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Il mondo intorno a noi, d'altronde, ci appare affollato da estranei e stranieri.
Estranei: due italiani su tre ritengono che "gli altri, se gli si presentasse l'occasione, approfitterebbero della mia (loro) buona fede". Per cui guardano con sospetto crescente chiunque esca dalla loro cerchia più stretta. Famiglia, località, categoria professionale.
Ma soprattutto, temiamo gli stranieri. Siamo diventati, stiamo diventando xenofobi. Gli stranieri ci sembrano tanti. Troppi. D'altronde, quasi un italiano su due guarda con malcelata inquietudine gli immigrati. Regolari, irregolari o clandestini. Non c'è grande differenza, nel sentire comune. Anche perché, in effetti, la differenza non è così chiara. Gran parte dei regolari sono entrati da clandestini. Gran parte degli irregolari sono entrati regolarmente, da turisti; oppure erano regolarmente occupati. E oggi lo sono come prima. Ma irregolarmente.
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Gli stranieri più stranieri di tutti, però, sono gli zingari. Tanto che non riusciamo neppure a definirli. Nomadi, rom, sinti. Chissenefrega. Sono zingari e basta. Mendicanti. Ladri di bambini. Ladri e basta. Senza fissa dimora. "Nomadi", appunto. Anche se e quando sono stanziali. Come i sinti veneziani, che si esprimono in dialetto, meglio di molti "indigeni". Per noi italiani, popolo immobile (quasi nove su dieci residenti nella stessa provincia in cui sono nati i genitori), con il mito della casa (in proprietà, per oltre 7 famiglie su 10). Una eresia. Da cancellare, semplicemente. Per cui oltre il 75% degli italiani chiede di sgomberare campi nomadi e quartieri illegalmente occupati da stranieri. In buona parte, senza preoccuparsi di trovare altre sistemazioni. D'altra parte, progetti volti a riqualificare la presenza e l'esistenza degli zingari attraverso la costruzione di zone residenziali attrezzate e dignitose, come a Venezia, hanno suscitato moti popolari. Organizzati, perlopiù, dai leghisti, che sull'insicurezza locale hanno costruito le recenti fortune elettorali. E giustificati da uomini del governo (come ha fatto Gasparri). Insomma, gli zingari: meglio farli scomparire. In un modo o nell'altro.
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Tuttavia, conviene diffidare dei sondaggi. Leggerli con scetticismo. Collezionano percezioni "estorte". Il Paese descritto da questo Osservatorio certamente non è credibile. A confronto, "La notte dei morti viventi" è un film dei fratelli Vanzina. Non può essere vera una società così spaventata. Francamente un po' spaventosa. Da paura.
(La Repubblica)
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