facilmente immaginato. È come se volessimo raccontare un libro lungo 4500 pagine a partire soltanto dalle ultime parole prima della fine. Se paragonassimo l’età della Terra a un metro da falegname, la storia anche più antica, la più sfavillante, degli uomini occuperebbe solo una frazione insignificante dell’ultimo millimetro. Eppure pretendiamo di indicare al fiume in che alveo scorrere, di spianare le montagne, unire i continenti e selezionare chi è degno di vivere per i nostri scopi e chi, invece, deve scomparire per sempre.

Quello che si autoreferenzia come l’animale più intelligente di tutti non mostra particolare attenzione verso la propria origine (e il proprio sostentamento) e non conserva nessuna memoria della sua storia. Ma siamo sicuri che sia il «nostro» pianeta a rischiare qualcosa? O non è piuttosto un disastro per noi quello che si annuncia? La Terra continuerà a fare il suo mestiere, che si impernia su equilibri perennemente mutevoli, su un complesso di gilde che interagiscono come se si trattasse di un organismo vivente. Sono gli uomini, semmai, che possono condannarsi a una vita infelice privandosi della straordinaria ricchezza ambientale e biologica del pianeta. Sono gli uomini che si illudono di poter forzare all’infinito una crescita economica ormai fisicamente e biologicamente impossibile, perché il pianeta lo hanno smesso di creare da un bel po’, ammesso che qualcuno lo abbia davvero creato.

Così ci troviamo a fronteggiare sfide di portata planetaria come se fossero di natura economica e non, come invece sono, di natura soprattutto fisica. Le risorse finiscono perché la Terra opera su tempi lunghissimi, senza curarsi se gli uomini hanno bisogno ora di petrolio o di suolo fertile. Ed è certo che il pianeta vedrà passare gli uomini come ha visto passare i dinosauri o le trilobiti senza scomporsi più di tanto. Quando si analizzano i limiti della Terra per indicarli come cornice o quando si parla di rientrare nell’alveo della storia naturale lo si fa per gli uomini, credendo possibile un nuovo umanesimo, a patto che non sia ancora antropocentrico, perché l’uomo non è più misura di tutte le cose e non dovrebbe coltivare la pericolosa illusione di sentirsi al centro di un universo di cui sa ancora meno di quanto conosca il pianeta che ha sotto i piedi.
(La Stampa)

Senza Vergogna


"Purtroppo ora dovrò rinunciare alle presidenza del Milan, credo che sia incompatibile (con la carica di premier, ndr)" (Silvio Berlusconi) [*]

Catholics for a Free Choice


Si chiamano Catholics for a Free Choice e questo basterebbe a suscitare stupore, abituati come siamo a considerare un ossimoro libera scelta e appartenenza al cattolicesimo.

La sorpresa aumenta nel leggere i principi ispiratori di questa organizzazione nata a Washington nel 1973: ricerca scientifica e riconoscimento (anche legale!) alle persone omosessuali, bisessuali e transessuali – solo per fare un esempio. In occasione della visita di Joseph Ratzinger in terra americana pubblicano un dossier che analizza gli effetti disastrosi della condanna clericale della contraccezione dalla Humanae Vitae (1968) in poi.

L’analisi è spietata: Catholics for Choice accusa l’enciclica e la politica vaticana di essere responsabili del grave conflitto personale che molti credenti vivono, combattuti tra l’obbedienza e i propri desideri e bisogni. La Chiesa si ostina a difendere un insegnamento già “indifendibile 40 anni fa”, oggi aggravato dall’emergenza Aids. Secondo il dossier la Humanae Vitae ha inciso drammaticamente sulla salute di cattolici e non cattolici in tutto il mondo; il Vaticano ha alimentato la disinformazione sull’efficacia del preservativo contro la diffusione dell’Hiv.

Il mancato riconoscimento dell’importanza del preservativo (vero e proprio imperativo morale secondo gli insoliti Catholics) è un comportamento gravissimo soprattutto nei riguardi delle popolazioni più disagiate. E di quei Paesi, come l’Africa, in cui la diffusione dell’Hiv e di altre malattie virali è una piaga sanitaria e sociale. La gerarchia cattolica, secondo il dossier, è “il principale ostacolo alla lotta conto l’Hiv/Aids”.

