venerdì 10 ottobre 2008

Come iniettare la fiducia?

di Angelo Baglioni
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Come insegna la teoria economica, il mercato dei depositi bancari è soggetto a due equilibri: uno “buono” e uno “cattivo”. In quello buono, ciascun depositante si aspetta che tutti gli altri non ritirino i loro depositi, se non per le loro effettive necessità. In quello cattivo, ciascuno si aspetta che tutti gli altri ritirino i loro depositi, in preda ad una crisi di fiducia: in questo caso è razionale per ciascuno correre a ritirare i soldi dalla banca prima degli altri, e la crisi di fiducia diventa una profezia che si “auto-realizza”. Il mercato interbancario non sfugge a questa legge: se ogni banca si aspetta che le altre non siano disponibili a prestare soldi sul mercato interbancario, si tiene ben strette le sue riserve liquide e non le presta alle altre; così il mercato si blocca. Perché il mercato riprenda a funzionare bisogna che le aspettative si capovolgano, facendo prevalere l’equilibrio buono, quello in cui ogni banca è disposta a prestare denaro perché sa che, in caso di bisogno, non avrà problemi a prenderlo a sua volta a prestito sul mercato.

Come capovolgere le aspettative? Posto che le banche centrali non sembrano in grado di farlo, non resta che tentare una soluzione estrema: dotare i depositi interbancari di una garanzia statale. Questa garanzia potrebbe ripristinare la fiducia delle banche nel mercato interbancario, consentendo a questo di rimettersi in moto (passando dall’equilibrio cattivo a quello buono). Si noti che, se la soluzione funzionasse perfettamente, la garanzia non costerebbe nulla: se grazie alla garanzia nessuna banca incorre in una crisi di liquidità, nessun intervento dell’assicurazione si rende necessario.

Naturalmente la realtà non funziona così bene: è possibile che qualche intervento si renda effettivamente necessario, generando elevati costi per lo Stato. Tuttavia, questa obiezione ha una contro-obiezione. Se non si dà alcuna garanzia ex ante, si aumenta il rischio che la crisi di liquidità si aggravi e porti all’insolvenza di alcune istituzioni, costringendo le autorità ad organizzare ex post un intervento di salvataggio, incorrendo così in costi comunque elevati – forse ancora maggiori (si vedano i numerosi interventi già effettuati sia negli USA sia in Europa).

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(LaVoce.info )

Fatela!

di Filippo Facci
Lo so che il Giornale sul caso Englaro ha la sua linea: ma chiedo di poter dire ugualmente quanto abbia trovato sconcertanti un paio di uscite purtroppo governative. Eugenia Roccella, dopo la pronuncia della Consulta, ha detto che il problema «è l’espansione dei giudici e la loro invadenza di campo» perché «in Italia le leggi le fa il Parlamento e i giudici dovrebbero applicarle». Gaetano Quagliariello nondimeno ha definito «pilatesca» la decisione della Consulta e ha detto che «legiferare diventa ancora più urgente». Cioè: ma di che state parlando? Siete voi che la legge non l’avete mai fatta, siete voi che non volevate assolutamente farla, siete voi che sino a mezz’ora fa non volevate neppure sentir parlare di testamento biologico e urlavate «eutanasia» a ogni tentativo di farlo. È l’ipocrisia della politica italiana, unica in Europa, che ha lasciato dolosamente scoperti gli spazi di cui la magistratura non ha potuto non occuparsi: e ora venite a dirci che ci vuole una legge? Dopo che per anni ve l’hanno chiesta la società civile, i medici, tutti i livelli della magistratura, il Consiglio superiore di sanità, persino qualche politico? Dopo che la società e i medici, aspettando voi, per anni, se la sono cavata segretamente da soli con tutte le Englaro e i Welby lontani dai riflettori? E sarebbe la Consulta a essere pilatesca? Non dite che ci vuole una legge: fatela.

Bruschi risvegli

"Da ieri tutti mi chiedono se abbandonerò il partito, se mi dimetterò dal gruppo, se lascerò il Parlamento, se tu mi hai telefonato, che cosa penso di coloro che sono stati comandati di compilare penose ingiurie nei miei confronti sulle stile delle guardie rosse: nessuno osi
critcare il grande timoniere. Le nostre riunioni pubbliche del resto non sono state mai dei congressi, il diverso parere non è gradito e di fatto non è ammesso. Io ho inventato la formula, da te spesso ripetuta, di un partito monarchico e anarchico.Ma se la monarchia diventa pensiero unico e l’anarchia viene schiacciata, allora il partito monarchico-anarchico diventa una anomalia democratica per rispondere alla quale non è sufficiente la convocazione del congresso di febbraio,
che di fatto sarà soltanto una kermesse di fusione fra le due componenti, AN e FI."
(Paolo Guzzanti- senatore PDL)

giovedì 9 ottobre 2008

Mara Carfagna

Chiede un milione di euro di danni a Sabina Guzzanti:

"Bella donna ma che tariffe!"
(Sabina Guzzanti)

La zingara rapitrice




  • Titolo: La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (1986-2007)
  • Autore: Tosi Cambini Sabrina
  • Editore: CISU
  • Data di Pubblicazione: 2008
  • Collana: Romanes
  • ISBN: 887975419X
  • ISBN-13: 9788879754194
  • Pagine: 142





L'Università di Verona pubblica uno studio, realizzato dalla ricercatrice Sabrina Tosi Cambini, per verificare i casi accertati di rapimenti di bambini da parte di zingari-rom in Italia. Risultato: nessuno.
Un libro per sfatare una credenza.

