sabato 13 settembre 2008

Robin Hood al rovescio.

Il ritorno dalle vacanze sta riservando alla Puglia non poche sorprese!

Dopo la (probabile) cancellazione della Puglia dagli scali della (nuova?) compagnia Alitalia - AirOne, ecco che un’altra inquietante notizia rischia di non far dormire sonni tranquilli a tutti coloro che vivono e viaggiano, per lavoro e turismo, da e per la nostra regione.

Leggete questo estratto da un articolo apparso su Repubblica.it:

Troppo veloci per la Puglia: così Bari, Taranto e Lecce perderanno il Pendolino. Se la nuova compagnia di bandiera che prenderà il posto di Alitalia farà sapere come lasciare a terra i pugliesi, Trenitalia sa già quando trasformare la Puglia in un binario morto per i suoi Eurostar. Dal 9 settembre salta il Taranto-Milano delle 5,34 che arriva nel capoluogo lombardo in meno di nove ore e mezza: al posto di un Etr 500 ci sarà un Intercity revampizzato, come si dice. Niente più carrozza ristorante e tutti i comfort pubblicizzati da Trenitalia.

Fra un paio di mesi i pendolini spariranno anche dalle stazioni di Lecce e di Bari. Nel capoluogo pugliese, probabilmente in coincidenza con l´entrata in vigore dell´orario invernale, non partiranno più i quattro Eurostar che in meno di cinque ore arrivavano nella capitale e i tre pendolini che in otto ore arrivano a Milano. Da Lecce non ci saranno più i due Etr per Milano e i tre per Roma. Così come si parte, così non s´arriva nemmeno: da Roma e Milano per Bari, Lecce e Taranto, si potrà viaggiare ma senza le comodità offerte dal pendolino. [...]“

Le notizie che arrivano da Roma parlano chiaro, le nuove linee ad alta velocità che saranno attivate nei prossimi mesi (la Milano-Torino, la Roma-Milano e la Bologna-Venezia), hanno "bisogno" di treni efficienti e veloci. Trenitalia vuole garantire ai passeggeri del Nord un servizio efficiente con treni nuovi e superveloci e con partenze da standard europeo: un treno da e per ogni destinazione in partenza ogni quarto d'ora. Il fatto drammatico è che Trenitalia abbia deciso di fare tutto ciò togliendo i treni eurostar al sud e soprattutto alla Puglia. Ma Robin Hood non toglieva ai ricchi per dare ai poveri???

Addio pendolini-Eurostar dunque, al loro posto ci saranno dei treni che le Ferrovie hanno battezzato Eurostar-city, che altro non sono se non i vecchi carrozzoni degli espresso e degli intercity (ciuf-ciuf), ma con tariffe poco dissimili dagli attuali eurostar. In compenso niente servizio ristorante, niente servizio di assistenza del personale di bordo (il controllore sì però). Trenitalia replica, il servizio ristorazione sarà garantito dal carrellino porta-vivande. Gelati, gelati chi vuole gelati??? Sperando che non si squaglino come i soldi delle nostre tasse pagate per avere in cambio treni da far-west.


venerdì 12 settembre 2008

Chiamateli Post-It


EepyBird's Sticky Note experiment from Eepybird on Vimeo.

Ahi-Talia

Non vedo l'ora di sapere cosa si inventerà Berlusconi per giustificare il probabile fallimento della SUA idea per Alitalia.
Per fini puramente elettorali ha detto no ai francesi e ora si parla di 6000 disoccupati in più.
Ottimo affare, complimentoni.


Speriamo solo che gli annunci catastrofisti siano tutta tattica per intimorire la controparte.

Ora basta!!!

Voglio difendere il Ministro dalle battute insulse e zozze che la perseguitano.
Doppi sensi, allusioni, metafore sessuali, è uno schifo. Vi rendete conto??

Ormai Mara Carfagna non può aprire bocca
...
...aprire bocca????

.... ok, è impossibile... ci rinuncio.

Trovate in Rete

"Parlando della Gelmini, Umberto Bossi disse: chi pretende di riformare
la scuola dovrebbe come minimo aver insegnato. Sull'ultimo disegno di
legge della Carfagna invece non ha avuto nulla da ridire."
da qui.

