mercoledì 28 maggio 2008

L’Argomento del Turista in Giappone

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Non è da tutti, ne converrete, dimostrare in cinque parole che qualcosa su cui i filosofi si sono affannati per secoli, dedicandogli veglie interminabili e tomi smisurati, semplicemente non esiste. In tanta impresa è riuscita il neo-sottosegretario ai temi etici, Eugenia Roccella, che in un’intervista concessa ai giornali della catena del Quotidiano Nazionale ci fornisce con scioltezza la prova logica dell’inesistenza, niente di meno, dell’autodeterminazione umana. Leggere per credere (Massimo Pandolfi, «Roccella: “Combattiamo la ‘pulizia etnica’ dell’embrione”», 26 maggio 2008, p. 8):

Lei parla spesso di autodeterminazione...
«Va tanto di moda quando si parla di inizio o fine vita. È una balla: noi non nasciamo autodeterminati, dipendiamo sempre dagli altri. Cresciamo nel corpo di un altro, in totale dipendenza da un altro».
Il giornalista tenta di opporre una fievole resistenza alla potenza dell’argomento, oltretutto così virilmente esposto («È una balla»); ma la Roccella lo sovrasta intellettualmente di dieci spanne, e lo costringe al silenzio:
Ok, però poi si nasce, si diventa grandicelli, e...
«E se lei domattina va da solo in Giappone e non conosce le lingue è come un disabile: ha bisogno dell’aiuto di qualcuno, altrimenti si sente perso o no? È la prova che non siamo autodeterminati».
In questo, che i manuali di filosofia chiameranno un giorno l’Argomento del Turista in Giappone, la Roccella fa leva – come si è visto – su una ineccepibile dicotomia: o l’uomo è sempre, in ogni circostanza, capace di autodeterminarsi, oppure non lo è mai. Basta a questo punto un singolo controesempio – il turista in Giappone, appunto – e il tristo sogno dell’autodeterminazione umana, anche parziale, crolla miseramente. (Consiglio i lettori di non avventurarsi in estensioni avventate dell’argomento, come la dimostrazione dell’inesistenza dell’intelligenza – «un turista che ignora il thailandese non capirebbe un tubo di quello che gli dicono in Thailandia, ergo gli uomini non sono dotati di facoltà intellettive»: solo menti superiori possono maneggiare sensatamente questa logica sopraffina.)
Come cambia la nostra vita, ora che è crollato uno dei fondamenti della nostra civiltà morale e giuridica? Niente paura: pastori sapienti e benevoli (che incidentalmente sono anche amici della Roccella) hanno da tempo organizzato tutto per supplire alla nostra incapacità di autodeterminarci. Basterà seguire fiduciosi e senza discutere le direttive di questi giganti – o di queste gigantesse, come Eugenia Roccella – del pensiero.

UPDATE: Come giustamente mi ha ricordato l'autore del pezzo, l'articolo è tratto da questo interessantissimo blog.

1 commenti:

Giuseppe Regalzi ha detto...

Grazie! Questo è il link all'originale.