Stati Uniti Socialisti d'America


Delle vicende della Lehman Brothers e del terremoto nella finanza americana ormai s'è detto tutto. Le autorità americane, amministrazione Bush col Ministro al Tesoro Paulson e il Governatore della Fed Bernanke, hanno deciso di lasciare la Lehman al suo destino decretandone di fatto il fallimento. Nello stesso tempo, hanno deciso di salvare la Merryll Lynch, attraverso una operazione di fusione con la Bank of America, e l'American International Group (Aig), colosso delle assicurazioni che aveva già avuto un ruolo fondamentale nelle operazioni speculative sul petrolio di qualche mese fa.

Queste operazioni di "salvataggio" costeranno 700 miliardi di dollari. Ne avevano chiesti 1000. Con una mossa a sorpresa, lo Stato americano si impegna , con questa manovra, a salvare le banche coprendone i debiti che, le banche stesse, hanno negli ultimi anni lasciato lievitare senza controllo, anche sotto la spinta dell'amministrazione Bush che chiedeva agli "amici" banchieri di concedere mutui immobiliari senza tanti controlli per favorire la sua politica di "una casa ad ogni famiglia americana".

L'operazione di salvataggio da 700 miliardi ha una portata storica per gli Stati Uniti. E' una manovra di intervento diretto dello stato, della "mano pubblica" nella economia. E' una manovra che ca in netto contrasto con la filosofia economica monetarista e neo-monetarista che ha guidato da sempre le amministrazioni repubblicane: il mercato ha in sé gli strumenti per uscire dalla crisi. Gli interventi pubblici introducono delle perturbazioni che allontanano dal sentiero di crescita che il mercato e solo il mercato può definire.

Con questa manovra, l'Amministrazione repubblicana sconfessa in modo plateale il "credo" teorizzato da Milton Friedman e realizza una vera manovra keynesiana di deficit spending. Il mercato non può risolvere da solo la crisi e quindi lo Stato entra a piedi uniti nella vita economica reale con una manovra che, peraltro, configura una socializzazione delle perdite delle banche. Gli errori del mercato vengono "trasferiti" sui cittadini americani, sulla collettività.

Sull'argomento si è anche pronunciato il Professor Zingales, italiano, docente di economia e finanza all'Università di Chicago "Il capitalismo non è morto in senso assoluto, ma è morto il capitalismo come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. Il modello di sviluppo che ha dominato l'economia americana negli ultimi 70 anni si è incrinato definitivamente davanti alle misure prese da Paulson e Bernanke. Il motto Stati Uniti Socialisti d'America non è una battuta. Bush ha fatto in poco tempo quello che non è riuscito a fare Mitterand in Francia con l'appoggio del partiuto comunista francese e con le nazionalizzazioni. Il peggio è che in America il governo sta socializzando le perdite a spese del contribuente, un po' quello che in Italia si voleva fare con Alitalia. Invece il conto delle perdite va presentato a chi si è assunto certi rischi, non ai cittadini."

Il conto è stato "girato" alle tasche dei cittadini americani. I 700 miliardi di dollari infatti, verranno raccolti sul mercato del risparmio. Paulson sta definendo l'emissione di titoli del debito pubblico analoghi ai BOT italiani (ritenuti lo strumento più efficace per raccogliere una simile somma di danaro in un contesto di sfiducia e incertezza) per una somma corrispondente.

Il debito pubblico degli usa arriverà a 15.000 miliardi di dollari, pari al 120 per cento del Pil. Situazione tipicamente italiana (il nostro pil è pari al 105 per cento del Pil). Un debito che comporta, come sappiamo, una spesa in conto interessi che per essere coperta porta necessariamente a innalzare la pressione tributaria o emettendo altri Bot, per il principio che le spese a breve vanno coperte con entrate a breve (quindi tasse o Bot). Gli americani avranno seri problemi in un prossimo futuro, sia all'interno, sia all'esterno con un calo della domanda all'estero.

