giovedì 27 novembre 2008

Satira in TV


Non sembra un momento felice per la satira, specie la satira politica in tv. Funzionano le trasmissioni di comicità pura o le parodie all'interno di un programma, ma le trasmissioni di satira, specie se connotate politicamente (per esempio su Raitre, la Dandini con una media tra il 7 e l'8% di share; o la Cortellesi con circa il 6%), non hanno ottenuto gli ascolti desiderati. Difficile valutare se si tratti di crisi temporanea (come accade ciclicamente per il varietà o il reality show) o di qualcosa di più serio. Anche perché qualche oasi felice c'è: Crozza - seppur molto di nicchia su La 7 - non se la passa male e neppure Bertolino col suo Glob.
Non si tira indietro Paola Cortellesi (stasera in onda la quarta puntata di «Non perdiamoci di vista»): ammette la sconfitta dell'Auditel e opta per una riflessione a 360 gradi: «Intanto penso che il mio sia un varietà dove c'è un po' di tutto e non un programma di satira. Poi per quanto riguarda gli ascolti io sono contenta così. Davvero. La proposta televisiva è ricchissima, il pubblico si trova a scegliere tra mille offerte. Non si fanno più gli ascolti di un tempo. È una battaglia persa concentrarsi sull'Auditel. Io lo sapevo che sarebbe andata così, il giovedì sera c'è anche Santoro e io stessa amerei seguire Annozero.
Per questo credo che non ci sia la crisi della satira politica. Quella che c'è, fa sempre bene e risveglia le coscienze». Senta ma quanto si è divertita a fare la parodia di Daniela Santanché dalla Dandini? «Io e Serena ci siamo divertite da pazzi e pure la Santanché vera si è divertita».
Di divertimento puro parla anche Michele Mozzati (della coppia Gino Miche-le): ora firma «Zelig» (dai grandi ascolti), ma per anni ha masticato satira politica realizzando una delle più belle trasmissioni di quel genere: «Su la testa» con Paolo Rossi (Raitre) nel 1992. Lui e Gino, scientemente, hanno scelto di dedicarsi alla comicità pura «senza affatto vergognarci per questo», e di abbandonare, per ora, la satira politica perché «quando non c'è la situazione oggettiva favorevole, meglio non farla».
Ne è convinto Michele: «La satira non muore, va a periodi e questo non è molto favorevole. A volte i comici diventano politici che fanno i sermoni, ma attenzione: la satira deve far ridere se no è un' altra cosa». Ma perché non è favorevole alla satira politica questo periodo? «La satira si rivolge a un certo tipo di pubblico: con quel pubblico il comico ammicca e parla male del "nemico". Ma essendo la situazione italiana molto piatta dal punto di vista culturale e politico, il pubblico che segue la satira è molto diminuito. Così pure la proposta diventa debole. E comunque, a parte qualche esempio, grande satira politica in tv non se ne è mai fatta».
(Il Corriere della Sera)

Ma chi è il genio che fa schiantare la Cortellesi contro la corazzata di Santoro? Oltretutto i target di pubblico sono identici.
Tipo me per esempio. Che razza di palinsesti!

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