Pare che l'argomento sia molto piaciuto ai commentatori di tutti i giornali.
posto Michele Serra (vai Michele!) e poi Andrea Marcenaro
Michele Serra per “la Repubblica”
Nessuno butti la croce addosso al povero onorevole Cosimo Mele, travolto da una storiellaccia di prostitute e cocaina. Ma tutti gli chiedano, per cortesia, di ritirare immediatamente la sua firma da virtuose iniziative di legge moralizzatrici, tipo quella sul test antidroga obbligatorio. Ne abbiamo le tasche piene, francamente, di politici (soprattutto di centrodestra, soprattutto ferventi cattolici) che disegnano per la Nazione tracciati di castità e morigeratezza, però con ampie deroghe per se stessi. Divorziati che inneggiano alla famiglia monogamica, puttanieri che amano molto il papa, bigami che sfilano al Family Day, tutti uomini di mondo in privato e bacchettoni in pubblico.
Abbiamo tutti fatto il militare a Cuneo, ma proprio per questo cerchiamo di evitare di impartire lezioncine agli altri. Non ci stancheremo mai di ripetere che nel centrodestra quattro leader su quattro sono divorziati: status assolutamente legittimo, perfino spiritoso nel caso di autorevoli esponenti del mondo cattolico. Ma tale da rendere ridicolissime le prese di posizione contro la "deriva laicista". L´onorevole Mele avrà tutta la nostra simpatia se diventerà il capofila di una crociata smoralizzatrice all´interno del suo schieramento politico, che pullula di ipocriti.
Andrea Marcenaro per “Il Foglio”
Il problema non è, prendiamo un giornale a caso, se l’Unità ironizza “sulla vita da cristiano, anzi, da democristiano” dell’onorevole Cosimo Mele. Che è molto colto, molto raffinato. Cosimo Mele essendo infatti un Sircana, o un me, o un te, cui sembrava andare più bene che male, nella prima parte della serata, e più male che bene nella seconda. Che capita. E si capisce che l’Unità ci picchi dentro. Che ci ironizzi. E che maramaldeggi. Fa parte del gioco. Dopo tutto, Cosimo Mele è un Sircana dell’Udc andato troppo a segno. E alla deriva, purtroppo. Il problema non è nemmeno che l’Unità, o chi per essa, picchi duro sul Mele d’albergo nel giorno stesso in cui ha difeso il sacrosanto diritto a un simil-pompino al Colosseo. C’è differenza, che diamine. Il pubblico, il popolo, le minoranze, la politica e il privato. Anche questo è molto colto e raffinato. Il problema non è dunque se l’Unità ci marcia, oggi. Il problema è se, un domani, il Corriere della Sera pubblica un’intercettazione dove, per dire, il compagno D’Alema telefona a una tipa tutt’altro che consorte, e le fa: “Vai, facci scopare!”.
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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