Inoltre, la scelta dello strumento Bot segna anche la fine della fiducia nelle finanza creativa e negli strumenti derivati. Nulla di meno creativo e puro di un Bot: Mi presti oggi 100, ti restituisco domani 100+x. Stop. Nient'altro che questo.
Ricordo un dialogo tra il mio professore di economia, un keynesiano puro, e il mio professore di Matematica finanziaria, sostenitore delle forza dei numeri e dei modelli nella "creazione" di nuovi strumenti finanziari. Ricordo, la frase del primo: "I modelli matematici sono affascinanti, lasciano pensare che tutto sia possibile e controllabile. Ma io credo che dovrebbero rimanere nei libri e non entare nella vita reale. La vita reale è fatta di economia reale. Il resto a me non interessa".

Salvagenti

Milena Gabanelli la benemerita conduttrice di Report (che un dio a piacere ce la preservi) ha scovato fra le pieghe del decreto Alitalia un articolo che è un salvacondotto universale applicabile per tutti i manager che hanno mandato sul lastrico le loro aziende (Geronzi, Cragnotti, Tanzi e compagnia cantante):

"Le dichiarazioni dello stato di insolvenza sono equiparate alla dichiarazione di fallimento solo nell'ipotesi in cui intervenga una conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, ovvero nell'ipotesi di accertata falsità
dei documenti posti a base dell'ammissione alla procedura"

(Art. 7bis)

Leggere qui per credere.

Capra e cavoli?

"O va via l'emendamento salva-manager o va via il ministro dell'Economia"
(Giulio Tremonti)

Traduzione

"Noi siamo un partito di responsabilità nazionale e oggi è il giorno di
mostrarla. Oggi non è giorno del governo di unità nazionale ma è il
giorno in cui lo spirito unitario degli italiani deve trovare eco
profonda e sincera"
(Pier Ferdinando Casini)

"Ti scongiuro Silvio riprendimi con te"

Ammissioni

Lo ammetto a denti stretti: Il Governo sulla crisi finanziaria si è mosso bene (finora).
Addirittura meglio di altri stati europei. Sulla carta le misure sembrano giuste.
Sono addirittura più fiducioso di Massimo Giannini che invece insinua qualche dubbio.

Attendiamo sviluppi...


Chiudo con un formidabile post di formamentis:
"Be', non vi sentite coccolati dal nostro governo di destra? Io mi sento coccolato. Le tre "c" del Mantegazza: caldo (perché non abbiamo pendenze con la Gazprom); coccole (perché sono più keynesiani di Keynes); comodo (perché ci garantiscono i depositi fino a 103mila euro). Lascia stare che oggi come oggi essere cattolici eterosessuali italiani di razza caucasica ha i suoi risvolti positivi."

mercoledì 8 ottobre 2008

Dopo Wall Street

Un bilancio provvisorio delle conseguenze geopolitiche del crollo del sistema finanziario a stelle e strisce e delle sue ripercussioni globali, Europa e Italia comprese. Esaminando la tenuta delle vecchie barriere e l’emergere di nuove per effetto della tempesta in corso.


In particolare, su scala globale potrebbero determinarsi i seguenti tre scenari:

1. Chimerica.
Un accordo fra la maggiore potenza mondiale (Usa), indebitata fino al collo, e il suo grande creditore (Cina), che è insieme l’unico sfidante prevedibile per succederle come egemone in questo secolo. L’osmosi economica sino-americana potrebbe produrre un concordato complessivo fra i due superpartner, legati da fortissimi interessi reciproci.

2. Eurussia. L’interdipendenza energetica fra Europa occidentale e Russia potrebbe svilupparsi fino a investire il complesso delle relazioni fra Germania, Francia, Italia, Spagna e altre nazioni euroccidentali e il colosso russo, anch’esso fortemente segnato dalla crisi, in particolare in quanto economia fondata sulle materie prime, idrocarburi in testa. Questa macroarea potrebbe poi stabilire rapporti con Chimerica (o con uno dei suoi due partner) su basi totalmente nuove.

3. Caos o peggio nuove guerre, fino a un nuovo conflitto mondiale. Ipotesi catastrofica ma non per questo impossibile. Semplicemente, il sistema va del tutto fuori controllo. Si salva chi può. Con tutti i mezzi disponibili, violenza compresa.
(Limes )

Semilavorati pericolosi

"Dice che nel Dpef di qualche anno fa io abbia proposto qualche cosa sui mutui. Non so dove l'hanno tirata fuori. Forse da qualche semi-lavorato fatto dagli uffici...io non l'ho mai firmato e l'ho anche detto. Chi usa certe falsita' e' un comunista vero".
(Giulio Tremonti )

Che ammette di aver pensato di fare quello che smentisce di aver fatto.
Altre info a proposito qui.

Paolo Guzzanti

Dalle parti di Forza Italia qualcuno comincia ad avere dei borborigmi.
Ieri a sentire Berlusconi gli è venuto da vomitare.

Avanti March!

Pare che la militarizzazione delle democrazie occidentali stia prendendo piede un pò dappertutto.
L'Italia ha fatto solo da apripista.
Il punto inquietante è che i militari sotto casa più che proteggerci da camorristi, rumeni e terroristi sembrano stare lì a tenere buona la gente in caso di rivolta.

