sabato 29 novembre 2008

Conflitto di interessi


"deve essere chiaro che questo provvedimento è un aumento delle tasse per le oltre 4.6 Milioni di famiglie italiane che hanno liberamente scelto i programmi di Sky. Informeremo immediatamente i nostri oltre 4,6 milioni di abbonati di questa decisione del governo di aumentare le loro tasse, affinchè in questi tempi difficili abbiano chiaro che cosa sta accadendo alla loro capacità di spesa".
(Comunicato - SKY)

Mi raddoppiano l'IVA sull'abbonamento.
Ma non era il governo del "giù le tasse"??
Forza Murdoch sei tutti noi!

Dettaglio insignificante: dal raddoppio dell'Iva sono esonerate le carte prepagate per il calcio.
Quelle Mediaset insomma...

27 novembre 2008

Il terrorismo islamico squassa il mondo, a Porta a Porta tempestiva puntata su:

«Gli italiani sono contrari al nudo in tv?»
Ospiti della serata:
Alba Parietti, Lory Del Santo, Klaus Davi, Silvana Giacobini, Stefano Zecchi, Roberto Gervaso, Eleonora Daniele, Giancarlo Magalli, Barbara Chiappini.


E poi si incazza pure se perde ascolti.

Black List

Berlusconi ai suoi: non andate da Crozza
(Corriere della Sera)

Due intellettuali in famiglia sono troppi

Tassa sulle seghe


Libri, cinema, tv: torna la porno-tax
Addizionale del 25% per le opere con scene di sesso esplicito «non simulato»
(Corriere della Sera)

venerdì 28 novembre 2008

Balle

"Non è colpa mia se abbiamo ricevuto il 106 per cento del debito sul pil."
(Silvio Berlusconi )
L'avrà ricevuto da sé stesso.

Durante il suo primo governo (2001-2006) il deficit è aumentato fino al 4.4%, tra condoni, sanatorie, finanza creativa (era l'altro Tremonti, quello cattivo, ora è timorato di Dio). Lui dava la colpa all'11 settembre, vi ricordate? In ogni caso si sfondò il 3% di Maastricht, l'Europa si incazzò e aprì una procedura contro l'Italia. Chi se lo ricorda più...
Poi arrivo il 2006 quei comunisti di Tommaso Padoa-Schioppa e Visco durante il governo Prodi fecero calare il deficit con il recupero dell'evasione e, bisogna dirlo, con un aumento della pressione fiscale.
La UE
chiuse la procedura di infrazione.

Morale: Berlusconi è un cazzaro.

giovedì 27 novembre 2008

Social Card


Ve l'immaginate la scena? Un pensionato entra dal panettiere e paga con la social card, la commessa, santa donna, si intenerisce e l'omaggia di un paio di scarpe usate: "sono come nuove, mio figlio le ha usate solo una volta, sa, a lui piacciono di marca". Solo un genio del male come Tremonti poteva escogitare una trappola del genere.
(formamentis)

Rivelazione

Karol Wojtila trovò la fede comunista in punto di morte, e spirò baciando il libretto rosso di Mao. E’ Fausto Bertinotti, ultimo rappresentante in terra della dinastia dei grandi comunisti, a rivelare l’inedito retroscena. “Ero in contatto da tempo col Santo Padre per via del mio personale e privato interessamento alla fede. Negli ultimi giorni di vita di Giovanni Paolo II fui contattato dal suo entourage, e accordi in gran segreto al suo capezzale. Adesso posso rivelarlo: posò sul comodino il vangelo e mi chiese a gesti il libretto di Mao che porto sempre con me. Lo baciò, lo strinse al petto, e spirò dicendo ‘Bandiera rossa la trionferà’”.
(Micromega)

Il figliol prodigo


Francesco Pionati, ex portavoce dell'Udc, lascia il partito e fonda un nuovo movimento politico, Alleanza di centro. Il movimento, che sarà presentato giovedì prossimo nel corso di una conferenza stampa, si propone come «casa e riferimento dei moderati che, non condividendo l'attuale posizionamento dell'Udc, intendono collocarsi senza ambiguità all'interno del centrodestra, a sostegno di Berlusconi e del suo governo, e che guardano al Pdl come interlocutore naturale, alla ricerca delle forme di collaborazione più utili e opportune in vista delle lezioni amministrative della primavera 2009»
(Il Corriere della Sera)

Il carro del vincitore si affolla sempre più.
Mi ripeto: un democristiano all'opposizione è un ossimoro.

