sabato 3 maggio 2008

E' stato cacciato

Qui Sgarbi insiste sul fatto che Biagi NON è stato cacciato.



e qui Biagi insiste sul fatto che E' stato cacciato.

Chiudete gli occhi...

Pensate... Chiudete gli occhi e pensate....Pensate al motivo vero per il quale non si possono pubblicare le dichiarazioni dei redditi di tutti.

Perchè non voglio far sapere quanto guadagno?... Perchè?... Perchè?
Pensateci a fondo...ma non le motivazioni secondarie.. il Vero Motivo...
Ecco...
ci siete?... avete capito??.... è quello!!!

Bene... avete appena pensato ad un reato!

Tutte le altre scuse deboli e ipocrite.

Padani

A Verona, feudo leghista del sindaco Tosi, con tanto di ronde di bravi cittadini contro gli immigrati/clandestini/pezzenti/rumeni, 5 giovani (padani), diconsi 5, hanno ridotto in fin di vita un 29enne (padano), semplicemente perché si è rifiutato di offrire loro una sigaretta.

Nessun rumeno di passaggio per fermare l'orrendo pestaggio?

il sindaco di Verona Flavio Tosi

Banca dei Regolamenti Internazionali


La Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), con sede a Basilea, ha come azionisti 56 banche centrali, tra cui la Banca d’Italia. La BRI promuove la cooperazione monetaria e finanziaria tra le banche centrali, fornisce servizi di gestione delle riserve in valuta a numerose banche centrali e svolge attività di ricerca economica e monetaria, producendo altresì statistiche sul sistema bancario e finanziario internazionale.

Nella sua attività di ricerca macro-economica la BRI ha pubblicato uno studio sull'andamento della distribuzione della ricchezza nei paesi a economia capitalistica. Il periodo di tempo preso ad esame è l'ultimo ventennio. I risultati della ricerca sono eclatanti se si considera la patologica alterazione del rapporto distributivo tra salari e profitti che mette in evidenza.

In sintesi, negli ultimi 20 anni si è avuta una contrazione della quota del pil distribuita sotto forma di salari e stipendi ai lavoratori (operai e impiegati), e contemporaneamente un aumento della quota del pil distribuita sotto forma di extra-profitti agli imprenditori. Questo vuol dire che se consideriamo una unità di Pil, ad esempio un euro, in questi 20 anni, è aumnetanta la parte di quell'euro che è andata nelle tasche degli imprenditori ed è ovviamente diminuita la parte che è andata nelle tasche dei lavoratori.

Non basta. Questa modifica nella distribuzione della ricchezza ha favorito non i profitti, cioè il giusto compenso della attività del proprietario dei mezzi di produzione, ma ha favorito gli extra-profitti, cioè ha allargato quella fetta della ricchezza che va nei patrimoni dei capitalisti e che non ha un fondamento di giustizia economica, cioè non è giustificata dalla necessità di garantire una giusta remunerazione della attività imprenditoriale.

Da un punto di vista quantitativo, la BRI ha stimato che, se nel corso del ventennio preso in esame la distribuzione del reddito fosse rimasta inalterata, oggi i salariati italiani (e occidentali in generale) avrebbero circa 7000 euro di stipendio in più, all'anno, in busta paga. 7000 euro per ogni dipendente che invece sono andati ad arricchire i datori di lavoro.

Le cause sono molteplici, dalla disponibilità di lavoratori del terzo mondo a basso costo che hanno abbattuto le remunerazioni, alla disponibilità di macchine capaci di sostituire la forza lavoro nella funzione di produzione. Di fatto, quei 7000 euro all'anno sono giusto quello che manca alle famiglie italiane per arrivare alla fine del mese.

venerdì 2 maggio 2008

Hercules & Love Affair




Non faccio altro che canticchiarla in questo periodo.

Cretino italiano

Il sindaco di Montegrotto Terme, Luca Claudio

mercoledì 30 aprile 2008

Relativismo alla pompa.

In attesa della decisione della Fed di oggi, il presidente americano accusa: troppi blocchi "ecologisti" alle nuove esplorazioni per la ricerca del greggio.
Bush è così intervenuto in prima persona su uno dei temi più caldi per l'opinione pubblica americana e per la campagna elettorale, il superamento di un prezzo medio di 3,60 dollari al gallone e in molte zone di 4 dollari al gallone per la benzina al distributore.
(IlSole24Ore)

4 dollari al gallone sono meno di 70 cent (centesimi!) al litro.

Sulle Ronde


di CHIARA SARACENO
[..]Se le nostre società sono insicure è anche perché ognuno si fa un po’ troppo i fatti propri, senza sentire alcuna responsabilità individuale per gli spazi - fisici e relazionali - comuni. In assenza di un minimo di senso civico temo che le ronde rischino di accentuare questa deresponsabilizzazione (e il senso di impunità che ne deriva sia ai maleducati che ai malfattori).