Nomine Vescovili

L'Unione Europea chiede chiarimenti all'Italia in merito alle assunzione degli insegnanti di religione.

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A non andare è soprattutto la diversità di trattamento tra i professori di religione e quelli delle altre materie: chi vuole insegnare, infatti, deve svolgere un corso di abilitazione di un anno e poi sperare di diventare precario, prima tappa della sua incerta carriera. Chi insegna religione, sottolinea la denuncia recapitata a Bruxelles, invece deve solo ottenere la nomina vescovile (fatti salvi alcuni requisiti professionali) godendo dunque di un trattamento privilegiato vietato dalla Ue. E ovviamente va da sé che un ateo o un non cattolico non può diventare docente di religione, con palese discriminazione rispetto a chi è credente.

Ma non finisce qui, visto che c'è anche una disparità di trattamento retributivo tra i circa 23 mila insegnanti di religione e gli altri, con i primi che prendono più soldi dei secondi. Prassi bocciata a luglio dalla giustizia italiana, che ha condannato il ministero dell'Istruzione a parificare lo stipendio di un professore che ha fatto ricorso aprendo la strada a nuove singole denunce (in Italia non esiste il ricorso collettivo). Argomentazioni che hanno fatto breccia a Bruxelles, con la direzione generale Affari sociali e pari opportunità della Commissione europea che a cavallo dell'estate ha chiesto una serie di informazioni al governo riservandosi di decidere sul caso solo quando avrà letto la risposta, attesa a breve.
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(La Repubblica)

Un a-democratico

«Di Veltroni non me ne frega niente»
"Il consenso degli italiani è sufficiente. Non perdete tempo a replicare loro in aula. Lasciateli dire e votate"
(Silvio Berlusconi)

Quest'uomo non conosce il significato della parola democrazia.

martedì 7 ottobre 2008

Proviamo con Auto-coscienza?

Sul testamento biologico.
Secondo monsignor Betori si può avere libertà di coscienza senza autodeterminazione. Vito Mancuso non capisce (e non è l'unico) e scrive al Corriere.


di Vito Mancuso
Il 1° ottobre monsignor Giuseppe Betori, segretario uscente della Cei, dichiara che sull' interruzione o meno delle cure «non spetta alla persona decidere». Il giorno dopo la filosofa Roberta de Monticelli scrive sul Foglio che «questa dichiarazione è la più tremenda, la più diabolica negazione dell' esistenza della possibilità stessa di ogni morale», e con ciò sancisce «l' addio a qualunque collaborazione diretta o indiretta con la Chiesa cattolica italiana». Il giorno dopo monsignor Betori replica su Avvenire, distinguendo la libertà di coscienza (che approva) dal principio di autodeterminazione (che deplora). Non riuscendo a cogliere la pertinenza di tale distinzione, io chiedo in che senso la libertà di coscienza sarebbe diversa dalla libertà di autodeterminazione. Che cosa se ne fa un uomo di una coscienza libera a livello teorico, se poi, a livello pratico, non può autodeterminarsi deliberando su se stesso? Di se stessi infatti si tratta quando si parla di testamento biologico, della propria vita e della propria morte, non di quella di altri. Il fatto è che noi cattolici non abbiamo le idee chiare in materia di libertà di coscienza. L' abbiamo rivendicata contro l' Impero romano quando eravamo minoranza, poi l' abbiamo negata quando siamo diventati maggioranza, arrivando persino (noi che oggi difendiamo gli embrioni!) a uccidere chissà quante migliaia di eretici solo per il fatto che esercitavano la loro libertà di coscienza. Tale repressione della Chiesa era motivata dalla difesa della verità, oggettivamente superiore alla capacità soggettiva di intenderla. Oggi che i Papi sono paladini della libertà di coscienza, si è forse svenduto il primato della verità? No, si è semplicemente fatto un passo in avanti, capendo che il rapporto dell' uomo con la verità passa necessariamente attraverso la coscienza. Il primato oggettivo della verità permane, ma non è tale da sopprimere la libertà della coscienza, la quale può persino giungere a rifiutare la verità; e immagino che anche monsignor Betori sia contrario a punire con il rogo una tale condotta. Allo stesso modo questo vale per la vita fisica. L' affermazione del primato della vita come dono non può esercitarsi a scapito di chi, tale dono, non lo riconosce o non lo vuole più. Se è un dono, dono deve rimanere, e non trasformarsi in un giogo. Nel Vangelo è lampante la libertà di cui si gode: i figli se ne possono andare da casa, le pecore allontanarsi dal gregge, persino le monete si possono perdere. Dio rispetta l' autodeterminazione dei singoli. Se così non fosse, non sarebbe la fede ciò che ci lega a lui, ma l' evidenza che non ammette deviazioni. Insomma a me pare che sia molto più evangelica (oltre che molto più moderna) l' identificazione tra libertà di coscienza e principio di autodeterminazione sostenuta da Roberta de Monticelli, che non la loro distinzione sostenuta da monsignor Betori. Ma ho fiducia nello Spirito: come la Chiesa è giunta ad accettare la libertà di coscienza sulla dottrina, così giungerà ad accettare la libertà del soggetto rispetto alla propria (alla propria, non a quella di altri!) vita biologica. Spetta alla persona decidere; non ai medici (che vanno ascoltati), non ai vescovi (che vanno ascoltati), ma alla persona, a ognuno di noi.
(il Corriere della Sera)