Il mio Dio è più forte del tuo

«Oh Allah distruggi gli Indù e fallo nel modo peggiore»
(Al Qaeda)

Ma noi sappiamo chi è il più forte di tutti tutti, vero Ratzi?

Si trasforma in un raggio missile con circuiti di mille valvole...

Satira in TV


Non sembra un momento felice per la satira, specie la satira politica in tv. Funzionano le trasmissioni di comicità pura o le parodie all'interno di un programma, ma le trasmissioni di satira, specie se connotate politicamente (per esempio su Raitre, la Dandini con una media tra il 7 e l'8% di share; o la Cortellesi con circa il 6%), non hanno ottenuto gli ascolti desiderati. Difficile valutare se si tratti di crisi temporanea (come accade ciclicamente per il varietà o il reality show) o di qualcosa di più serio. Anche perché qualche oasi felice c'è: Crozza - seppur molto di nicchia su La 7 - non se la passa male e neppure Bertolino col suo Glob.
Non si tira indietro Paola Cortellesi (stasera in onda la quarta puntata di «Non perdiamoci di vista»): ammette la sconfitta dell'Auditel e opta per una riflessione a 360 gradi: «Intanto penso che il mio sia un varietà dove c'è un po' di tutto e non un programma di satira. Poi per quanto riguarda gli ascolti io sono contenta così. Davvero. La proposta televisiva è ricchissima, il pubblico si trova a scegliere tra mille offerte. Non si fanno più gli ascolti di un tempo. È una battaglia persa concentrarsi sull'Auditel. Io lo sapevo che sarebbe andata così, il giovedì sera c'è anche Santoro e io stessa amerei seguire Annozero.
Per questo credo che non ci sia la crisi della satira politica. Quella che c'è, fa sempre bene e risveglia le coscienze». Senta ma quanto si è divertita a fare la parodia di Daniela Santanché dalla Dandini? «Io e Serena ci siamo divertite da pazzi e pure la Santanché vera si è divertita».
Di divertimento puro parla anche Michele Mozzati (della coppia Gino Miche-le): ora firma «Zelig» (dai grandi ascolti), ma per anni ha masticato satira politica realizzando una delle più belle trasmissioni di quel genere: «Su la testa» con Paolo Rossi (Raitre) nel 1992. Lui e Gino, scientemente, hanno scelto di dedicarsi alla comicità pura «senza affatto vergognarci per questo», e di abbandonare, per ora, la satira politica perché «quando non c'è la situazione oggettiva favorevole, meglio non farla».
Ne è convinto Michele: «La satira non muore, va a periodi e questo non è molto favorevole. A volte i comici diventano politici che fanno i sermoni, ma attenzione: la satira deve far ridere se no è un' altra cosa». Ma perché non è favorevole alla satira politica questo periodo? «La satira si rivolge a un certo tipo di pubblico: con quel pubblico il comico ammicca e parla male del "nemico". Ma essendo la situazione italiana molto piatta dal punto di vista culturale e politico, il pubblico che segue la satira è molto diminuito. Così pure la proposta diventa debole. E comunque, a parte qualche esempio, grande satira politica in tv non se ne è mai fatta».
(Il Corriere della Sera)

Ma chi è il genio che fa schiantare la Cortellesi contro la corazzata di Santoro? Oltretutto i target di pubblico sono identici.
Tipo me per esempio. Che razza di palinsesti!

mercoledì 26 novembre 2008

La (Pen)isola della vergogna


Ci sarebbe da dire "chissenefrega" ma pare che la vittoria di un transessuale all'Isola dei Famosi sia l'evento dell'anno in Italia.
Non aggiungo nulla ai commenti entusiasti e un filino eccessivi che trovate su tutti i giornali/siti.
Riporto però con divertimento il seguente commento di un senatore UDC (l'enclave vaticana che siede in Parlamento, i sodali di quel deputato che faceva le orge in hotel mentre la moglie era a casa, quelli capitanati da un divorziato risposato che organizza il Family Day, quelli che, al contrario della Binetti, quando razzolano sono molto più accomodanti di quando predicano e che quindi sbagliano due volte):


«Che la tv pubblica erga ad eroina un trans è scandaloso. Più che Isola dei famosi, l'Isola della vergogna »
(Maurizio Ronconi)
Signora mia...che mondo,che mondo!