«Coraggiosa la Carfagna: adesso rischia un’indagine dell’Antitrust».
da qui.

E per finire un articolo scritto dalla mamma della Carfagna sotto le mentite spoglie del giornalista Roberto Arditti de Il Tempo.

Roberto Arditti
Neanche il Minculpop.
Cito alcune perle dal prezioso scritto:


"E lo capisci dal fatto che il ministro si presenta nel primo pomeriggio di un giorno storico, perché tale è la giornata di ieri, in forma smagliante, perfettamente truccata, pettinata, vestita."

"Entri nel suo studio a via del Tritone e lei ti accoglie sorridente,
celando a fatica l'entusiasmo per una giornata che si sta rivelando
piena di soddisfazioni."

"Si sente a pelle che sta imparando la dura arte della politica di alto
livello, dove una parola di troppo può costarti la poltrona. Lo capisci
dalle sue risposte, che sono caute molto oltre il suo istinto e, forse,
il suo reale pensiero"

Ho la nausea.

Rassicurazioni



"Gli Stati Uniti pronti alla guerra con la Russia"
(Sarah Palin - La Pazza)

Geni italiani.

Chi conosce quest'uomo? Forse nessuno. Si chiama Giovanni Amelino-Camelia, 42 anni, nato a Napoli il 14 dicembre del 1965. Laureato all'Università Federico II di Napoli in fisica, si trasferisce nel 1990 a Boston e lì, presso il prestigioso Massachussets Institute of Tecnology, consegue il Ph. D. Torna in Italia e dal 2000 è ricercatore presso l'Univesrità di Roma, La Sapienza.
E' uno dei principali teorici viventi della teoria della geometria non commutativa (non chiedetemi cosa sia che non lo so, ma pare sia una teoria che aspira a trovare una sintesi tra la meccanica quantistica e la relatività di einstein).

Nel 2008, la rivista scientifica americana Discover Magazine, l'ha inserite in un elenco di sei fisici che nei prossimi anni potrebbero rivoluzionare la scienza come Einstein nel secolo scorso. Gli altri dell'elenco sono 1) Garrett Lisi della Ucla University; 2) Stephen Hawking, vabbè lo conosciamo tutti; 3) Mordehai Milgrom, del Weizmann Institute di Israele; 4) Fotini Markopoulou-Kalamara, il più giovane, 36 anni, del Perimeter Institute for Theoretical Physics in Canada, creatore della teoria della gravità quantica circolare; 5)Ed Witten, 56 anni, dell'Institute for Advanced Study del New Jersey. Creatore della teoria delle stringhe. Per la sua sovrannaturale intelligenza, porta molti colleghi a scherzare chiamandolo...l'alieno.

Adieù-litalia


"Chi dovesse malauguratamente affossare tutto dovrebbe poi renderne conto ai cittadini".
(Daniele Capezzone - Portavoce di FI)

Non cercare troppo lontano.
Parlane con chi ti paga lo stipendio...

Il Papa in Francia


"La laicità non contrasta con la Fede"
(Benito XVI)

Giusto. E' vero esattamente il contrario.

giovedì 11 settembre 2008

Sarà vero?


La "diffusione" del mio cognome in Italia regione per regione.
Se volete notizie sul vostro provate
qui.

Spigolature

Il Tribunale di Chiavari ha condannato il parroco di Lavagna, in provincia di Genova, a risarcire con sessantamila euro una insegnante in pensione "vittima" dell'eccessivo rumore prodotto dalle campane della chiesa in cui il tunicato dice messa.
Pare che la vecchietta si trasferirà vicino ad un'altra chiesa. Col prossimo risarcimento camperà i prossimi dieci anni. Gli italiani si industriano a trovare nuovi modi per sbarcare il lunario.

A Mariano Comense, in provincia di Como, un uomo mascherato col costume dell'Uomo Ragno ha rapinato l'ufficio postale del paese, riuscendo a sottrarre duemila euro dalla cassa.
Che sia la prima apparizione del rimedio infallibile contro la criminalità pensato dal Governo Berlusconi? Se è lui ha le idee confuse.