I soldi della vecchietta

di Luigi Guiso

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Una signora di 80 anni, inesperta (nonostante, o forse a causa, dell’età) e, come si dice, finanziariamente analfabeta, affidandosi del tutto alle scelte della sua banca ha investito il suo patrimonio di 363mila euro in obbligazioni bancarie. Di questi, 263mila in obbligazioni di due banche d’affari americane, di cui ben 203mila in obbligazioni Morgan Stanley con scadenza 2013; gli altri 60mila in obbligazioni Goldman Sachs scadenza 2014, il rimanente in obbligazioni Abn Ambro (50mila) e di banche italiane. Oggi la valorizzazione del patrimonio, complici gli aumenti dei tassi a breve e soprattutto il rischio di fallimento di queste banche, è pressoché dimezzata. Che pensare?

INCAPACITÀ O CALCOLO?
Vi sono due possibilità. La prima è che chi elargisce consigli ai risparmiatori sia incapace di farlo. La lezione numero 1 della finanza è diversificare; la numero 2 è diversificare e la numero 3 è diversificare. Nessuna delle tre lezioni è stata applicata: tutti i titoli sono concentrati in un unico settore, quello bancario, due terzi dell’investimento è concentrato in una obbligazione di una sola banca. Buona parte dell’investimento è a medio termine, esponendo il portafogli della povera signora a un incredibile rischio di tasso.

La seconda possibilità è che chi elargisce consigli sappia bene quel che fa, ma abusa della fiducia altrui per fare gli interessi suoi e del suo istituto. Èdifficile appurare la verità, anche se il sospetto che la tentazione di passare il rischio alla anziana cliente abbia prevalso sull’ignoranza del principio di diversificazione, riceve supporto dalla tempistica degli acquisti: i 203mila euro di obbligazioni Morgan Stanley sono stati immessi nel portafoglio della signora in piena crisi finanziaria, possibilmente attingendo da quelli in carico alla banca. Sicuro, le banche italiane ne hanno guadagnato in solidità, soprattutto se questo giochetto è stato fatto su larga scala (c’è qualcuno con poteri di supervisione che può prendersi la cura di appurarlo?). Ma a spese del cliente.

Ulteriore solidità è stata acquisita convincendo la clientela ad acquistare massicciamente obbligazioni bancarie. Tra luglio 2007, quando la crisi esplode, e luglio 2008 le obbligazioni bancarie, che le banche collocano direttamente presso i loro clienti, sono aumentate del 20 per cento, in totale controtendenza con il resto dell’Europa e a un tasso quasi doppio di quello dell’anno precedente. I depositi crescono soltanto di un magro 5 per cento, come nell’anno precedente.

Cosa renda queste obbligazioni così attraenti non è chiaro: è noto che rendono meno (per la maggior parte delle banche) di un titolo del debito pubblico di uguale scadenza, ma diversamente da questo, non hanno neppure un mercato secondario. Fatto ancora più interessante, non sono coperte dal fondo di garanzia sui depositi. Insomma, un risparmiatore decentemente informato dovrebbe quasi sempre preferire titoli del debito pubblico. Ciò che rende commercializzabili le obbligazioni è la scarsa informazione dei clienti e il ruolo di consulente della banca nelle scelte finanziarie.

Insomma, nel mezzo di una crisi finanziaria con epicentro del rischio nel settore bancario, i portafogli delle famiglie italiane sono zeppi di depositi e obbligazioni bancarie, nazionali e non. Di nuovo, maggiore solidità per le banche, ma a spese dei clienti.

Non viene il dubbio che anche il “capitalismo frenato” non sia un grande affare per i risparmiatori?

(LaVoce.info)

lunedì 6 ottobre 2008

Porta a Porta Pia

Il Mercato oggi è morto.
Sono andati in fumo 450 miliardi di euro in Europa.
Sprofonda Piazza Affari. L'economia mondiale in ginocchio.

I risparmiatori passano notti insonni.


A Porta a Porta una fondamentale puntata su... Padre Pio...
ps
.
Giuro su ciò che ho di più caro... avevo previsto una puntata sulla dieta mediterranea, ho testimoni!
Ci sono andato vicino.

Le migliori di oggi

Nel dramma l'ironia:

Unicredit nella bufera:
solo oggi il titolo bancario ha perso 13 punti. L'amministratore
delegato Alessandro Profumo invita comunque alla tranquillità. "I piccoli risparmiatori non devono preoccuparsi", ha dichiarato dal suo rifugio segreto.