In compenso rischiano di attrarre tutti quelli che hanno voglia di menare le mani
, di «dare una lezione» non solo a chi costituisce un pericolo, ma a chi li guarda storto, o sta dove secondo loro non dovrebbe stare, o guarda troppo da vicino la ragazza «di un altro». Con il rischio di accentuare l’insicurezza e l’inciviltà che troppo spesso segnano l’attraversamento dello spazio pubblico. Per l’inciviltà e la violenza che caratterizzano lo spazio privato - luogo deputato della violenza contro le donne e i bambini - ovviamente le ronde non servono.
(La Stampa)

qui l'articolo per intero

Bon Ton a Destra

"Berlusconi ha detto che se non fanno bene li andranno a prendere a casa: io gli rispondo di stare tranquillo, saremo noi di Forza Nuova i primi ad andarli a prendere sotto Montecitorio"

"Bossi ha affermato di avere 300 mila martiri a disposizione, io più seriamente dico di avere qualche migliaio di uomini e donne disposti a far rimpiangere al Pdl di non aver perso queste elezioni se non faranno bene"
(Roberto Fiore segretario nazionale di Forza Nuova)

La butto lì....

Ma lo sapete vero che al netto dei crimini compiuti da 'ndrangheta,mafia, camorra e SCU (realtà autoctone e di cui siamo esportatori principali) la criminalità in Italia è ai livelli della Scandinavia.

E non vi pare un pò eccessivo che tutti si affannino a rincorrere gli immigrati con i forconi, ma sulla criminalità organizzata si dica poco e nulla?

E’ un incubo

di Andrea Marcenaro

E’ un incubo, è dovunque, Tg1, Tg2, Tg3, giornali, giornali radio, con Alemanno, senza Alemanno, da Vespa, sui rotocalchi. Dovunque, io almeno lo vedo dovunque. L’idea di vedere dovunque il portavoce di Alleanza nazionale, e sapere che sarà così per i prossimi cinque anni, come dire per sempre, è un’idea che può ucciderti.

Personalmente, mi sta uccidendo. Avete presente l’onorevole Ronchi? Andrea Ronchi? Ma certo che l’avete presente, quello che sta sempre di fianco a Gianfranco Fini, qualche volta dietro, comunque inquadrato dalle telecamere, e che finge di riflettere, fa di sì con la testa, quello col riporto vaporizzato, il gemello al polsino, il trench color panna, che sembra il succedaneo di Luca Cordero di Montezemolo e non dice mai niente di consistente, salvo che bisogna espellere, accartocciare, triturare e ficcare un palo nel sedere ad alcuni miliardi di clandestini. Lui, sì, Ronchi, l’ordinatino, il portavoce, l’ubiquo. Per cinque anni. Mio Dio, cos’abbiamo fatto!

(Il Foglio)

Google e la censura


Anche Google prende posizione netta a favore della censura. E lo fa in modo ufficiale. Dando consigli ai suoi azionisti. È risaputo come in Cina i risultati delle ricerche su materiali considerati scottanti o scomodi al regime siano filtrati dallo stesso motore di ricerca americano. Giovedì 8 maggio, però, gli azionisti hanno la possibilità decidere di cambiare rotta. Ma se seguiranno le indicazioni della casa madre, non lo faranno. La prossima settimana si terrà a Mountain View, quartier generale del colosso di internet, l'assemblea annuale degli azionisti.

Tra i vari punti all'ordine del giorno, però, questa volta ne figurano un paio piuttosto insoliti: il primo richiede l'introduzione di norme per impedire la collaborazione attiva con la censura attraverso il filtraggio dei risultati delle ricerche; il secondo propone la creazione di una Commissione per i diritti umani, con l'obiettivo dichiarato di combattere legalmente le pressioni esercitate dalle autorità locali dei Paesi in cui opera Google. La dirigenza però non si è dimostrata entusiasta di queste idee. E nella sua guida ufficiale rivolta agli azionisti sconsiglia vivamente la votazione a favore di questi due punti.

Nella sezione del documento, alla voce "Consigli per il voto", in riferimento ai due ordini del giorno si legge: "I direttori raccomandano di votare contro la proposta dell'azionista". Una figuraccia per il colosso del web creato dai due studenti Larry Page e Sergey Brin. Già in passato esperti informatici avevano smascherato la collaborazione con le autorità cinesi da parte di Yahoo! e MySpace, rei di aver oscurato dei blog di giornalisti e dissidenti. Una delle provocazioni più interessanti in giro per la rete è Censearchip. Si tratta di un sito internet ideato da due giovani studenti di informatica dell'università dell'Indiana che, dividendo lo schermo in due e interrogando le versioni locali di Google e Yahoo, offre un'analisi comparata dei diversi risultati di ricerca ottenibili in Cina, negli Stati Uniti, in Francia e in Germania.