A Cassino, in provincia di Frosinone, un uomo di 85 anni ha vinto cinquemila euro al "Gratta e Vinci" e, dopo averli incassati, ha deciso di investirli nel suo...funerale!
In periodo di stagnazione quale migliore investimento? Una bella cassa da morto e il futuro è assicurato.

Incartamenti

Mi sa che Marco Travaglio si sta leggermente incartando nelle sue stesse carte.

Update: Travaglio dice di aver ripescato anche gli assegni mancanti.

ps.
Basta. non me ne frega più niente delle sue vacanze.
Dico solo che forse Travaglio non sta capendo cosa D'avanzo vuole dirgli.

Il Pulpito di Mara


«Come donna impegnata in politica e nelle istituzioni, la prostituzione
mi fa rabbrividire. Mi fa orrore, non
comprendo chi vende il proprio corpo. Ma mi rendo conto che è fenomeno
che esiste e che purtroppo non può essere debellato, come la droga»
(Mara Carfagna)


Non è una battuta, l'ha detto davvero.



Non ci pensate nemmeno

Il disegno di Legge contro la prostituzione è stato proposto dal Ministro Mara Carfagna.
.
.
.
La smettete di pensare a quella cosa????

Vergogna!

Autolesionismo

Il Consiglio dei Ministri ha deciso che la prostituzione sarà un reato.

.
.
.


ps.
Ok, questa era qualunquista.

mercoledì 10 settembre 2008

Con chi ce l'avrà?

«Credo che in Italia sia ancora una questione aperta la piena identificazione che ci dovrebbe essere da parte di tutti nei principi e nei valori della Costituzione repubblicana, che sono rispecchiati nella Costituzione europea richiamata nel Trattato di Lisbona»
(Giorgio Napolitano -Presidente della Repubblica)

Sante parole


Sembra che Sabina Guzzanti verrà processata. Lascio il commento ad Antonio Di Pietro:

«L'offesa [al Papa] arriva tutti i giorni da coloro che predicano bene e razzolano male, che corrompono i testi ai processi e poi vanno a baciare la mano al Pontefice, che rubano e non vogliono farsi giudicare, che vanno a messa la domenica e ai bordelli il lunedì, che danno Gesù Cristo sull'altare e si prendono i bambini in sacrestia. Guzzanti è invece solo una donna libera, che ha liberamente espresso il suo pensiero. Si può condividere o non condividere, e neanche io l'ho condiviso quel giorno, ma solo ai tempi dell'olio di ricino chi la pensava diversamente finiva in galera. Ma si sa essere una donna libera ai giorni nostri è un reato!»
(Antonio di Pietro)

L'insicurezza assicurata

Certo che a vederli così, uno di seguito all'altro, tutti questi "casi isolati" nella stessa città, fa un pò impressione.
Comunque:
visto che i richiami sulla sicurezza non bastano,
visto che i militari per strada non sono sufficienti,
visto che le persecuzioni etniche non sono servite,

per aumentare "il senso di sicurezza" degli italiani propongo l'utilizzo dell'aviazione e dei carriarmati per le strade.
Poi si potrebbero distribuire dei Kalashnikov alla popolazione per le uscite serali ("Papà sto uscendo" - "Va bene. Hai preso il coltello a serramanico? Lo sai che in strada non si può stare tranquilli").
Magari alle ragazze si potrebbero dare delle pratiche pistole "da borsetta".

Ps.
A me sembra che "il senso di sicurezza" sia inversamente proporzionale ai tentativi di aumentarlo.
Più si militarizza e più aumentano gli episodi violenti.

La migliore di oggi

La settimana della moda ricorre due volte all'anno e a tutti a New York viene la febbre da settimana della moda. In città ci sono migliaia di modelle.
Per nutrirle per tutto il periodo che soggiorneranno in città ci vorrà un intero cespo di lattuga...
(Dave Letterman)

Cambia mestiere!

Cosa direste al vostro salumiere musulmano se si rifiutasse di vendervi la mortadella?