Ma come parla??


"La soluzione al problema della sicurezza sta nel mettere i poliziotti ed i carabinieri di quartiere: un esercito del bene che si frapponga tra i cittadini e l'esercito del male"
(Silvio Berlusconi)

L'esercito del bene contro l'esercito del male??? ma quanti hanni ha??? 8? 9?? e se chiamassimo Batman e Robin? O anche Goldrake con le sue lame rotanti?

Che la Forza sia con Lui...

Avvertite Alemanno


Il New York Times: "Roma mai stata così sicura come ora" Roma insicura? Macchè: per il New York Times la Città eterna la notte non è mai stata un posto così libero dal crimine. Nemmeno ai tempi dell'Impero Romano, quando dominava il mondo ed aveva dalla sua la forza bruta delle legioni ad assicurare l'ordine alla frontiere ed al suo interno, si poteva passeggiare dopo cena con tanta tranquillità.
(La Repubblica)

Alitalia


"Ci saranno dolorose riduzioni di personale"
(Silvio Berlusconi)

Se non fosse che a dirlo fosse Lui, l'Unto e poi ri-Unto dal Signore, parrebbe quasi di sentire quello sfigato di Prodi.

Beata Ingenuità

“Non so se i calciatori siano contrari ai gay in squadra, io sicuramente lo sono. Posso tranquillamente affermare che, nelle società dove sono stato, non ne ho mai avuti, mai. Non avrei mai voluto un giocatore omosessuale. E anche oggi non lo prenderei. Supposto che dovessi sbagliare e ne scoprissi uno, farebbe prima ad andare che a venire”.
“Sono un po’ all’antica, ma conosco l’ambiente del calcio e, al suo interno, non può vivere uno che è gay. Un omosessuale non può fare il mestiere del calciatore”.
“nel calcio non ci sono gay, né tra i calciatori, né tra i dirigenti. Non è razzismo, è un fatto di ambiente. Il calcio è un ambiente particolare, si sta nudi negli spogliatoi…”
“Non ho amici omosessuali, frequento altre persone. Un gay non è certo da lapidare, ma il mondo del calcio non è fatto per loro”.
(Luciano Moggi)

Maschi Nudi, negli spogliatoi... che si abbracciano....no no, il calcio non è fatto per i gay, il Calcio è fatto per gente onesta.

Liscia la Notizia

Diversamente dalle altre volte in cui vinse le elezioni, stavolta il Cainano non dovrà cambiare granchè in Viale Mazzini.

Con un moto spontaneo che previene e anticipa gli ordini ancor prima che il padrone li abbia emanati, i tg Rai, al seguito di quelli Mediaset, han cominciato a suonare la grancassa sulla cosiddetta “emergenza sicurezza” in perfetta sintonia con la campagna elettorale del camerata Alemanno per il Comune di Roma. Per giorni e giorni, come se nel mondo non accadesse niente d’importante, hanno “aperto” con una serie impressionante di incidenti stradali. Che peraltro sono un fenomeno piuttosto datato, fin da quando fu inventata l’automobile. Da allora càpita sovente che chi attraversa la strada venga falciato da un pirata del volante. Dispiace, ma succede.

Ora improvvisamente, in mancanza di meglio, gli incidenti stradali, fino a qualche mese fa confinati nelle brevi delle cronache locali, diventano la prima notizia dei tg nazionali. Per dimostrare il lassismo della sinistra e il buonismo della magistratura rossa, che anziché inseguire gli automobilisti-killer se la prendono con eroi tipo Mangano e Contrada (santo subito anche lui). Poi, provvidenzialmente, è giunta la notizia di uno stupro a Roma. Via per un paio di giorni gli incidenti stradali e sotto con gli stupri, anch’essi frutto del lassismo di Prodi e dunque di Rutelli, nonché delle toghe rosse.

Anche le violenze sessuali sono un fatto tristemente ricorrente, in tutte le metropoli del mondo. Di solito - è triste, forse cinico, ma è così - sono confinati in un articoletto a metà giornale, senza diritto di citazione nei tg, a meno che la vittima non muoia. Stavolta però diventano merce elettorale e allora tg e giornali rinunciano a decidere autonomamente la gerarchia delle notizie, affidandola ai politici. E mettono lo stupro in copertina, facendo precipitare Roma, all’improvviso, in un film di Maurizio Merli o di Dario Argento. I leghisti tuonano giustamente contro “la sinistra dell’indulto”, ma dimenticano un piccolo particolare: Alemanno l’indulto l’ha votato, esattamente come Rutelli.