Aggiornamento:
Su Radio Padania si sono sprecati:
«il messaggio sessuale di Vladimir Luxuria faccia breccia nei giovani, che sono portati alla trasgressione. Perché anche noi abbiamo trasgredito, ma in maniera sana, con le ragazze».
«la maggior parte della gente sta con noi della Lega, con noi che difendiamo la famiglia e i valori naturali, con noi che abbiamo l’orticaria di fronte a questo tipo di messaggi e che portiamo avanti una visione della società fatta da persone vere, normali, reali, mentre quella non è la normalità»
Si commentano da soli.
Se loro sono normali io sono un Klingon.

Poveri patentati

La social card che il Governo varerà nei prossimi giorni è un bancomat azzurro e anonimo. Una carta dove saranno caricati i soldi del Governo, 40 euro al mese a regime, 120 euro a dicembre come somma delle tranche da ottobre a dicembre. La può usare chiunque, ha spiegato il ministro
dell'Economia Giulio Tremonti, il titolare della carta o un suo parente che va a fare la spesa.
(Il Sole24Ore)

Sai che divertimento andare al supermercato avvicinarsi alla cassa e tirare fuori la "patente di povero" (azzurra? ricorda niente il colore??).

100 euro in più sulla pensione sarebbero stati meno umilianti.

Castate

La deputata Mongherini e’ assenteista? Se la spassa a spese dei cittadini? Approfitta dei privilegi dei politici? No. L deputata Mongherini ha una gravidanza a rischio. Cerca di salvare il suo bambino. E nel frattempo come se la croce non bastasse è costretta a fronteggiare il popolo dei blog che la incalza, la accusa, le chiede conto delle sue troppe assenze, la sbatte nel novero dei furbetti della casta, la invita sbrigativamente a “non frignare” Perche’ la deputata Mogherini crede in Internet: considera suo dovere rispondere agli elettori, anche se in rete – racconta – le tocca afrontare tutta l’arretratezza italiana, il tradizionalismo, il maschilismo, il livore”. Nel suo invidiabile ottimismo democratico arriva persino a giudicare “utile il dibattito” che la oppone donna e gravida, al tribunale permanente dei blogger, che le rovescia addosso ogni sospetto ogni pregiudizio. Ora il fastidioso astioso dibattito di massa sulla gravidanza della deputata Mogherini puo’ avere termine. Ha perso il bambino, non ce l’ha fatta. L’assemblea dei blogger puo’ infine prendere atto: aspettava davvero un figlio e adesso non lo aspetta piu’. Mogherini ha voluto dare conto del suo lutto in rete, non si sa se per estrema fiducia nel dibattitto o per disperdere la muta di internauti che la braccava.
(Michele Serra)

martedì 25 novembre 2008

A Natale mi faccio un regalo

La deflazione è un fenomeno di riduzione generalizzata e continuata del livello generale dei prezzi. Inizialmente, però, quando non ha ancora influenzato le aspettative sull’andamento futuro, la riduzione dei prezzi è un fenomeno positivo, come hanno sottolineato anche molti commenti a un articolo precedente. La deflazione porta infatti un po’ di respiro a consumatori vessati da anni di inflazione e con redditi che non reggevano il ritmo di crescita dei prezzi.
Ma l’effetto benefico della deflazione sul potere d’acquisto dei consumatori è solo temporaneo e non deve quindi far dimenticare i suoi effetti nefasti di più lungo periodo. Se infatti si diffonde nell’economia l’idea che i prezzi si ridurranno non solo oggi, ma anche in futuro, allora i consumatori potranno essere indotti a rinviare sistematicamente i loro acquisti di beni durevoli (automobili, elettrodomestici, computer), tenendosi invece in tasca il denaro contante. Non solo, le aziende con la prospettiva di veder scendere i loro prezzi di vendita e quindi i loro margini di profitto, saranno indotte a fare pressione sui sindacati per ottenere riduzioni nel livello dei salari, in assenza delle quali faranno più facilmente ricorso ai licenziamenti. A loro volta, la eventuale riduzione dei salari e/o l’aumento della disoccupazione potrebbe avvitare ulteriormente l’economia in una spirale di recessione e ulteriore deflazione. Insomma, un disastro.
(LaVoce.info )

Morale: Entro Natale compratevi il Wii, da Capodanno cominciate a preoccuparvi.