Cheney a Roma

La visita di Cheney a Roma è stata dipinta dai telegiornali come tutta rose e fiori.
Il Financial Time da un'interpretazione un pò meno idilliaca.
Per i non anglofoni posto la traduzione trovata sul blog di Paolo Guzzanti:


L’Italia fa innervosire gli Stati Uniti per la Georgia.

di Guy Dinmore

Un tempo alleato favorito per il suo sostegno all’invasione degli Stati Uniti in Iraq, Silvio Berlusconi, Primo Ministro italiano di centro-destra, è diventato una figura particolarmente irritante per l’Amministrazione Bush nell’ambito della gestione dell’invasione russa della Georgia.
Le tensioni nei rapporti transatlantici si sono palesate marterdì, a Roma, quando Dick Cheney, il Vice Presidente degli Stati Uniti e Berlusconi hanno letto le loro dichiarazioni.
Cheney ha vigorosamente condannato “il tentativo unilaterale [della Russia] di modificare attraverso l’uso della forza militare i confini internazionalmente riconosciuti della Georgia”, e ha ripetuto che la NATO si era accordata per un eventuale ingresso della Georgia e dell’Ucraina nell’organizzazione.
La delegazione degli Stati Uniti, in visita in Italia per cinque giorni, ha cercato di ottenere un chiaro appoggio da Berlusconi. Invece Berlusconi non ha speso una parola di critica contro la Russia.
Il premier italiano ha dichiarato di aver cercato di illustrare a Cheney il suo personale successo nel ridurre la portata di “quello che è accaduto in Ossezia e poi in Georgia”. Ha sottolineato l’importanza di confermare il Consiglio Nato-Russia, il forum congiunto inaugurato da lui nel 2002 con il Presidente George W. Bush e l’allora Presidente russo Putin.
Secondo diplomatici europei, i falchi dell’amministrazione Bush guardano con sospetto i legami personali di Berlusconi con il leader russo e sono preoccupati per la presidenza italiana del G8 da gennaio.
L’Italia ha già chiarito che desidera invitare il Putin al summit in Sardegna.
Un tentativo italiano di indire un incontro ordinario del Consiglio Nato-Russia dopo l’invasione della Georgia è stato già bloccato dagli Stati Uniti.
A Washington sono aumentate le preoccupazioni che l’Italia stia cercando di indebolire l’unione, quando Franco Frattini, il ministro degli Esteri italiano, si è recato a Mosca lo scorso giovedì - lo stesso giorno in cui Cheney si trovava in Georgia e in Ucraina, e in anticipo su Nicholas Sarkozy,
il Presidente francese che sta guidando le trattative di pace dell’Unione Europea e che è attualmente trai favoriti di Washington.
I falchi degli Stati Uniti sono allarmati per gli stretti legami energetici dell’Italia con la Russia, in particolare per l’accordo di “partnership strategica” stretto tra la russa Gazprom e la semi-statale Eni nel 2006, e il progetto del gasdotto South Stream che dovrà portare gas russo attraverso il Mar Nero.
“L’Italia è il cavallo di Troia della Russia in Europa”, ha dichiarato un diplomatico di un ex stato sovietico satellite circa la dipendenza occidentale dal gas russo.
La dirigenza italiana nega che Berlusconi abbia voltato le spalle all’amministrazione Bush.
Una dichiarazione italiana che ha incontrato l’approvazione di Cheney è stata l’affermazione di Frattini che l’Europa ha bisogno di una strategia energetica e che si deve unire nelle negoziazioni con la Russia, la Libia e l’Algeria.
Privatamente però, la dirigenza italiana argomenta che gli Stati Uniti dovrebbero essere gli ultimi a dare una lezione all’Europa sui pericoli della dipendenza energetica, e che Bush e Cheney presto se ne andranno, ma Putin e il gas russo no.

La Delegazione di Cheney ha mostrato progetti competitivi per gasdotti che collegherebbero l’Europa con nuove fonti di gas nel Caucaso e nell’Asia Centrale, mappe composte di forme irregolari collegate da lineee trattegiate. Umberto Quadrino, il direttore esecutivo di Edison, il secondo gruppo energetico italiano, sta facendo pressioni sull’amministrazione Bush perché appoggi prima il progetto Edison del corridoio ITGI e successivamente, il più anbizioso ma ancora in qualche modo ipotetico progetto del gasdotto Nabucco. Entrambi i progetti aggirano la Russia ma passano attraverso la Georgia. ITGI dovrebbe portare 8miliardi di metri cubi di gas direttamente in Italia dal giacimento dell’Azerbajian Shah Deniz, nel Caspio. Il gas azero sta già raggiugendo la Georgia e la Turchia e potrebbe arrivare alla Grecia. Il solo “collegamento mancante” è un gasdotto sottomarino attraverso l’Italia, che verrebbe costruito da Edison e dalla greca Depa.
“Siamo pronti a farlo”, ha dichiarato Quadrino a Financial Times dopo il Convegno Ambrosetti, tenutosi in nord Italia, dove ha cercato di convincere la delegazione Cheney.