Quanto ai rumeni, fu il governo Berlusconi di cui Alemanno era ministro a spalancare le porte dell’Italia, senza filtri né precauzioni, alla cosiddetta “invasione romena”. Domenica sera, esaurito il quotidiano omaggio ai nuovi padroni del vapore, il Tg1 di Johhny Raiotta ha proseguito come se il direttore fosse ancora, o di nuovo, Clemente J. Mimun: cronaca nera, cioè politica, poi cazzeggio assortito. Francesco Totti si lamenta: “Mi hanno gufato”: segue servizio sul verbo gufare, con intervista al linguista Vincenzo Salemme. Poi un reportage sui panda; uno sui campionati delle barbe in Germania; uno sulla campionessa che si fa suora (su quella che sta per sostituire la moglie di Putin, invece, silenzio di tomba: l’amico Vladimir non gradisce, infatti l’unica domanda sul suo prossimo divorzio nell’anno dedicato in Russia ai sacri valori della famiglia l’ha posta una giornalista russa, quella mitragliata per scherzo dal Cainano). Un bell’assaggio del “servizio pubblico” che ci attende nei prossimi cinque anni. Per sapere qualcosa di quel che accade davvero in Italia dovremo, come l’altra volta, munirci di parabola e interprete e gustarci i tg stranieri.

L’altro giorno (come riferisce il sito articolo21.info) quello della spagnola Tve riportava il primo incidente diplomatico scatenato dal nostro futuro premier prim’ancora di insediarsi al governo, con una frase riportata col dovuto rilievo solo dall’Unità (subito rimbrottata dall’interessato): “Zapatero avrà una certa difficoltà, troppe donne nel suo governo”. In effetti Zapatero non ha la fortuna di avere come ministri Bossi, Calderoli e Maroni. Così il Cainano ha compiuto il miracolo di mettere d’accordo la destra e la sinistra spagnole. “La risposta al vincitore delle elezioni italiane - riferiva la Tve il 16 aprile - è stata unanime, al di là del colore politico”. E giù critiche feroci dalle neoministre Bibiana Aido e Magdalena Alvarez, ma anche da Esperanza Aguirre, presidente del Comune di Madrid (Partito Popolare, centrodestra): “Questo è il secolo delle donne, e una delle cose migliori del presidente è stata la nomina di così tante donne nel governo”. Il socialista Alfonso Guerra ha sintetizzato il comune sentire iberico con una frase lapidaria: “Berlusconi è un delinquente, non c’è altro da dire su questo signore”. Insomma l’immagine internazionale dell’Italia, oscurata da due anni di comunismo, torna finalmente a rifulgere nel mondo intero. In Spagna se ne sono già accorti. Il Tg1 seguirà.

(l'Unità, 22 aprile 2008)

martedì 22 aprile 2008

Pazzi per Godel!

«Nel 1930 un ragazzo sui ventitré anni dimostrò un teorema di logica matematica. È consegnato al mondo col nome di Teorema di Incompletezza dell’Aritmetica, e la sua prova è una delle più incredibili sequenze argomentative nella storia del pensiero umano. Il ragazzo era uno sconosciuto di nome Kurt Gödel, e il libro che avete fra le mani è una guida al suo Teorema.» «Il Teorema di Gödel è stato preso come icona della cultura contemporanea: una cultura, si ritiene, governata da cose come il relativismo, il postmodernismo, il tramonto delle verità incontrovertibili, dell’oggettività.

