martedì 6 maggio 2008

Visco ha ragione

Pare che la faccenda sia destinata a sgonfiarsi...

Giancarlo Ferrero, Torino (lettera a Repubblica)

"Pur avendo, da magistrato, il gusto per le sottigliezze giuridiche non sono in grado di capire le ragioni delle ripercussioni penali legate alla pubblicazione "online" dei redditi. Da molti anni, prima che ci fosse il garante della "privacy, ma anche dopo, ho visto pubblicati i miei redditi e di altri colleghi magistrati; nessuno ha mai sollevato problema di sorta.
Come è noto le dichiarazioni dei redditi sono pubbliche. Non si tratta di "dati sensibili" che non è consentito divulgare. La legge è in proposito molto chiara (art. 167, legge n.196 del 2003): "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque al fine di trarne per sé o per altri profitto o di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali ? è punito? se dal fatto deriva nocumento".
Ora, anche se Visco può non meritare l'oscar della simpatia, è ben difficile pensare che attraverso la pubblicazione dei redditi abbia voluto recare danno ai contribuenti, (quali poi?.) La pubblicazione informatica dei redditi rientra nelle competenze del dirigente dell'Agenzia dell'Entrate, avendo natura amministrativa e non politica, quindi difficilmente si può far risalire al ministro la responsabilità. Per chi, come il sottoscritto, è stato per anni alla guida dell'Avvocatura Distrettuale dello Stato per il Piemonte ed è membro della Commissione Centrale Tributaria, quanto sta accadendo lascia più scandalizzato che colpito, mentre lascia perplesso che una Procura della Repubblica avvii d'ufficio un processo penale dalle inevitabili lunghe e costose implicazioni.
Per quanto riguarda l'intento del Codacons di promuovere un'azione (class action) per far condannare lo Stato e distribuirne poi il ricavato ai contribuenti, posso solo diffidarli dall'agire anche a mio nome. Ritengo ancora la giustizia una cosa seria e per aversi una condanna al risarcimento dei danni occorre prima provare che è stato violato un diritto soggettivo (quale?), che la violazione costituisca un illecito (quale?) e che vi sia un danno subito dal titolare del diritto (quale?)"
Repubblica

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