La ricerca può riguardare sia contenuti testuali che fotografici. Basta digitare formule come "Repression Tibet", "Taiwan government", "Democracy" o ancora "Tien an men 1989" per accorgersi di come le risposte siano completamente differenti e di come, purtroppo, anche il web non rimanga immune dalle maglie della censura.

(Repubblica)

martedì 29 aprile 2008

Abolizione Ici, prima bufala

Abolire l’imposta comunale sugli immobili sulla prima casa. Silvio Berlusconi mantiene l’impegno elettorale, e fin qui merita un applauso; ma si tratta di un pessimo impegno. Èstata una rincorsa al peggio (promessa di Berlusconi nel 2006, forte riduzione da parte del governo Prodi, e ora abolizione totale), da ricordare a lungo come esempio di cattiva manovra tributaria e come vittoria dell’apparenza sulla sostanza.

UN'IMPOSTA CON LE CARTE IN REGOLA

Per spiegare tale tesi, già esposta su queste colonne , va premesso che non c’è paese al mondo in cui la finanza locale non sia alimentata in buona parte dalle imposte sugli immobili, comprese le prime case. Il perché è intuibile. A differenza delle imposte sui redditi e sui consumi, l’Ici non fa litigare i comuni perché la casa sta con certezza da una parte o dall’altra. La casa è poi beneficiaria di una quota importante della spesa locale: spese per viabilità, trasporti, illuminazione, arredo urbano, sicurezza, e così via. L’Ici si presenta quindi in regola con il principio tributario del beneficio – si paga in relazione al vantaggio ricevuto dalla spesa pubblica - che nella finanza locale esercita ancora un grande ruolo. Può inoltre essere resa moderatamente progressiva attraverso detrazioni alla base, che fanno sì che il pagamento cresca più che proporzionalmente con il valore. Si rispetta così anche il principio costituzionale della capacità contributiva: paga chi può, indipendentemente dai benefici individuali ricevuti, a parte che anche un’Ici strettamente proporzionale genera un gettito progressivo rispetto al reddito, perché i patrimoni risultano più concentrati dei redditi. Non meno importante il ruolo dell’Ici ai fini della buona gestione della “res publica”. Al pari della tassa dei rifiuti solidi urbani, ma con un raggio di azione più ampio, consente infatti ai cittadini di farsi un’idea fondata del rapporto costi benefici dell’attività pubblica e quindi di giudicare correttamente il governo locale e di calibrare la domanda politica: chiedere più servizi e più tasse o meno servizi e meno tasse, se si ritiene di avere una giunta efficiente; oppure pretendere più efficienza e, in prospettiva, cambio di maggioranza, se si ritiene di avere una giunta incapace. In sintesi, l’Ici è l’ onere condominiale pagato dagli abitanti di quel vasto condominio che è la città: costoso ma educativo strumento di informazione e di partecipazione.

(La Voce.info)

continua qui

Biocarburanti

Salutati fino a pochi mesi fa come l'alternativa verde agli idrocarburi e l'arma per contrastare il boom dei prezzi petroliferi e la dipendenza da Paesi produttori instabili o antidemocratici, i biocombustibili sono diventati in un batter d'occhio un flagello da evitare. Addirittura «un crimine contro l'umanità» come ha sentenziato ieri a Berna l'esperto dell'Onu, Jean Ziegler. La loro colpa è di competere con le produzioni alimentari per l'uso di scarsi terreni agricoli e di far esplodere i prezzi delle materie prime, affamando intere popolazioni.

L'evidenza dei fatti non supporta forse l'entusiasmo originario, ma cero non la condanna attuale. Anzitutto, il balzo dei prezzi agricoli è legato in parte non trascurabile al calo del dollaro, la valuta nella quale sono espresse le quotazioni, e al rincaro del petrolio, l'input più importante nella produzione attraverso il costo dei fertilizzanti e dei trasporti, oltre che a fattori climatici non transitori (la siccità in Australia).
Inoltre, anche se in crescita rapida, la domanda per uso energetico rappresenta per ora una percentuale molto modesta, rispetto a quella destinata ad alimentari e mangimi, dell'aumento della domanda complessiva di materie prime agricole, e questa è legata soprattutto alla crescita della popolazione e della ricchezza nei Paesi emergenti, dove si stanno modificando le abitudini alimentari. Le risorse energetiche non convenzionali rappresentano poi appena il 10% del mercato globale e di queste solo un quarto sono etanolo e altri biocombustibili.[..]