Eppure la prova di Gödel è un risultato piuttosto tecnico. Nel 1931 (e per molti anni a seguire) costituì qualcosa di così innovativo che molti grandi logici, filosofi e matematici del tempo, da Rudolf Carnap allo stesso Russell, faticarono a capire di che si trattasse esattamente. Tutti erano d’accordo sul fatto che il risultato gödeliano fosse qualcosa di grande. Una volta Einstein confidò di essere andato a Princeton solo per avere il privilegio di camminare insieme a Gödel sulla via di casa. In questo libro, oltre a spiegare che cos’è il Teorema di Incompletezza, vorrei dire qualcosa sul fenomeno extramatematico che ha prodotto. Vorrei, se non rispondere, almeno mettere voi nella condizione di rispondere alla domanda: perché siamo tutti pazzi per Gödel?»
Recensione - Il Sole - 24 ore

Recensione - la Repubblica.it

Analisi Storiche

Andrea Marcenaro
Se dopo la batosta si comincia a riflettere sul serio, allora vuole dire che si può tornare sulla buona strada. E la sinistra, uscita a pezzi dallo scontro elettorale, sta dolorosamente incominciando a farlo. Si nota, che è così, da molti segnali, alcuni dei quali, per aggredire il presente e il futuro in maniera più moderna, più radicata, rivelano l’intenzione di analizzare come si conviene il passato. La polemica nemmeno troppo velata di Nichi Vendola con le posizioni di chi proviene da Democrazia Proletaria è stato uno di questi segnali.
Altri buoni segnali, rivelatori, sono vissuti negli accenni senza sconti ai punti di vista di Bufalini, o agli espliciti richiami riguardo alle differenze, tuttora ben vive, tra chi si collocò a suo tempo vicino al modo di intendere proprio di Achille Occhetto e chi appoggiò con ferma convinzione la mozione Cossutta-Ingrao. L’indizio maggiormente significativo di volere procedere spediti verso il domani è arrivato con l’intenzione dichiarata di dover affrontare a viso aperto “il superamento delle divisioni del 1921”.
Alla buon’ora, poi resterebbe soltanto quella brutta polemica tra Mario e Silla.
(Il Foglio)

Buone Notizie

ROMA - Interruzioni volontarie di gravidanza in diminuzione nel 2007: nell'arco dei 12 mesi ne sono state 127.038 con un calo del 3% rispetto al 2006 (131.038 casi) e del 45,9% nel confronto con il 1982, l'anno in cui si è registrato il più alto numero di interventi (234.801 casi).

E' quanto emerge dalla relazione annuale del ministro della Salute, Livia Turco, sull'attuazione della legge 194/78. La diminuzione complessiva del 2007 è dovuta al calo netto degli aborti tra le donne italiane, (-3,7% rispetto al 2006 e -61,4% sul 1982), mentre le immigrate continuano a fare ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza sempre più numerose, con un 4,5 per cento in più rispetto all'anno precedente.

Il tasso di abortività (numero degli interventi per 1.000 donne in età feconda tra 15-49 anni), l'indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza al ricorso all'aborto, nel 2007 è risultato pari a 9,1 per 1.000 a fronte del 9,4 per 1.000 del 2006 e del 17,2 per 1.000 del 1982.

E in tutto il paese aumenta l'obiezione di coscienza, con alcune regioni come la Campania dove i casi sono raddoppiati: tra i i ginecologi è passata dal 58,7% al 69,2%; tra gli anestesisti dal 45,7% al 50,4%; tra il personale non medico, dal 38,6% al 42,6%.
(La Repubblica)

Quando lo capiranno le belle anime cattoliche che meno medici obiettori=meno aborti?

EcoDritte

Cambia la luce. Sostituisci una lampadina normale con un’altra a basso consumo per risparmiare 70 kg di CO2 l’anno e tanti soldi in bolletta (almeno 60 euro l’anno se le si cambia in tutta la casa). Le vecchie lampadine al tungsteno dovrebbero in realtà chiamarsi “stufette”: il 95% dell’elettricità la sprecano in calore inutile.

Meno “usa e getta”: per detergere, pulirsi, farsi la barba, scrivere… c’è sempre un’alternativa migliore della carta vergine.

Più riciclo. La carta riciclata riduce del 20% la CO2 e salva gli alberi. La plastica diventa mille cose diverse. Riciclare il vetro fa risparmiare il 30% di CO2 e il 120% di materie prime. Riciclare le lattine di alluminio l’85%, e con 37 lattine si fa una caffettiera nuova.

Risparmia con “classe”. Un frigo di classe “A” va per 43 ore con la stessa energia consumata da uno di classe “C” in 16. Usa lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico: il tasto “1/2″ inganna, dà risparmi solo del 20%. E un bucato a 90°C consuma sette volte tanto che a 30°!