Salvagenti

di Luigi Zingales
Il titolo Citigroup ha festeggiato con un rialzo del 58% il piano di salvataggio del Governo Usa, ma i contribuenti americani non hanno nulla di cui rallegrarsi. Il conto del piano Paulson continua ad allungarsi: il Governo non solo inietta altri 20 miliardi di dollari di capitale (dopo i 25 già versati), ma si sobbarca un costo di almeno altri 60 miliardi per le garanzie sugli asset a rischio.
Lo Stato Usa, infatti, assume su di sé il 90% delle perdite al di sopra di 29 miliardi di dollari su 306 miliardi di prestiti di Citi.
Ma più ancora che il costo in maggiori imposte future, il danno per i contribuenti americani (e anche per gli investitori di tutto il mondo) è che con il suo comportamento il Governo di Washington ha minato le regole fondamentali del capitalismo e trasformato la Borsa in una ricevitoria di scommesse sulle azioni del Governo. Ha minato le regole perché ha deciso i salvataggi non i base a criteri di merito, ma nell'ipotesi più generosa a caso, e in quella più maligna sulla base delle simpatie personali. E ha trasformato la Borsa in una casa da gioco perché qualsiasi analisi fondamentale sui titoli viene stravolta dalle azioni di un Governo che cambia le sue decisioni una volta alla settimana. Non conta chi ha gestito il suo patrimonio in maniera oculata. Chi è stato prudente. Chi non ha assunto rischi in modo eccessivo. Conta chi è nei favori del potere politico.
Una delle funzioni essenziali della Borsa è quella di raccogliere informazioni per indirizzare in modo opportuno l'allocazione di risorse. Con i suoi continui ed erratici interventi il Governo americano ha distrutto questo funzione. Oggi a Wall Street si scommette solo su cosa farà Henry Paulson durante il weekend.
Molti scriveranno che il salvataggio era doloroso ma inevitabile. Che senza un intervento statale sarebbe stato il caos. Ma mentono, per ignoranza o per complicità. Negli Stati Uniti esiste una procedura molto chiara per rilevare le banche in crisi. Quando un istituto viene dichiarato insolvente, non viene necessariamente liquidato: la Federal deposit insurance corporation (Fdic) ne assume il controllo e la gestisce per recuperare il massimo possibile per i creditori. Può vendere le attività a pezzi o ristrutturare l'intera banca e riprivatizzarla. In questa procedura i depositanti vengono pagati in toto (grazie alla garanzia del Governo), mentre gli altri creditori no. Dipende dal valore di realizzo dell'attivo. Questa procedura ha sempre funzionato ottimamente in tutti i casi fin qui sperimentati e i depositanti, perfettamente tutelati, non hanno perduto accesso ai loro risparmi neppure per un giorno (la mia fiducia nell'Fdic è anche dimostrata dal fatto che, pur sospettandone il collasso imminente, non ho spostato il mio conto corrente da Citigroup).
Ma se il Governo avrebbe comunque assunto il controllo di Citigroup, qual è la differenza tra quello che sarebbe stato auspicabile e il piano di Paulson? 1.140 miliardi di dollari. Questa è infatti la somma del debito e delle altre passività diverse dai depositi. Salvando Citigroup il Governo ha di fatto garantito questi 1.140 miliardi, di cui altrimenti i creditori avrebbero recuperato solo una frazione. Nel caso di Lehman i creditori hanno ricevuto solo 7 cents per ogni dollaro di valore nominale del titolo. Se così fosse stato anche per Citigroup, si tratta di un trasferimento di mille miliardi dai contribuenti americani ai vari creditori della banca. Perché? Il dubbio diventa ancora più atroce di fronte al fallimento di Lehman e al rifiuto del Congresso (almeno per il momento) a salvare General Motors. Perché Citigroup sì e Gm no?
Già dopo il salvataggio di Aig avevo dichiarato la fine del modello americano di capitalismo. Un modello basato sul merito e la responsabilità. Purtroppo avevo ragione. Il sistema americano sta sempre più scivolando verso l'assistenzialismo e la discrezionalità politica.
(IlSole24Ore)

Autocritica

"Abbiamo il più elevato debito, che è il 106 per cento del Pil. E' un
miracolo negativo dei governi precedenti che hanno scelto la strada del
consenso"
(Silvio Berlusconi )

Nervi a fior di pelle

"Che si consideri un crocifisso offensivo in occidente è sintomo di
amnesia e necrosi culturale. E in Spagna questo impulso autodistruttivo assume
espressioni violente".
(Osservatore Romano)

Certo che la Chiesa non è proprio abituata a prendere schiaffoni, è a suo agio solo se li dà.

lunedì 24 novembre 2008

La colonna infame

I quattro sarebbero:
Alessandro Bruschi, 20 anni, barista;
Matteo Pagliarani, 19 anni, impiegato in un laboratorio di analisi;
Enrico Giovanardi, 19 anni, elettricista
Fabio Volanti, 20 anni, studente.