(continua qui )

Ramoscelli di ulivo



«Non so cosa vuole la sinistra, noi siamo pronti, se vogliono fare gli scontri io ho trecentomila uomini sempre a disposizione, se vogliono accomodarsi.I fucili sono sempre caldi»

«Mi fido di Berlusconi, stavolta manterrà la parola.Ha voluto sposare la Lega e ora deve eseguire gli ordini»

(Umberto Bossi)

Affinità Elettive

Totò Cuffaro e Marcello dell'Utri alla prima seduta del nuovo Parlamento.

Speriamo

Michele Serra Speriamo che qualcuno, nel centrosinistra, adesso faccia lo sforzo di quantificare quanto è costata, al candidato Rutelli, la diffidenza degli elettori laici. E più in generale quanto decisivo sia, nella marea dell’astensionismo (anche alle recenti politiche), il senso di spaesamento e quasi di esclusione di milioni di cittadini italiani (non credenti e credenti) che non sopportano più il papismo di molti, troppi politici. Massimo rispetto per il “cattolico rinato” Rutelli, le scelte personali in materia di fede non si discutono per principio. Tra l’altro, è stato un buon sindaco e lo sarebbe stato ancora. Ma evidentemente, almeno a sinistra, c’è un prezzo politico da pagare alla percepibile vaghezza con la quale ci si batte, e spesso non ci si batte, per i diritti civili, la laicità dello Stato e della politica.

Rutelli, anche nel corso della lunga e non dimenticata vicenda dei Dico e del referendum sulla fecondazione assistita, ha dato la netta impressione di non tenere in gran conto le opinioni dei laici. Quando si va a votare, non è solo il clamore per i vari “allarmi sicurezza” a muovere le mani degli elettori. Esiste anche una spinta ideale (oggi si preferisce dire: identitaria). Esiste anche la politica. Il centrosinistra ha perduto Roma per ragioni politiche. (La Repubblica)

Vatti a fidare...


Ci avete voluto convincere per anni che serviva inghiottire bocconi amari e bigotti al centro, ci siamo fidati. Beh, pare fosse una fesseria.
(Luca Sofri)

Libero mercato


"Noi andiamo avanti con la compagine di azionisti, l'ho fatto in rispetto alla Ue. Ma attenzione, se si mettono a zignare potremmo prendere una decisione per cui Alitalia potrebbe essere acquistata dallo Stato, dalle Ferrovie dello Stato. E' una minaccia, non una decisione"
(il comunista/statalista Silvio Berlusconi)

Segreto di Stato

Un tempo, in questo disgraziato Paese, il Segreto di Stato si imponeva su stragi, losche trame, fondi neri. Adesso a diventare top secret sono le centrali elettriche.

Lo ha scoperto Carta: dal 1 maggio 2008 gli impianti civili per la produzione di energia sono accomunati alle più strategiche installazioni militari, e passibili di Segreto di Stato.

A discrezione del Presidente del Consiglio, le suddette centrali possono passare dal controllo delle ASL e dei Vigili del Fuoco a quello di «autonomi uffici di controllo» il cui personale è munito del nulla osta di sicurezza al massimo livello. Traduzione: le centrali elettriche andrebbero dal controllo cittadino a quello dei servizi segreti.

Motivazioni? Vaghe. Terrorismo. Al Qaida. Chissà cos'altro. Carta ipotizza che la manovra sia vòlta a celare ogni aspetto delle future centrali nucleari agli occhi curiosi e "ribelli" dei cittadini. Ma il provvedimento potrebbe essere ancora più lungimirante, e prepararsi a problemi sulla produzione e distribuzione elettrica. E a problemi di ordine pubblico, naturalmente.

(Petrolio)

Essere Sinistra


Fabrizio Rondolino
[..]Eppure non è così difficile, nel mondo, essere di sinistra, «essere sinistra». Lasciamo da parte Blair, che è stato a lungo indicato come modello e che nel frattempo se ne è andato in pensione senza che una sola delle sue idee trovasse ospitalità nella prassi della sinistra italiana. Guardiamo a Zapatero. Il suo straordinario successo elettorale non si deve a una complessa alchimia di alleanze moderate o a un cambio di nome, ma, più semplicemente, all’aver rifondato una sinistra per la Spagna, e all’aver convinto gli spagnoli che quella sinistra avrebbe governato (cioè interpretato) la contemporaneità meglio della destra.

Il centrosinistra italiano in sette anni di governo non è stato capace di legiferare sulle unioni civili, sulla libertà di ricerca scientifica, sul conflitto d'interessi, sulle droghe leggere, sulla procreazione assistita, sulla liberalizzazione dell'accesso alle professioni… In compenso i conti pubblici sono un po’ meno in disordine, mentre quelli delle famiglie non quadrano più. Nulla di ciò che segna oggi l’idea e il concetto di sinistra è stato fatto dalla «sinistra» italiana. In particolare, il campo cruciale delle libertà individuali e dei diritti civili è stato congelato in nome di un malinteso rapporto con il mondo cattolico, dimenticando che la sinistra ha sfondato al centro, negli Anni Settanta, grazie alle battaglie sul divorzio e sull'aborto.[..]
(La Stampa)

Lui credeva...