Profumo ammette tuttavia che la crisi internazionale non ha eguali: "Per trovare una situazione paragonabile bisogna tornare al 1929". "Dateci tempo" ha dichiarato La Russa.
(Spinoza)

Arrivano i nostri

Ci sono dei risvolti ironici inaspettati.

Il settore bancario romeno è sicuro:

"Siamo pronti ad offrire liquidità se sarà necessario"
(Mugur Isarescu- governatore della banca centrale romena )

Non ci faremo mica prestare i soldi dai rumeni... che vergogna...
Borghezio dì qualcosa di fascista!

Berlusconi ha perso

Il dato definitivo dell'affluenza alle urne alle 22 di domenica vanifica in Sardegna i referendum abrogativi sull'acqua e sulla legge 8 del 2004, la cosiddetta "salvacoste". Soltanto il 20,4% dei 1.471.797 aventi diritto (pari a 300.859 elettori) si è espresso presentandosi ai seggi, nonostante gli appelli dei promotori del centrotrodestra, arrivati domenica anche via sms. Perché la consultazione fosse valida era necessario il quorum del 35,5%, in base alla legge statutaria entrata in vigore a luglio, che richiedeva il 50% più uno degli elettori che avevano votato alle ultime regionali del 2004. Che avrebbe vinto l'astensionismo, nonostante l'appello lanciato anche dal presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, sceso in campo per perorare la causa del sì, si è capito già quando è stato diffuso il dato sull'affluenza alle 19 di domenica, pari al 14,2%.
(AffariItaliani)

Forse nel titolo ho un pò esagerato, ma sono tempi di vacche magre.

Lutero è pornografia


di Felice Mill Colorni
Non è vero che la Rai sia infeudata al Vaticano. È una menzogna anticlericale che si sia fatta megafono della gerarchia cattolica, che faccia parlare solo i cattolici più ortodossi togliendo la parola a tutti gli altri. Nello scorso fine settimana la Rai ha preso il coraggio a quattro mani e, anche per smentire i diffamatori, ha attribuito ben due ore di trasmissione, e sulla rete 1, la rete “ammiraglia”, a un eretico. Anzi, al principe degli eretici, all’eretico più nocivo nella storia del Papato e del cattolicesimo, all’eresiarca di maggiore e infausto successo nel sottrarre pecorelle ai vicari del padreterno per condannarle alla dannazione.

Nella notte fra sabato e domenica ha trasmesso il film (discretamente apologetico) “Luther. Genio, ribelle, liberatore” di Eric Till, uscito nel 2002. Peccato che, programmato incautamente in un orario troppo pericoloso, alle 00.50, il film sia più prudentemente slittato all’1.30 circa per terminare verso le 3.30. Ma questo succede abitualmente da decenni anche alle due uniche trasmissioni religiose non cattoliche, quella dei protestanti e quella degli ebrei, che vanno sempre in onda a tardissima notte a domeniche alterne.


Più grave e, suppongo, inedito che un film obiettivamente alquanto critico nei confronti del cattolicesimo, ma castissimo e contenente scene di violenza incomparabilmente meno rilevanti di quel che vi può ammirare in tv a ogni ora del giorno e della notte, fosse contrassegnato dal bollino rosso che distingue le trasmissioni adatte “solo a un pubblico adulto”: non era stato considerato neppure sufficiente, come se già non fosse bastato l’orario proibitivo, il bollino giallo che caratterizza le trasmissioni “da vedere con il supporto di adulti” e che è di solito riservato a film contenenti scene terrificanti di agghiacciante e sconvolgente violenza. Il bollino rosso invece contraddistingue l’erotismo soft ammesso a tarda notte, ben più perturbante di qualunque efferata violenza secondo i criteri della classe politica formata dagli ex colleghi di Cosimo Mele. Da ieri sappiamo che per la Rai e per questa “classe dirigente” anche Martin Lutero è equiparato, più o meno, alla pornografia.
(Micromega)

Euribor

E-u-ri-bor, E-u-ri-bor. Se nascesse di nuovo in questi tempi grami, Ludwig van Beethoven potrebbe riscrivere sol-sol-sol-mi, le prime quattro note della V sinfonia in do minore, usando l’acronimo più noto e minaccioso della crisi finanziaria. Il destino che bussa alla porta, per chi ancora deve pagarsi la casa, si chiama Euro inter bank offered rate, tasso interbancario di offerta in euro. Il dizionario del “Sole 24 Ore” ci spiega che è il prezzo al quale i depositi vengono scambiati tra le banche primarie, calcolato ogni giorno come media delle transazioni quotidiane. Quello mensile è salito al 5,2 per cento, il livello maggiore degli ultimi quattro anni e ha fatto scattare l’allarme. Non è una quota altissima in assoluto, tuttavia è superiore al tasso di sconto (cioè il prezzo pagato alla banca centrale, il 4,25 per cento in Eurolandia ), e all’inflazione (3,8 per cento l’ultimo dato italiano). Il costo medio dei mutui sale di oltre 60 euro al mese, con un incremento di 60 centesimi in tre settimane. Diventa un’emergenza politica, tanto da dominare sabato il convegno della Confindustria a Capri. Perché?