Gli idioti che si divertono un mondo ad incendiare barboni.
"Si conoscevano tutti, possiamo definirli una banda, e al telefono tra loro commentavano con soddisfazione sia il risultato del loro gesto sia la risonanza ottenuta"
(il capo della mobile Nicola Vitali )

Dedicata

Tutti gli uomini del presidente.

Il Popolo della Libertà, prima ancora di vincere le elezioni, offre opportunità di lavoro in Abruzzo. Con uno spot elettorale che finisce sul sito del candidato e su YouTube. Per poi pentirsi dopo un paio d'ore e ritirare in gran fretta il tutto. "E' stato solo un errore materiale", dicono dallo staff del candidato del Pdl Gianni Chiodi. Un "errore" nel quale si diceva che tutti i giovani che si sarebbero presentati con un curriculum presso i comitati, o i gazebo, sarebbero stati chiamati, entro due mesi, per colloquio, "selezione" e "avviamento all'imprenditorialità". Ma il colloquio per entrare inquesto "generatore di sviluppo economico" avverrà solo a fine gennaio. Dunque dopo le elezioni regionali. Dopo che Gianni Chiodi, candidato presidente alla Regione, voluto da Silvio Berlusconi, sarà stato - eventualmente - eletto.
(Repubblica)

La spiegazione: "Abbiamo sbagliato DVD"

Grande Paola Concia!!


Le ho detto tante volte che lei incarnava quello che il Pd avrebbe dovuto essere. Che il PD ha bisogno di gente come lei, e non viceversa. Abbiamo bisogno di donne e uomini come lei, come dell’aria cherespiriamo. Era da tempo che la Tinagli era in sofferenza, dall’America mi mandava lettere incredule, arrabbiate, perché non capiva la ragione per cui l’avessimo coinvolta. “Che ci sto a fare? Sono una che sta dove c’è bisogno, dove può dare il suo contributo di idee, questo faccio nella vita, faccio la studiosa, l’economista”.

Le chiedevo ogni volta di aspettare. Di avere pazienza. Fino a ieri, quando mi ha annunciato di avere mandato una lettera in cui si dimette dalla Direzione del PD. Non l’ho trattenuta. Ieri non avevo argomenti. Sarebbe troppo facile per me interrogarmi su un Partito che trattiene la Binetti e fa scappare la Tinagli.

Lo dico con grande serenità, non voglio “cacciare” Paola Binetti dal PD, sono sufficientemente immune da antiche consuetudini. Credo che la cultura politica di Paola Binetti sia lontana da quella del Pd. Opinione personale. Nello stesso tempo, purtroppo, la cultura politica di questo PD è lontana da Irene Tinagli. Nessuno forse in questi giorni tra il gruppo dirigente del partito si accorgerà che la Tinagli ha sbattuto la porta. Oppure, qualcuno farà spallucce, additandola come una impolitica. Già me li sento. Di certo non sprecheranno le loro energie a trattenerla. E’ questa la cosa grave, è questa la malattia di cui siamo malati noi del PD: l’assoluta autoreferenzialità. Obama, non Obama, lasciamolo stare dove sta quel ragazzo coraggioso e per favore non lo tiriamo per la giacchetta, è imbarazzante.
Mi basterebbe un solo gesto di coraggio: che i miei amici del Pd ammettessero che oggi non c’è posto per Irene Tinagli, che ripassi più in là, oggi ci dobbiamo occupare di Villari, capirà.
(Paola Concia)
Irene Tinaglia

Voltaire, beccati questa!

"Caro Senatore Pera, in questi giorni ho potuto leggere il Suo nuovo libro Perché dobbiamo dirci cristiani. Era per me una lettura affascinante. Con una conoscenza stupenda delle fonti e con una logica cogente Ella analizza l'essenza del liberalismo a partire dai suoi fondamenti, mostrando che all'essenza del liberalismo appartiene il suo radicamento nell'immagine cristiana di Dio"
(BXVI - Lettera a Marcello Pera)

Tutta colpa di Grozio e del suo giusnaturalismo frainteso nel senso del diritto di Natura (leggasi Dio).
Dice bene formamentis:
"Se voi vi state chiedendo perché i liberali fatichino così tanto ad essere libertari [emancipandosi così dalla religione, aggiungo io] è perché non possono fare a meno di essere un po' giusnaturalisti, infatti fra chi si appella alla Natura e chi si appella a Dio il passo è breve."