Nella notte di lunedì Ronaldo si è recato in un motel in compagnia di un travestito, lui credeva di essere in compagnia di una bella prostituta che gli avrebbe proposto di chiamare altre due "colleghe" per un’indimenticabile notte di sesso. Ronaldo avrebbe accettato, ma poi si è reso conto che i tre erano dei travestiti.
(La Stampa)


...e le marmotte incartavano la cioccolata...




qui un video sulla spinosa questione.


lunedì 28 aprile 2008

Fortunati

Certo che sono fortunati i milanesi che rispetto ai romani hanno un sindaco di sinistra.

Cronaca di una sconfitta

Al centro sinistra italiano

Settima variante di Zymurgy alla legge di Murphy:


Quando piove, diluvia.


Mi stupisco del mio stupìo

Meteo Roma

Le previsioni per stasera prevedono tempo grigio (anzi, nero)



Update:

Alemanno ha vinto.
Amen.

Grilli per la testa

Alla vigilia dek V-day2, Panorama ha pubblicato un reportage su quella che può essere definita “azienda Beppe Grillo”.

L’articolo approfondisce gli aspetti economici dell’attività e della carriera del comico genovese, stabilendo una progressione parallela tra l’aumentare della sua popolarità di “predicatore online” (definizione data nel reportage) e l’incremento del suo reddito. Particolare enfasi è dedicata al rapporto con Giuseppe Casaleggio(l’eminenza grigia che ha ideato il celebre Grillo-blog) e al giro di affari che Grillo riesce a generare grazie alla Rete.

Sinceramente nulla di straordinariamente nuovo: si tratta, in larga parte di notizie già note, perchè occasionalmente apparse (forse in forma meno organica) sui giornali.

Quello che incuriosice è piuttosto il flaming indirizzato puntualmente suchiunque metta in dubbio il “Verbo” di Grillo, e che si manifesta sotto forma di una vera e propria gragnuola di commenti aggressivi e offensivi contro il critico di turno. Come dimostra anche la pioggia di contestazioni contro questo articolo di Filippo Facci, apparso il 27 aprile su Clandestinoweb.

In particolare, analizzando il contenuto dei commenti, si constata che:

  1. chi critica Grillo viene abbastanza spesso offeso sul piano personale e professionale e, nella migliore delle ipotesi, considerato un servo dei “poteri forti”.
  2. per alcuni supporter, ogni critica alle parole o all’attività di Grillo è assimilata ad una critica alla persona di Grillo, considerata quasi sacra e intoccabile.
  3. in molti casi, le eventuali pecche di Grillo vengono sottovalutate, perchè considerate accettabili rispetto all’obiettivo politico, considerato rivoluzionario e positivo, della sua attività.

Un effetto curioso e abbastanza preoccupante delle potenzialità negative di una nuova forma di mistica politica mediata da Internet. Da un punto di vista comunicazionale, sarebbe forse interessante verificare se:

  • questa forma di flaming è spontanea o, almeno in qualche misura, organizzata (almeno a livello di singoli circuiti di supporter)
  • esiste un dibattito interno al mondo dei supporter di Grillo che discute sull’opportunità di reazioni (verbali) aggressive nei confronti di chi critica il comico genovese
  • se l’effetto prevalente del flaming sia quello di dissuadere effettivamente le voci critiche e contribuire ad ampliare la base del consenso grazie all’enfasi della retorica missionaria dei supporter, o non generi piuttosto un processo involutivo di chiusura e di scrematura, allontanando i moderati e consolidando il nocciolo duro (ma ridotto) dei fan “duri e puri”
(Politica2.0)

Eterogenesi dei fini



«Io applico il fascismo e il cattolicesimo»
(Giancarlo Gentilini, vicesindaco leghista/fascista di Treviso su El Pais)

Consigli per gli acquisti

Esce sabato 3 maggio il nuovo numero di MicroMega. Sono due fascicoli al prezzo complessivo di 14 euro. Nel primo volume un’analisi del disastroso risultato elettorale del 14 aprile con commenti, indicazioni e proposte di alcuni collaboratori della rivista fra i quali Lidia Ravera, Marco Travaglio, Michele Santoro, Paolo Flores d’Arcais, Pancho Pardi per tentare di ricostruire una sinistra possibile partendo da queste macerie elettorali. Il volume ospita inoltre un dialogo sul Sessantotto di due protagonisti dell’epoca Adam Michnik e Daniel Cohn-Bendit.