Copyright The Financial Times Limited 2008

La fine del mondo

Sono le 10:09. Io ancora ci sono.

Ballarò

Ma sbaglio o ieri su RaiTre D'Alema diceva cose sensate? Si vede che sono un fan deluso di Baffino?

martedì 9 settembre 2008

Il nazionalismo russo



di Andrea Romano
Ora che la crisi georgiana è forse superata, almeno nei suoi aspetti militari, si può tornare a riflettere pacatamente sul nazionalismo russo. Non tanto su come lo vediamo noi (inevitabile e giustificato, prodotto dagli errori dell’Occidente, etc.) ma su come se lo spiegano gli stessi russi. Perché se ci siamo detti e ripetuti che dobbiamo “metterci nei panni della Russia” e comprenderne le ragioni, non c’è stato un solo corrispondente italiano da Mosca (ammesso che ce ne siano ancora, dopo la grande fuga del nostro giornalismo dall’ex impero sovietico) che durante la crisi abbia raccontato dall’interno di quel mondo la nuova rappresentazione di potenza che andava emergendo.

Allora proviamoci, qualche giorno dopo gli scontri militari, a far parlare il nazionalismo russo con le sue stesse parole. Senza pescare un qualche foglio radicale e revanscista ma sfogliando le Izvestija: il principale quotidiano russo di establishment, il giornale più vicino al Cremlino ma anche quello tenuto per pubblico e tradizione a mantenere in ogni occasione un profilo equilibrato.

C’è ad esempio Vitalij Tret’jakov, tra i decani del giornalismo indipendente e fondatore a suo tempo della liberale Nezavizimaja Gazeta, che in un editoriale del 28 agosto scrive che “la guerra di Saakashvili e della Georgia contro di noi ha scolpito nella pietra la lista dei nemici più autentici della Russia. È la lista di quei regimi e di quei leader che hanno armato la Georgia, che si sono affollati ai piedi del nuovo Fuhrer Saakashvili nelle sue piazze. Oggi i popoli della Russia hanno un conto aperto con quei politici. E spero che il Cremlino farà arrivare anche a loro una piccola dose di quella giusta punizione che è stata comminata al capo georgiano. Sono i politici che governano gli USA, Israele, l’Ucraina, la Polonia, la Lituania, la Lettonia e l’Estonia”.

Ma Tret’jakov guarda soprattutto al futuro, alla prospettiva di unificare il popolo russo al di là dei confini esistenti. E sostiene con sicurezza che “la storia procede non solo per divisioni ma anche per unificazioni. E se negli ultimi decenni si è unificato il popolo tedesco, e se la stessa Unione europea ha favorito l’unificazione del popolo albanese, cosa impedisce che in prospettiva storica il popolo russo si possa unire a quello osetino? O forse gli osetini sono inferiori ai tedeschi?”.

Etnie che si uniscono per confini che cambiano, oggi ma soprattutto domani. Sulle Izvestija il riferimento che sempre meno velatamente ha accompagnato la crisi georgiana è stato alla Crimea, la penisola ucraina oggetto di un contenzioso permanente tra Mosca e Kiev per l’alta percentuale di popolazione di lingua russa non meno che per la presenza a Sebastopoli della flotta russa del Mar Nero. Il 29 agosto un’intera pagina delle Izvestija a firma di Ksenija Fokina è dedicata a discutere un interrogativo che di qui a pochi mesi si porrà dinanzi all’intera comunità internazionale: “È pronta la Russia a riprendersi la penisola di Crimea?”. Se non è chiaro cosa significhi nel concreto quel “riprendersi”, per le Izvestija è vicino il momento della verità. “Nell’aprile del 2009 decadrà l’accordo di cooperazione tra Ucraina e Russia, che fino ad oggi ha garantito l’integrità territoriale ucraina. La Russia ha sempre rispettato quel patto, ma non c’è un solo punto sul quale la politica di Jushenko si sia rivelata amichevole nei nostri confronti: le rivendicazioni della popolazione di lingua russa, gli onori concessi agli ex combattenti fascisti e antisovietici, l’intenzione di entrare nella Nato. Oggi la posizione di Kiev nei confronti degli avvenimenti georgiani ha definitivamente sepolto ogni speranza di rapporto amichevole”.

