di Alessandro Gilioli
Leggetela, leggetela tutta l’intervista sulle lucciole a Mara Carfagna, ministro delle Pari Opportunità del Berlusconi IV, perché racconta molto bene l’Italia ipocrita del 2008, l’Italia neocattolica e moralmente irrisolta, quella che ha paura più di tutto di se stessa e delle sue pulsioni interiori, tutte da nascondere e negare in pubblico.
Le puttane, dice la signora ministro, non vanno perseguite (troppo buona) ma bisogna che esercitino lontano dagli occhi, «in case isolate», ovviamente senza insegne, «l’importante è che non avvenga a cielo aperto», che «non diano fastidio agli altri condomini», che non si vedano e non si sentano, insomma.
L’importante per Carfagna è che se noi cittadini perbene giriamo per le nostre strade possiamo far finta di stare in una cittadina linda e ideale, in cui tutti i mariti sono fedeli, i cespugli sono ben tagliati, i fiorellini colorati nelle aiuole e le carrozzine con le mamme felici, i boy scout che aiutano le nonne ad attraversare la strada. La parte indicibile del nostro essere - tipo le pulsioni che portano nove milioni di maschi italiani a comprare sesso - va rinchiusa e nascosta, negata ai nostri occhi perché non affiori alle nostre coscienze.
C’è dietro tutta una visione della vita, una visione farisaica e artificiosa, appena appena nazistella, ma in modo soft. Comunque, molto simile a quella per cui Berlusconi faceva togliere i panni stesi dai vicoli di Genova perché il teatrino doveva essere lezioso e perfettino nell’accoglienza del G8.
A proposito, poi si sa com’è andata.
(Piovono Rane )
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