Il secondo è invece un ricchissimo Almanacco di Scienze con autori italiani e stranieri che non hanno bisogno di presentazioni. L’Almanacco si apre con un testo del più importante linguista dei nostri giorni, Noam Chomsky, che confronta, ridiscutendole, le basi della sua ricerca con il pensiero evoluzionistico. Come nasce la fede? Ci può essere moralità senza Dio? Fede e scienza sono antitetiche? Queste solo alcune delle domande con le quali si misurano e alle quali tentano di rispondere il Premio Nobel per la Fisica, Steven Weinberg, l’astrofisico Lawrence Krauss e il neuroscienziato Vilayanur S. Ramachandran. Edoardo Boncinelli spiega invece perché la teoria dell’evoluzione, che pur sul piano scientifico è solidissima, stenta tanto ad essere accettata e raccoglie tanti nemici specie fra chi, come ci racconta Telmo Pievani, si sente minacciato da Darwin e brandisce i “valori universali” contro il presunto nichilismo e relativismo. Sulla progettazione e la modificazione degli organismi e i confini della scienza si confrontano Richard Dawkins, l’autore dell’Illusione di Dio, e il biologo-imprenditore J. Craig Venter. Perché l’uomo ha bisogno di sovrannaturale, dipende dall’evoluzione, è forse un adattamento specifico con un vantaggio biologico per la specie? A questo risponde il testo del neuroscienziato Giorgio Vallortigara. Inoltre un saggio inedito in Italia di Stephen J. Gould che parlando di Nabokov, il famosissimo autore di Lolita ma al contempo rigoroso classificatore di lepidotteri, rivendica la vicinanza fra attività scientifica e creazione artistica.

Poèsia













di Sandro Bondi

Viviamo insieme
questa irripetibile esperienza
con passione politica
autentica
con animo casto
e con la sorpresa
dell’amicizia. Ci mancheremo
quando verrà il tempo nuovo
e ci rispecchieremo finalmente
l’uno nell’altro. E ci mancherà
anche quello che non
abbiamo vissuto assieme
fra i banchi della scuola
nell’adolescenza inquieta e nell’età in cui non si ama. La mia fede
è la tenerezza dei tuoi sguardi. La tua fede
è nelle parole che cerco.
a Fabrizio Cicchitto...












(nel senso che sandro bondi, tutto minuscolo, ha scritto questa poesia dedicandola a fabrizio cicchitto, tutto minuscolo)

Se a voi viene da ridere...informo che Sandro Bondi è il Ministro della Cultura Italiano in pectore.

Il linguaggio dei vincitori

PRENDETEVI 10 MINUTI DI TEMPO E LEGGETE QUESTO ARTICOLO!
I grassetti sono miei.

di STEFANO RODOTÀ

SONO francamente ammirato dall'impassibilità con la quale tanti commentatori analizzano i flussi elettorali, esaltano la radicale semplificazione del sistema parlamentare, assumono la Lega come riferimento, si chiedono se siamo entrati nella Terza Repubblica o se la Seconda Repubblica comincia solo ora. Ma tanti dati di cronaca, e le sollecitazioni della memoria, mi fanno poi sorgere qualche dubbio e mi spingono a chiedere se la vera novità di queste elezioni non consista nell'emersione piena di un modello culturale, sulle cui caratteristiche hanno in questi giorni scritto assai bene su questo giornale Nadia Urbinati e Giuseppe D'Avanzo.

Non giriamo la testa dall'altra parte. Quel che è appena accaduto, e si sta consolidando, riguarda davvero "l'autobiografia della nazione".
Non riesco a sottovalutare fatti che troppi si sforzano di considerare minori, che vengono confinati nel folklore, assolti da Berlusconi come simpatiche e innocue forzature del linguaggio da parte degli uomini della Lega. E invece dovremmo sapere (quanto è stato scritto su questo argomento?) che proprio il linguaggio è la prima e rivelatrice spia di mutamenti profondi che investono la società e la politica. L'elenco è lungo, e non riguarda solo la storia recentissima.

Si cominciò da pulpiti altissimi con l'aggressività verbale eretta a comunicazione politica quotidiana, considerata troppe volte come una simpatica bizzarria e dilagata poi in ogni possibile contenitore televisivo, sdoganando ogni becerume anche nei luoghi propriamente istituzionali. E il linguaggio non è solo quello verbale. Si sono fatte le corna nei vertici internazionali e si è mangiata mortadella in Senato, si continuano a disertare le manifestazioni del 25 aprile e si elegge il Bagaglino a rappresentante della cultura nazionale.

Commentando il colpo di mano del Presidente della Commissione europea che ha tolto all'Italia le competenze in materia di libertà, sicurezza e giustizia, si è detto che è meglio così, che è preferibile occuparsi di trasporti piuttosto che di "omosessualità". Per fortuna non si è parlato di "culattoni", riprendendo il simpatico linguaggio della Lega: ma, di nuovo, il linguaggio è rivelatore, anche perché rende palese una cultura incapace di comprendere la dimensione dei diritti civili. Sempre scorrendo le cronache, scopriamo che il futuro Presidente della Camera dei deputati apostrofa, sempre simpaticamente, un immigrato come "paraculo" mentre si investe, non si sa a quale titolo, della funzione di controllo dei documenti.