Niente luci rosse. Stereo, tv e dvd in “stand-by” succhiano da 70 a 150 euro all’anno d’elettricità, non per il led ma perché stanno accesi per “sentire” il telecomando. No, spegni tutto con il pulsante.

Riscalda meglio. Non coprire i caloriferi con niente. Abbassa il termostato, ogni grado in meno fa risparmiare l’8% annuo. Se la caldaia ha più di vent’anni, sostituiscila.

Climatizzatore. Usalo moderatamente, non installarlo su una parete assolata, e quand’è acceso le finestre vanno chiuse.

Ai fornelli. Pentole dello stesso diametro della corona dei fornelli, altrimenti si spreca fino a un terzo di calore. E col coperchio! Senza si consuma il quadruplo di gas.

Meno carne. 1 kg di carne consuma 100 volte le risorse di 1 kg di cereali. 1 kg di patate assorbe 500 litri d’acqua, 1 kg di grano 900… 1 kg di carne da 25.000 a 100.000! E ogni hamburger fa fuori mezzo metro quadrato di foresta. Insomma, più verdure, solo di stagione, più cibi locali e meno trasporti internazionali.

Meglio da agricoltura biologica. Oltre a inquinare meno, consumare meno energia ed emettere la metà dei gas delle altre, le fattorie bio hanno anche un ruolo “attivo” nel ridurre i gas serra. Ogni ettaro bio assorbe 1,5 kg di tonnellate di CO2 all’anno: per l’attuale superficie italiana fanno 1.650 mila tonnellate di CO2 all’anno.

Acqua di rubinetto. Ha tanti eco-vantaggi, costa poco, è controllata. Raccoglila in una brocca al mattino per la sera, così il cloro evapora ed è pure buona!

In macchina meno e meglio. Il 46% delle emissioni di CO2 dei trasporti viene da auto private. L’auto ben tagliandata può consumare il 5% in meno. Con le gomme gonfie, il 2%. Non partire subito: a freddo “beve” il 50% in più.

Se si può, in treno. Da Milano a Roma un passeggero in aereo genera 80 kg di CO2; in auto da solo, 70 kg; in treno tre volte meno: 23 kg!

Usa solo pile ricaricabili. Durano da 500 a 1000 cicli. Quelle usa e getta sono bombe chimiche irrecuperabili, per produrle si consuma 200 volte l’energia che contengono, l’80% finisce nella spazzatura normale contaminandola, e comunque non sono riciclabili in alcun modo.

Al computer. Attiva la funzione “risparmio energia”. In pausa pranzo spegnilo bene, anche il monitor; e lo schermo Lcd consuma la metà.

Energia pulita. Accendi il contratto con un fornitore di energia rinnovabile.

Pianta un albero. Un solo albero assorbe almeno 1 tonnellata di CO2 nella durata della sua vita.

Tanto tuonò che piovve.

Air France si ritira ufficialmente da Alitalia.

"[..]Ci sono nomi e cognomi, nell'elenco dei colpevoli di questo bruciante fallimento del Sistema-Paese. Sul fronte politico, Berlusconi ha brillato per l'insostenibile leggerezza con la quale ha maneggiato l'affare Ali-France, e per l'insopportabile cinismo con il quale ha sventolato il pretestuoso vessillo dell'"italianità" a fini di marketing elettorale. La sua crociata anti-francese non ha conosciuto confini diplomatici né limiti etici. In un vortice di annunci auto-smentiti, ha posto veti impropri. Ha inventato cordate improbabili, a metà tra il pubblicistico e il familistico. Ha messo in pista concorrenti immaginari, come l'Aeroflot dell'amico Putin, che gentilmente si è prestato al gioco nella ridente cornice sarda di Villa Certosa, dove il luogo della vacanza personale si traveste da sede della rappresentanza istituzionale. Jean-Cyrill Spinetta ha sopportato anche troppo le intemperanze del premier in pectore. Piuttosto che perdere altro tempo e farsi dire no dal nuovo governo, ha preferito giocare d'anticipo.[..]"
(Massimo Giannini)

qui l'articolo intero di Repubblica

lunedì 21 aprile 2008

La parola al viceprimoministro

"Dare il voto agli extracomunitari, non mi sembra il caso, un paese civile non può fare votare dei bingo-bongo che fino a qualche anno fa stavano ancora sugli alberi".

