martedì 12 agosto 2008

Alitalia

Un articolo tratto dall'Economist.

Faremo un altro miracolo
offrendo all’Italia una redditizia compagnia aerea nazionale'. Questo è quanto promesso da Silvio Berlusconi, Primo Ministro italiano, questa settimana quando il suo governo ha posticipato l’annuncio di un piano, atteso da tempo, per salvare Alitalia, la compagnia aerea di bandiera in passivo. Il "miracolo" doveva essere pianificato in una riunione l’8 agosto ed annunciato subito dopo, ma adesso rimarrà un segreto fino a settembre. La motivazione ufficiale è evitare di sconvolgere le vacanze estive con scioperi e voli cancellati. Tuttavia, molte persone credono che il piano sia stato posticipato perché problematico e, in alcuni punti, incompleto.

Alitalia si trova in condizioni così difficili che solo un prestito statale di 300 milioni di euro le ha permesso di continuare a volare. A marzo Air France-KLM aveva fatto un’offerta, ritirata in seguito per l’impossibilità di raggiungere un’intesa con i sindacati - e dopo l’affermazione di Berlusconi, in piena campagna elettorale, secondo cui vendere la compagnia di bandiera italiana ad una rivale francese sarebbe stato inaccettabile.

Intesa Sanpaolo, la banca a cui è stato dato il compito di trovare nuovi investitori italiani per Alitalia, ha immediatamente capito che non c’erano possibilità di trovare qualcuno disposto a finanziare la compagnia aerea allo stato attuale. “Era un sogno” dice una persona vicina alla linea di pensiero della banca. In compenso, è stato varato un piano per dividere Alitalia in due parti.

La prima sarà una nuova compagnia privata, senza debiti ed un fresco capitale di 1 miliardo di euro versato da una dozzina circa di industriali italiani, compresi Gilberto Benetton, Luigi Aponte e la famiglia Marcegaglia. La nuova compagnia assumerebbe il controllo delle risorse migliori di Alitalia e di alcuni di Air One, una compagnia aerea italiana minore e con una flotta del tutto nuova. Se tutto andrà secondo i piani, la nuova compagnia inizierà a fare utili dal 2009 e verrà quotata in borsa nel 2010.

I nuovi investitori, ovviamente, non vogliono avere nulla a che fare con il disastroso passato di Alitalia. Così il governo continuerà ad avere la proprietà della “vecchia” compagnia (possiede già il 49.9% di Alitalia), conservando il suo debito di 1.1 miliardi di euro e le risorse superflue. Tre quarti dei 20000 lavoratori di Alitalia verrebbero reimpiegati dalla nuova compagnia mentre il resto continuerebbe a lavorare per la vecchia. “La nuova, appetitosa compagnia andrebbe venduta mentre la vecchia compagnia sarebbe semplicemente una voce nel passivo delle finanze pubbliche” conclude Enrico Letta, un politico dell’opposizione.

Non è chiaro se Giulio Tremonti, Ministro del Tesoro, accetterà una tale divisione. Avendo appena ricevuto la fiducia dal Parlamento per un taglio alle spese di 30 miliardi di euro, è probabile che non permetterà che il passivo di Alitalia venga scaricato sulle finanze pubbliche. E’ molto probabile che si opporrà anche la Commissione Europea, che sta già indagando sul prestito ad Alitalia poichè ritenuto un aiuto di stato illegale. La Grecia ha tentato una divisione molto simile con la sua compagnia di bandiera in passivo nel 2003, dichiara Rigas Doganis, un commentatore esperto del settore aeronautico. Brussels ha ritenuto che la divisione fosse in realtà un espediente per mascherare continui aiuti statali.

Gli osservatori inoltre si chiedono quanto siano convinti gli investitori italiani. Una condizione del piano di Intesa Sanpaolo prevede l’ingresso di una compagnia aerea straniera come partner per la nuova Alitalia e Benetton ha recentemente dichiarato che una tale partnership sarebbe vitale per la riuscita del progetto. Lufthansa, seconda compagnia in Europa, è il candidato più probabile, ma non ha ancora confermato il suo interesse.

Se il governo riuscirà a trovare nuovi investitori per Alitalia, dovrà in seguito decidere come effettuare la divisione dell’azienda. La legge prevede che Alitalia dovrebbe essere sottoposta ad una procedura simile a quella fallimentare in modo da poter essere divisa in due e mantenere i debiti solo da una parte, dice Edoardo Staunovo Polacco, un avvocato specializzato in diritto fallimentare. Il governo vuole rivedere la legge per accelerare le procedure, ma fino ad ora ha negato la possibilità del fallimento per Alitalia.

Dopo la sua elezione, Berlusconi si è mostrato disponibile verso Air France-KLM, ma era troppo tardi. All’interno del suo partito, molti staranno rimpiangendo amaramente l’opportunità persa - la compagnia francese, dopo tutto, avrebbe rilevato Alitalia con debiti e tutto. Essi staranno sperando in un ritorno di Air France-KLM al tavolo delle trattative oppure in una proposta da parte di Lufthansa. Questo sarebbe il vero miracolo.

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