Di un futuro ministro leghista ci viene offerto un florilegio di citazioni su stranieri e immigrati, sulle sanzioni da applicare, che non ha nulla da invidiare ai suoi più noti ed estroversi colleghi di partito. Un bel ponte tra passato e futuro, una indicazione eloquente degli spiriti che nutrono la nuova maggioranza, all'interno della quale si fa sentire sempre più forte la voce di chi invoca la pena di morte, raccogliendo un consenso che rischia di vanificare il grande successo internazionale del nostro Paese come promotore della moratoria contro la pena di morte approvata dall'Onu.

Di fronte a tutto questo dobbiamo davvero ripetere che le parole sono pietre. Suscitano umori, li fanno sedimentare, li trasformano in consenso, ne fanno la componente profonda di un modello culturale inevitabilmente destinato ad influenzare le dinamiche politiche.


Parliamo chiaro. Una ventata razzista e forcaiola sta attraversando l'Italia, e rischia di consolidarsi.
Ammettiamo pure che grandi siano le responsabilità della sinistra, nelle sue varie declinazioni, per non aver colto il bisogno di rassicurazione di persone e ceti, spaventati dalla criminalità "predatoria" e ancor più dall'insicurezza economica, vittime facili dei costruttori della "fabbrica della paura". Ma questa ammissione può forse diventare una assoluzione, un modo rassegnato di guardare alle cose senza riconoscerle per quello che davvero sono?

La reazione può essere quella di chi alza le mani, si arrende culturalmente e politicamente e si consegna al modello messo a punto dagli altri, con un esercizio che vuol essere realista e, invece, è suicida? Doppiamente suicida, anzi. Perché non si compete efficacemente quando si parte dalla premessa che la ragione di fondo sta dall'altra parte: l'imitazione servile, in politica, non rende. E, soprattutto, perché si consoliderebbe proprio il modello che, in nome della civiltà, dev'essere rifiutato e combattuto. Le possibilità di ripresa delle forze di centrosinistra passa proprio dalla piena consapevolezza della necessità di una immediata messa a punto di una strategia diversa.

Aggiungo che vi è un elemento meno appariscente di quel modello che ha lavorato nel profondo, che può apparire meno insidioso e che, quindi, può non suscitare la reazione necessaria. Mi riferisco ad una idea di comunità chiusa, che coltiva distanza e ostilità; che spinge a chiudersi nei ghetti; che fomenta il conflitto tra i gruppi sociali contigui. Anche questa è una lunga storia, perché molte ed esemplari sono le "guerre tra poveri".

Che non sono scongiurate elevando muri e neppure predicando una tolleranza che in questi anni si è trasformata in accettazione dell'altro alla sola condizione che faccia ciò che ci serve e che i nostri concittadini rifiutano, alle condizioni che imponiamo: e poi, esaurita questa funzione e calata la sera, quelle persone si allontanino sempre di più, isolandosi nelle loro comunità, lontani dagli occhi e, soprattutto, liberandoci da ogni inquietudine umana e sociale.

Dobbiamo affrancarci dalle suggestioni del comunitarismo, che presero Tony Blair, solleticarono anche qualche politico della nostra sinistra e, ora, rischiano di tornare alla ribalta per chi si fa abbagliare dall'esempio leghista.

Di tutto questo non basta parlare. È questa diversa cultura, che ha tanto giocato anche nell'esito elettorale, a dover essere analizzata. Altrimenti, le considerazioni sui comportamenti elettorali rimarranno monche e le stesse proiezioni nella dimensione istituzionali saranno distorte. Non è solo un doveroso esercizio di pulizia intellettuale. Se si pensa che vi sono emergenze che devono essere fronteggiate con forte spirito politico, e il degrado culturale lo è al massimo grado, bisogna essere chiari e necessariamente polemici.

Guai a dare una interpretazione del "dialogo" tra maggioranza e opposizione che induca a mettere tra parentesi le questioni più scottanti. Bisogna rendersi conto che ammiccamenti e tatticismi qui non servono a nulla, e dire alla maggioranza che in questa materia, davvero, non si può negoziare. Solo così può nascere una alleanza non strumentale tra politica e cultura, che investa anche schieramenti diversi; e, forse, qualche apertura per uscire da un clima che si è fatto irrespirabile.