"La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni… Qua rischiamo di diventare un popolo di ricchioni".

"Il voto agli immigrati? Che tornino nel deserto a parlare con i cammelli o nella giungla con le scimmie, ma a casa nostra si fa come si dice a casa nostra!".


"La legge elettorale glielo dico francamente, l’ho scritta io ma è una porcata. Una porcata fatta volutamente per mettere in difficoltà una destra e una sinistra che devono fare i conti col popolo che vota".

"Veltroni ha qualcosa da dire sui fucili? E allora gli porteremo i cannoni".

"Metto personalmente fin da subito a disposizione del comitato contro la moschea sia me stesso che il mio maiale per una passeggiata sul terreno dove si vorrebbe costruire la moschea".

(Roberto Calderoli - l'Intellettuale)


...e visti i risultati delle elezioni, molti italiani non sono migliori di lui.


Chi ci guadagna con il quoziente famigliare.


Silvio Berlusconi ha promesso in campagna elettorale di ridurre il carico fiscale alle famiglie attraverso una rimodulazione delle aliquote Irpef e attraverso l'introduzione del meccanismo del quoziente famigliare.

In pratica la base imponibile dell'imposta sui redditi delle persone fisiche non sarà più il reddito personale, ma il reddito della famiglia, della coppia di coniugi.

Walter Veltroni aveva più realisticamente proposto di lasciare inalterato il metodo di determinazione della base imponibile e di modificare solo le aliquote sui redditi più bassi.

Gli elettori hanno preferito dare retta al Cavaliere e, almeno dal punto di vista delle imposte sul reddito, rimarranno delusi quando gli toccherà compilare il modello unico del prossimo anno. Infatti, secondo uno studio del quotidiano Il Sole24Ore, i vantaggi fiscali del quoziente famigliare berlusconiano, rispetto alla proposta del candidato premier del Pd, si avvertiranno solo a partire da redditi di almeno 80.000 euro l'anno. Mentre col sistema di rimodulazione di Veltroni i vantaggi si sarebbero avvertiti già a partire dagli scaglioni di reddito più bassi.

Infatti, leggendo la tabella si vede come la proposta Veltroni comporti un risparmio di imposta per redditi famigliari fino a 30.000 euro di ben 900 euro l'anno rispetto all'attuale livello dell'imposta, mentre la proposta Berlusconi lasci invariato il livello dell'imposta per lo stesso scaglione di reddito. In sostanza, gli elettori che hanno votato Berlusconi, ma anche chi non l'ha votato, e che hanno un reddito famigliare non superiore a 30.000 euro l'anno, pagheranno la stessa imposta che pagano oggi col governo Prodi.

ICI Padano

"Lo sconto medio più consistente è atteso a Firenze e Pisa, seguite a ruota da Genova, Torino e Verona. Ma più in generale l'addio all'Ici sulla prima casa messo in cima all'agenda politica dalla nuova maggioranza di Centrodestra premia le città del Nord. Da Bologna a Padova, da Ferrara a Biella, nelle Regioni settentrionali l'abitazione «costa» ancora tra i 170 e i 320 euro in termini di Ici, anche dopo lo sconto statale introdotto con la Finanziaria 2008. A Lecce, Catanzaro, Palermo o Rovigo, invece, l'addio all'imposta porta in media benefici di poche decine di euro. La ragione è nelle rendite catastali del 1992. Intanto si blocca l'Ici sulle case ex rurali e su quelle non dichiarate al Catasto, per i timori di autodenunciare un abuso edilizio. [..]Ovvio che, di conseguenza, il peso medio dell'imposta, e quindi i benefici attesi dalla sua abolizione, puntano sulle Regioni settentrionali e sulle grandi città."
(Il Sole24Ore)