La crisi spinge le banche a prestarsi denaro a prezzi più elevati. Quando i tempi erano tranquilli si facevano pagare al massimo mezzo punto oltre il tasso di interesse. Ma adesso? Le autorità sostengono che c’è abbastanza liquidità nel sistema, però in caso di emergenza, non tutte le banche hanno capitale sufficiente a sopravvivere. Come abbiamo visto in America e stiamo vedendo in Europa. I banchieri non si fidano l’uno dell’altro. E noi dovremmo fidarci dei banchieri? Il comune correntista che deposita il proprio stipendio ha l’impressione che i quattrini guadagnati con il sudore della fronte siano custoditi gelosamente in caveau superprotetti come nel casinò di Ocean’s eleven. Non è così: solo una piccola quota resta in cassa, il resto vien fatto girare da una parte all’altra; è il fluido che scorre nelle vene del sistema economico. Quando la banca ha bisogno di quattrini si indebita a sua volta, o a brevissimo termine, o a scadenze più lunghe. Il senso economico sta tutto nella differenza tra i tassi di interesse pagati e quelli intascati. In tempi di quiete sono pochi centesimi, ma durante le turbolenze salgono a oltre un punto. Se dalla sfiducia si arrivasse al panico, il limite teorico andrebbe all’infinito.
[..]

(Il Foglio)

Nun ce provà..

« Non si può governare la Chiesa con le Ave Maria » (Arcivescovo Marcinkus)


"Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente, e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine" "Solo la parola di Dio è una realtà solida".
(Benizio XVI)

...Il Dio suo ovviamente.
Chissà se Budda è solido pure lui.

La tempesta perfetta

Federico Rampini ci spiega che, dopo aver fatto l'Europa Economica adesso sarebbe proprio servita l'Europa Politica.
Purtroppo gli Stati Europei stanno affrontando la crisi in ordine sparso curandosi solo dei propri interessi nazionali: Germania e Irlanda garantiscono i depositi cercando così di attirare capitali stranieri.
Interessante anche l'intervista a Tommaso Padoa Schioppa.

domenica 5 ottobre 2008

Abiura

di Roberta de Monticelli

Questo è un addio. A molti cari amici - in quanto cattolici. Non in quanto amici, e del resto sarebbe un fatto privato. E' un addio a qualunque collaborazione che abbia una diretta o indiretta relazione alla chiesa cattolica italiana, un addio anche accorato a tutti i religiosi cui debbo gratitudine profonda per avermi fatto conoscere uno dei fondamenti della vita spirituale, e la bellezza. La bellezza delle loro anime e quella dei loro monasteri - la più bella, la più ricca, e oggi, purtroppo, la più deserta eredità del cattolicesimo italiano. O diciamo meglio del nostro cristianesimo. L'eredità di Benedetto, di Pier Damiani, di Francesco, dei sette nobili padri cortesi che fondarono la comunità dei Servi di Maria, di tanti altri uomini e donne che furono "contenti nei pensier contemplativi". E anche l'eredità di mistici di altre lingue e radici, l'eredità, tanto preziosa ai filosofi, di una Edith Stein, carmelitana che si scalzò sulle tracce della grande Teresa d'Avila.

Questo addio interessa a ben poche persone, e come tale non meriterebbe di esser detto in pubblico. Ma se oggi scrivo queste parole non è certo perché io creda che il gesto o la sua autrice abbiano la minima importanza reale o morale: bensì per un senso del dovere ormai doloroso e bruciante. Basta. La dichiarazione, riportata oggi su "Repubblica", di Mons. Betori, segretario uscente della Cei, e "con il pieno consenso del presidente Bagnasco", secondo la quale, per quanto riguarda la fine della propria vita, alla volontà del malato va prestata attenzione, ma "la decisione non deve spettare alla persona", è davvero di quelle che non possono più essere né ignorate né, purtroppo, intese diversamente da quello che nella loro cruda chiarezza dicono.