E dunque? L’inevitabile che attende l’Ucraina è né più né meno la decurtazione di ampie porzioni di territorio. Perché “in settembre sarà il parlamento russo ad affrontare la questione. Non è escluso che si decida di uscire dal patto di collaborazione. In quel caso l’integrità territoriale ucraina sarà definitivamente messa in discussione (assai più di quanto non lo sia già in conseguenza della politica di Jushenko). E lo stato pseudo-unitario di Ucraina potrà tranquillamente andare in pezzi, come una torta mal riuscita”. Ad ulteriore chiarimento del messaggio politico, le Izvestija pubblicano lo stesso giorno i risultati di un sondaggio realizzato tra i propri lettori. Alla domanda “La Crimea è necessaria alla Russia?” il 45% ha risposto “Sì, abbiamo combattuto secoli per averla” e il 16% “Sì, è una base strategica della nostra flotta”. Solo il 10% degli interpellati ritiene invece che “Ora è territorio di un altro stato”.

È poi venuto il turno di un’ampia pattuglia di analisti di politica interna e internazionale, intervenuti in gran numero a consolidare la nuova rappresentazione nazionale che andava prendendo corpo negli scontri intorno a Tblisi. Scrive ad esempio il politologo Aleksej Pushkov che “sembra che qualcuno ci voglia spingere ai margini della comunità internazionale, ma si tratta di un irresponsabile tentativo europeo-americano. E poi cosa sarà mai questa comunità internazionale? In linea di principio non esiste alcuna comunità che sia superiore a quella russa. E la rappresentazione di una comunità internazionale è solo un’invenzione dell’Occidente”. Lo stesso giorno Vladimir Zharichin, vicedirettore dell’Istituto dei paesi della CSI, aggiunge: “Questa crisi ha dimostrato che non solo l’Europa ma nemmeno gli Stati Uniti sono minimanente pronti ad accennare alcuna prova di forza con noi. Al di là di inutili dichiarazioni verbali, al di là dei fiacchi tentativi di riconquistare diplomaticamente ciò che è stato perso in battaglia, non c’è stato e non ci sarà niente di serio. Non dobbiamo temere che qualcuno provi ad isolarci. Perché per riuscirci vi sarebbe bisogno di quella potente volontà politica che da quelle parti manca del tutto. Deve essere questo il punto di partenza di ogni nostra politica”.

E infine il bellicoso Aleksandr Dugin, che da teorico dell’eurasismo radicale si è trasformato da qualche anno in tenace sostenitore di Putin, secondo il quale “la Russia non ha vinto la guerra ma solo una battaglia, con un’operazione condotta in maniera esemplare. Oggi siamo entrati in una nuova fase, dopo aver seriamente alzato il livello di conflittualità con l’Occidente. Non possiamo pensare che sia tutto finito. Perché oggi siamo pronti a condurre la guerra, per quanto obbligata”.

Sono solo parole in libertà, si dirà. Ma sono le parole più aspre di una nuova e compiuta ideologia nazionale, che per giorni hanno riempito la stampa quotidiana più equilibrata e che raccontano assai meglio di molte nostre analisi il mutamento politico e culturale avvenuto in Russia dopo l’incertezza di status degli anni Novanta. Ed è probabilmente con quelle parole – e non con le espressioni del nostro eterno senso di colpa – che dovremo fare i conti da domani.

Internet è clandestina

Il tribunale di Modica ha condannato uno storico siciliano a chiudere il suo blog.
Il blog è stato definito "stampa clandestina". Il 3 settembre scorso è uscita la motivazione della sentenza.
La sentenza è veramente assurda e interpreta in maniera restrittiva una la legge ambigua e molto "interpretabile".

