martedì 6 maggio 2008

Verona Nera

Un pauroso ritratto di Verona, Una città profondamente fascista.

FABIO POLETTI
Stupidi, prepotenti e intolleranti». Alla Digos di Verona dicono che la politica non c’entra. Ma è nella Verona nera che si trovano le tracce di quelli che hanno ammazzato di botte Nicola Tommasoli.

Marcello Ruffo di Radio Bandiera nera, ventinove anni e la maglietta dei Zetazeroalfa che suonano a Casa pound giù a Roma, ne conosce due: «Vent’anni, bravissimi ragazzi, troppa rabbia dentro. Una volta mi hanno detto: "Se il mondo ci odia, noi odiamo il mondo". Quando ho saputo quello che era successo, ho chiesto se avevano pestato un comunista. Hanno fatto una cosa da balordi, mica da fascisti. Io, sono fascista. Il fascismo è socializzazione e progresso».[..]

Ragazzi bene che vanno a spritz e birrette. Ragazzi che trovi in piazza delle Erbe ogni sera o a dare la caccia al marocchino in centro. Ragazzi qualunque che ascoltano i «Gesta bellica» che martellano di decibel inneggiando a Priebke e Rudolf Hess perchè è di moda, vanno allo stadio per «fare casino» e poi magari della politica non sanno niente. Ad ogni retata della polizia spuntavano i coltelli, i busti del Duce o i libri di Hitler. Marcello Ruffo di Radio Bandiera Nera che prende le distanze fa i distinguo: «Il busto di Mussolini ce l’ho a casa pure io. I libri di Hitler sono in libera vendita. Quelli lì non sapevano niente, hanno solo storpiato il nostro pensiero. Andavano solo allo stadio, erano stati diffidati, la repressione li ha caricati a molla».

(La Stampa)

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