Alla vigilia dek V-day2, Panorama ha pubblicato un reportage su quella che può essere definita “azienda Beppe Grillo”.
L’articolo approfondisce gli aspetti economici dell’attività e della carriera del comico genovese, stabilendo una progressione parallela tra l’aumentare della sua popolarità di “predicatore online” (definizione data nel reportage) e l’incremento del suo reddito. Particolare enfasi è dedicata al rapporto con Giuseppe Casaleggio(l’eminenza grigia che ha ideato il celebre Grillo-blog) e al giro di affari che Grillo riesce a generare grazie alla Rete.
Sinceramente nulla di straordinariamente nuovo: si tratta, in larga parte di notizie già note, perchè occasionalmente apparse (forse in forma meno organica) sui giornali.
Quello che incuriosice è piuttosto il flaming indirizzato puntualmente suchiunque metta in dubbio il “Verbo” di Grillo, e che si manifesta sotto forma di una vera e propria gragnuola di commenti aggressivi e offensivi contro il critico di turno. Come dimostra anche la pioggia di contestazioni contro questo articolo di Filippo Facci, apparso il 27 aprile su Clandestinoweb.
In particolare, analizzando il contenuto dei commenti, si constata che:
- chi critica Grillo viene abbastanza spesso offeso sul piano personale e professionale e, nella migliore delle ipotesi, considerato un servo dei “poteri forti”.
- per alcuni supporter, ogni critica alle parole o all’attività di Grillo è assimilata ad una critica alla persona di Grillo, considerata quasi sacra e intoccabile.
- in molti casi, le eventuali pecche di Grillo vengono sottovalutate, perchè considerate accettabili rispetto all’obiettivo politico, considerato rivoluzionario e positivo, della sua attività.
Un effetto curioso e abbastanza preoccupante delle potenzialità negative di una nuova forma di mistica politica mediata da Internet. Da un punto di vista comunicazionale, sarebbe forse interessante verificare se:
- questa forma di flaming è spontanea o, almeno in qualche misura, organizzata (almeno a livello di singoli circuiti di supporter)
- esiste un dibattito interno al mondo dei supporter di Grillo che discute sull’opportunità di reazioni (verbali) aggressive nei confronti di chi critica il comico genovese
- se l’effetto prevalente del flaming sia quello di dissuadere effettivamente le voci critiche e contribuire ad ampliare la base del consenso grazie all’enfasi della retorica missionaria dei supporter, o non generi piuttosto un processo involutivo di chiusura e di scrematura, allontanando i moderati e consolidando il nocciolo duro (ma ridotto) dei fan “duri e puri”
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