Un piccolo, finale esercizio di relativismo culturale. Le cronache ci hanno parlato di un Tony Blair sorpreso senza biglietto sul treno tra l'aeroporto e Londra. Anche i nostri giornali hanno biasimato il fatto, riprendendo le giuste reazioni inglesi. Ma, da noi, doveva essere in primo luogo sottolineato come un potente ex primo ministro di una grande nazione non si servisse di auto di Stato. Questi sono i modelli culturali che ci piacciono.
(La Repubblica)

domenica 27 aprile 2008

Ladri di pene

E’ panico a Kinshasa, la capitale della repubblica del Congo, per i «ladri di pene». Ben tredici persone sono state arrestate dalla polizia con l’accusa di aver usato la magia nera per «far sparire» o «far rimpicciolire» il pene di diverse persone. Gli arrestati sono stati accusati di stregoneria per aver prodotto devastanti effetti sugli rgani genitali di diverse «vittime» anche solo sedendosi accanto a loro in un taxi collettivo. La diffusione della notizia attraverso il tam-tam dei media locali ha prodotto una vera e popria ondata di panico, tanto che le forze dell’ordine hanno probabilmente fermato i presunti stregoni più per proteggerli dal pericolo di linciaggio che per le loro presunte capacità «magiche». Esponenti della polizia hanno anche fermato diverse «vittime» cercando di far notare che i loro organi genitali erano ancora al loro posto. La risposta, riferiscono fonti della polizia, sembra che sia sempre: «Il pene lì, ma è diventato più piccolo», oppure, «Non funziona più». Fenomeni di questo genere non sono infrequenti nell’Africa centrale , dove è ancora molto diffuso il timore per le pratiche di stregoneria. Dietro al panico per i «ladri di pene», secondo alcuni c’è però un movente politico. Abitanti di Kinshasa hanno infatti accusato una setta separatista di aver montato ad arte il caso per creare disordine e mettere in difficoltà il Governo.

Fonte: Il Corriere della Sera

Oro nero

Potrebbe a prima vista sembrare allarmismo, lo studio di una banca di investimenti canadese, la CIBC, riportato da Marketwatch.

L'offerta di petrolio è inferiore alle stime ufficiali, mentre è molto improbabile che la domanda veda un calo a breve termine. Offerta scarsa e domanda forte porteranno il prezzo del petrolio e della benzina a raddoppiare entro il 2012.

L'articolo spiega molto bene cosa sta accadendo, tutto ciò che noi conosciamo benissimo: i problemi dell'OPEC, le riserve sovrastimate, la depletion eccetera.

Ma io avrei qualche dubbio sull'ottimismo di un prezzo raddoppiato tra 4 anni: qualcuno sostiene che ciò avverrà al massimo nel 2010. Il prezzo è raddoppiato ogni anno, negli ultimi anni: se il trend continua, l'anno prossimo sarà a 240 e nel 2010 a 480!

Naturalmente c'è una crisi economica talmente seria all'orizzonte, da poter sparigliare tutte le carte...

(Petrolio)

Hard Candy

È bello riconoscere la voce di Madonna, nel suo nuovo disco “Hard candy”. Come dice lei, le sue imitatrici hanno un limite: non sono Madonna. Ma la familiarità immediata è anche un inganno, un ostacolo al constatare che il suo nuovo disco “Hard candy” non è un disco “di Madonna”, come molti che lo hanno preceduto. I dischi “di Madonna” sono quelli che introducevano suoni e andamenti pop nuovi e ricercati nella classifiche di tutto il mondo, sbaragliando il campo delle comparse del genere. Lei stava un passo dietro ai rivoluzionari e due avanti ai conformisti. “Hard candy”, invece, ha dentro gli arrangiamenti ricchi e colossali dei più barocchi produttori hip-hop americani (ma non i geni innovativi con cui aveva lavorato altre volte), e ha la voce di Madonna. Ma non ha quella roba là, non è un disco “di Madonna”.
E però il discorso si può ribaltare: lei compie cinquant'anni, e malgrado la pretesa di essere la bomba del sesso di sempre - attraverso copertine, testi, e servizi fotografici - non suoni più convincentissima, e malgrado lacci, cuoi e stiletti abbiano un po' stufato, è anche vero che non puoi essere tutta la vita più avanti di te stessa. Arriva un momento in cui rimani un po' indietro, e allora costruisci tutto alla perfezione, e cerchi di fare Madonna. Chiami i professionisti, la ributti sul sesso. Ti viene comunque una cosa senza una sbavatura, piena di suoni e ritmi, che si balleranno tutta l'estate e rimbalzeranno nelle radio. Soprattutto in America, dove non si annoiano mai di queste cose. Un disco divertente, se hai modo di sentirlo a volume alto e con i finestrini aperti: “ritmi dove un tempo c'erano delle melodie”, ha scritto il Times. E un paio di canzoni che le puoi ancora canticchiare. Ma alla fine dell'estate il mondo starà già occupandosi d'altro, e per la prossima volta - col nuovo contratto discografico - sarà meglio cominciare a farsi venire qualche idea.
(Luca Sofri)