E allora ecco: questa dichiarazione è la più tremenda, la più diabolica negazione di esistenza della possibilità stessa di ogni morale: la coscienza, e la sua libertà. La sua libertà: di credere e di non credere (e che valore mai potrebbe avere una fede se uno non fosse libero di accoglierla o no?), di dare la propria vita, o non darla, di accettare lo strazio, l'umiliazione del non esser più che cosa in mano altrui, o di volerne essere risparmiato. Sì, anche di affermare con fierezza la propria dignità, anche per quando non si potrà più farlo. E' la possibilità di questa scelta che carica di valore la scelta contraria, quella dell'umiltà e dell'abbandono in altre mani. Ma siamo più chiari: quella che Betori nega è la libertà ultima di essere una persona, perché una persona, sant'Agostino ci insegna, è responsabile ultima della propria morte, come lo è della propria vita. Fallibile, e moralmente fallibile, è certo ogni uomo. Ma vogliamo negare che, anche con questo rischio, ultimo giudice in materia di coscienza morale sia la coscienza morale stessa? Attenzione: non stiamo parlando di diritto, stiamo parlando di morale. Il diritto infatti è fatto non per sostituirsi alla coscienza morale della persona, ma per permettergli di esercitarla nei limiti in cui questo esercizio non è lesivo di altri. Su questo si basano ad esempio i principi costituzionali che garantiscono la libertà religiosa, politica, di opinione e di espressione.

Oppure ci sono questioni morali che non sono "di competenza" della coscienza di ciascuna persona? Quale autorità ultima è dunque "più ultima" di quella della coscienza? Quella dei medici? Quella di mons. Betori? Quella del papa? E su cosa si fonda ogni autorità, se non sulla sua coscienza? Possiamo forse tornare indietro rispetto alla nostra maggiore età morale, cioè al principio che non riconosce a nessuna istituzione come tale un'autorità morale sopra la propria coscienza e i propri più vagliati sentimenti? C'è ancora qualcuno che ancora pretenda sia degna del nome di morale una scelta fondata sull'autorità e non nell'intimità della propria coscienza? "Non siamo per il principio di autodeterminazione", dichiara mons. Betori, e lo dichiara a nome della chiesa italiana. Ma si rende conto, Monsignore, di quello che dice? Amici, ve ne rendete conto? E' possibile essere complici di questo nichilismo? Questa complicità sarebbe ormai - lo dico con dolore - infamia.
(Il Foglio)

Testi sacri

Dopo la lunga maratona di lettura della Bibbia aspettiamo con trepidazione la lettura in tv anche dei seguenti interessantissimi testi sacri:

Per il buddismo:Canone pali, Canone sanscrito,Canone cinese,Canone tibetano
I mormoni apprezzeranno:Il Libro di Mormon, la Perla di gran prezzo, e Dottrina e Alleanze,Ci sarebbero poi i cinesi con gli indispensabili: I Dialoghi di Confucio e il Libro dei Mutamenti
E i nostri cugini maggiori ebrei? Non vorremmo mica trascurare la Torah, il Nevi'im e il Ketuv

Per non scontentare gli induisti ci sarebbe da leggere anche i Veda e gli Upaniṣad e poi, per completezza anche i Purana , i Ramayana i Mahābhārata e per finire i Bhagavad GitaA quel punto si potrebbe calare il pezzo da novanta: lettura integrale del Corano

per i Sikh ci sarebbe il testo Guru Granth Sahib e il Dasam Granth Sahib
e se ancora non siete sfiniti dovremmo anche ricordare i classici del taoismo: Canone taoista,Libro della Via e della Virtù,Libro del Vuoto Perfetto, Libro dei Mutamenti.

Ah, dimenticavo lo Zoroastrismo: lo Zend-Avesta dovrebbe essere sufficiente.

Garanzia de che?


Sei il presidente del Senato, seconda carica dello Stato. Una delle cariche più di garanzia che si possano immaginare, se uno ti riga la macchina dovresti dare ragione un pò a te e un pò a lui...
Sei stato eletto per svolgere una carica di Garanzia. Di più, di garanzia PER le Opposizioni.


E che fai? Dici chiaramente che Veltroni avvelena il clima politico?
Buonanotte al secchio... buttiamo al mare il senso delle istituzioni e chi si è visto si è visto.

A questo punto il Presidente della Repubblica (quel comunista) potrebbe dire che Berlusconi è un piduista..
. ...e siamo pari...

Schifani è riuscito a dare ragione a Travaglio. Complimenti.
Abbiamo il Presidente del Senato, un arbitro, che parteggia per Berlusconi (non che ci fossero molti dubbi, eh).

Cosa pensereste di un arbitro che parteggia per una delle due squadre?

Qui però devo dirlo, sono politicamente anni-luce da lui ma, Fini è diverso.
Spero di non dovermi rimangiare l'ultima frase.

Update:
Come era ovvio anche Schifani si è reso conto di quello che ha fatto e ha subito frenato, ha precisato e si è scusato.

Un caso isolato nel centrodestra





"Sarebbe sbagliato negare che esiste un pericolo razzismo e xenofobia"
(Gianfranco Fini)









Usando due negazioni per affermare (fa molto intelligente), Fini cerca di dire quello che ormai è sotto gli occhi di tutti.
Anche di quelli che li chiudono per non vedere.


E se usassi 4 negazioni?

"sarebbe sbagliato anche negare di aver sbagliato negando che esista un pericolo razzismo e xenofobia"