domenica 8 giugno 2008

Foschi presagi


di Eugenio Scalfari
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Le ragioni dell'impennata del prezzo del greggio sono due. La prima è l'aumento costante della domanda dei grandi paesi emergenti, soprattutto asiatici, mentre l'offerta è notevolmente più rigida. La seconda dipende dalla perdita di valore del dollaro.

Poiché gran parte delle transazioni sul greggio avvengono in dollari, si è instaurato uno strettissimo rapporto tra il tasso di cambio della moneta Usa e il prezzo del barile di greggio: il dollaro cade, il prezzo del greggio aumenta in conseguenza.

Cause analoghe spingono in alto i prezzi dei cereali e delle materie prime e derrate di base: aumento della domanda, rigidità dell'offerta, ribasso del dollaro sul mercato dei cambi.

Per alcune di quelle derrate si aggiungono elementi specifici. Il prezzo del mais per esempio rincara perché gli Stati Uniti ne consumano larghe quantità in funzione di energia attraverso il ciclo dell'etanolo. Si chiama bio-energia, usata al posto della benzina. Non basta a far diminuire il prezzo del greggio ma è più che sufficiente a portare alle stelle quello del granturco.

L'insieme di questi fenomeni ha come conseguenza l'aumento del tasso di povertà in tutto il mondo. Alla conferenza mondiale della Fao, conclusa lo stesso venerdì nel quale i fatti sopra ricordati sono avvenuti, le statistiche diffuse tra le migliaia di congressisti e di giornalisti hanno documentato che i poveri (cioè quelli che vivono con meno di un dollaro al giorno) sono ormai 900 milioni di persone. Saranno un miliardo nel 2010.

Nel frattempo le disuguaglianze di reddito hanno toccato ovunque dislivelli mai raggiunti prima. La conseguenza è un aumento delle tensioni sociali e una guerra tra poveri per disputarsi le briciole del lauto banchetto dei ricchi.

La conferenza della Fao ha documentato questa situazione preoccupante ma si è conclusa con un "flop" totale: nessuna strategia, nessun programma, nessun provvedimento. Tutti contro tutti, ballando sul crinale di un abisso energetico, alimentare, climatico, sociale, demografico. Nessuna "leadership". Barbara Spinelli ha descritto l'"impasse" mondiale che si sta verificando dopo la vittoria del cosiddetto "pensiero unico" in un articolo sulla Stampa di due giorni fa. Una voce nel deserto. Per tutti gli altri "i fondamentali" sono solidi, perciò è inutile preoccuparsi. A me sembrano matti.
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(La Repubblica)

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