di Filippo Facci
I giornali non ne hanno parlato, da quanto so. Forse, m'han detto, l’ha fatto il Riiformista di domenica. Sicuramente non ne ha parlato Beppe Grillo nerl suo sito commerciale.
Spiegazione. L’ultimo Vaffanculo day promuoveva la firma per tre referendum, e lo sappiamo. La regola, la solita, è che per ciascun quesito referendario occorre raccogliere almeno 500mila nell’arco di tre mesi. Fatto questo, le firme possono essere portate in Cassazione e poi i quesiti vagliati dalla Corte Costituzionale eccetera.
Perciò, durante il Vaffanculo day del 25 aprile, e nei giorni successivi, e anche oggi, si promuove la raccolta delle firme in varie parti d’Italia. Coloro che firmano e che hanno firmato, ovviamente, vorrebbero che potessero esserci questi referendum, chiaro. Logico.
E invece no. Quelle firme non valgono nulla, e Grillo lo sa. Ma non lo dice. Non lo scrive.
Perché non valgono nulla? L’hanno spiegato a Grillo, ancor prima del 25 aprile, i massimi esperti di cose referendarie: i Radicali. L’articolo 31 della Legge 352 del 1970, hanno ricordato, recita questo: «Non può essere depositata richiesta di referendum nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere».
Traduzione: dal giorno in cui hanno indetto le elezioni politiche, non puoi depositare firme per sei mesi.
Ora: siccome le elezioni sono state fissate il 6 febbraio scorso, significa che le firme non possono essere depositate prima del 7 agosto, appunto sei mesi dopo. Però, come ricordavamo, le firme hanno una validità di tre mesi dall’inizio della raccolta, cioè devono essere raccolte nei tre mesi precedenti la consegna.
Ergo: se la consegna è il 7 agosto, i tre mesi precedenti partono dal 7 maggio, ossia da oggi. Tutte le firme raccolte prima di oggi, durante il Vaffanculo-day e nei banchetti di tutt’Italia, valgono quindi zero.
E, ripeto, Grillo lo sapeva. Ieri, durante una trasmissione televisiva, ho chiesto a Di Pietro se lo sapeva anche lui: mi ha risposto di sì.
Le foglie morte non sono
-
Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
0 commenti:
Posta un commento