qui l'articolo intero

Andrea's Versions

20 aprile 2008

Nei giorni dell’addio a Confindustria dell’ex presidente della Fieg, dell’ex presidente degli industriali della provincia di Modena, dell’ex consigliere di Unicredit, di TF1, dell’ex amministratore delegato di RCS Video, della Cinzano Internazionale (eh, eh…) e della Itedi. Nei giorni dell’addio a Confindustria del tuttora presidente della Ferrari, della Fiat, della Fiera Internazionale di Bologna, della Luiss, del consigliere di amministrazione della Stampa, della PPR (Pinault-Printemps-Redoute), della Tod’s, della Indesit company, della Campari e di chissà quant’altro. Soprattutto del fondo Charme. Nei giorni in cui Luca Cordero di Montezemolo saluta Confindustria mostrando le palle al sindacato (e consentendo a Calderoli un figurone che quello si sognava da 15 anni), noi vogliamo ricordarlo con una frase pronunciata da lui stesso: “Trovavo sempre il modo di mettermi vicino a uno che mi consentisse di copiare”. Questo, solo per ricordare ai giornalisti che gli fanno pompini da una vita come avessero a che fare, in realtà, con una specie di Umberto Galimberti del capitalismo.

di Andrea Marcenaro


18 aprile 2008

Non è possibile, non ci vogliamo e non ci possiamo credere. Non è immaginabile, non è pensabile, non è concepibile che risulti vero quanto affermato da Roberto Farneti sul Giornale. Un filosofo come Umberto Galimberti, il pensatore non con una, non con due, con più righe sulla fronte, non può aver copiato di sana pianta, in extenso et verbatim, il libro di un altro spacciandolo per suo. Non è immaginabile, non è pensabile, né concepibile che “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani” di Umberto Galimberti (Feltrinelli, 2007) sia la scopiazzatura in extenso et verbatim, per lungo e per largo, stesse parole, stesse frasi, stessa punteggiatura, di “Il piacere e il male” (Odile Jacob, Paris 1997, traduzione italiana di Feltrinelli, 1999) scritto da Giulia Sissa. Ma quale Sissa? La racconta a sua sorella, questa, Roberto Farneti. Galimberti non è il seduttore di carote e il conquistatore di lampadine che certa stampa ha dipinto. E’ il filosofo di Repubblica, il maggior riferimento cerebrale di Eugenio Scalfari. Loro hanno dato vita, in coppia, alla grande avventura intellettuale. Loro hanno scandagliato la profondità del pensiero laico. Loro ci hanno fatto riflettere. Ci vorreste far credere, adesso, che si trattava di Sissa e Biribissi?

di Andrea Marcenaro

Chi l'ha visto.


Qualcuno sa che fine ha fatto G. Fini?

Esperti militari


NEW YORK - Un drappello di ufficiali a riposo, che nelle vesti imparziali di «esperti militari» hanno diffuso attraverso la televisione e la radio analisi e commenti sulla guerra al terrorismo addomesticati dal Pentagono e dalla Casa Bianca. In una dettagliata inchiesta, il New York Times denuncia quella che definisce, in termini molto duri e severi, «un apparato di informazione del Pentagono, celato dietro l'apparenza di obiettività, che ha usato questi analisti per una copertura giornalistica favorevole alla gestione della guerra da parte dell'amministrazione».

DECINE DI MIGLIAIA DI INTERVENTI IN RADIO E TV - «Per l'opinione pubblica questi uomini sono membri di un congrega molto conosciuta, presentati decine di migliaia di volte in televisione alla radio come esperti la cui vasta esperienza conferisce la possibilità da dare giudizi inappellabili sulle più urgenti questioni del mondo del dopo 11 settembre» scrive David Barstow che ha condotto un'approfondita analisi degli interventi televisivi di questi esperti.

INTERESSI DEGLI "OPINIONISTI" NEGLI APPALTI BELLICI - L'impegno di questi esperti, «iniziato con la preparazione all'attacco all'Iraq e che ancora continua», non è dovuto solo a convinzioni ideologiche o spirito di corpo, ma anche a «potenti dinamiche finanziarie», denuncia ancora il Times. «La maggior parte di questi analisti hanno legami con compagnie che hanno appalti militari e sono coinvolte nelle politiche belliche». Legami che non vengono svelati al grande pubblico, e che «qualche volta sono ignoti anche ai network» che interpellano questi esperti, nove dei quali - ammette il Times - hanno pubblicato editoriali anche sul quotidiano newyorkese.

(Il Corriere della Sera) ..e in Italia???

domenica 20 aprile 2008

Jena

Presidente Bertinotti, come mai non è intervenuto al Comitato politico di Rifondazione?
«Normalmente non partecipo al mio funerale»
(La Stampa)