Io ancora non ho capito se devo registrare il mio blog e se tutto il web vada o no "registrato".
Al momento la situazione è questa: se rompete troppo le scatole con il vostro blog potreste essere denunciati per "mancata registrazione" e se trovate un giudice con la luna storta dovete chiudere baracca e burattini e pagare una multa.

Giudicate voi.

Caro Presidente

La lettera aperta al Presidente della Repubblica che Margherita Hack ha mandato ai giornali ma che i giornali non hanno pubblicato (da Micromega ):

Caro Presidente,
ho sempre avuto grande stima per Lei e per la sua lunga militanza democratica. Perciò non capisco come abbia potuto firmare a tambur battente una legge indegna di un paese democratico come il lodo Alfano. Lei dice che la sua firma è stata meditata, e forse intendeva dire che lo considerava il male minore. Ma io, e come me molti italiani che hanno ancora la capacità di indignarsi di fronte alle violazioni della Costituzione da parte di una destra arrogante, non capiscono come sia possibile varare una legge apertamente incostituzionale. La Costituzione afferma che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, e quindi anche senza essere giuristi, non si capisce come quattro cittadini siano più eguali degli altri (e migliaia meno eguali, come i clandestini, che, se delinquono subiscono un aggravio di condanna). Scandalizza l’impudenza di Berlusconi, che appena varata la legge esclama: finalmente libero dalla persecuzione della magistratura. Non si configura in questa frase un oltraggio alla magistratura?
Per quanto ne so, Lei aveva trenta giorni di tempo per firmare, poi avrebbe potuto rimandare alle camere la legge per sospetta incostituzionalità, e solo dopo il secondo riesame avrebbe dovuto comunque firmarla.
Io credo che per amor di pace non si debba essere troppo acquiescenti con una destra antidemocratica. E’ già successo una volta, ottantasei anni fa."

Margherita Hack

La migliore di oggi

lunedì 8 settembre 2008

Fannie Mae e Freddie Mac

di Federico Rampini
[..]
Da un crac all'altro, la costante è la socializzazione delle perdite provocate da manager incompetenti e disonesti. Nei tempi di vacche grasse, il top management incassa stock option e bonus stratosferici. Quando le aziende sono rovinate, il conto passa alla collettività. Si stravolge così tutto il sistema di incentivi e deterrenti che è l'abc dell'economia di mercato. Il principio di responsabilità è ormai un'astrazione. La selezione operata dalla concorrenza viene falsata. La capacità del mercato di allocare le risorse in modo efficiente, punendo le aziende decotte e premiando quelle sane, viene distorta da una perversa garanzia di ultima istanza: la promessa implicita che il governo salverà quelli che sono "troppo grossi per fallire". Quale sarà la prossima banca scaricata sulle spalle del contribuente americano?

Spalle sempre più fragili. Perché nel frattempo l'economia reale non accenna a migliorare. I pignoramenti delle case sono ai massimi da 40 anni. Il tasso di disoccupazione è salito al 6,1%. Con le famiglie assediate dalla recessione, le prossime crisi finanziarie sono in agguato: verranno dalle insolvenze sulle carte di credito, e sui finanziamenti rateali degli acquisti di auto. Per l'americano medio le speranze di aiuto sono modeste. Il socialismo è riservato ai banchieri.
(La Repubblica )

Confusione mentale


La Ministra prende atto di fatto accertato da circa una quindicina di anni:

«Sono stupefatta della confusione mentale di Umberto Bossi, che a metà agosto ha detto che tre maestri erano troppi e ne bastava uno perché serviva un riferimento unico. Il 7 settembre dice esattamente l'opposto. Si metta d'accordo con se stesso prima di parlare di scuola».
(Mariastella Gelmini - Ministro dell'istruzione)

domenica 7 settembre 2008

BAVAGLIO

Il video della presentazione.

Panico nel Centrodestra

In Italia serve una "nuova generazione" di politici cattolici, che abbiano "rigore morale" e "competenza".
(Papa Benito XVI)

Per rinfrancar lo spirito

Si può fare meglio dei Simpson? A volte i Griffin ci riescono: