lunedì 12 maggio 2008

Legge 40, ultimo atto della Ministro Turco.

La Legge 40, approvata dal precedente Governo guidato da Silvio Berlusconi, introdusse una serie di gravissime limitazioni alla possibilità di effettuare in Italia la fecondazione assistita.


Senza entrare nel merito della Legge, ricordiamo uno dei punti più aberranti e contestati, quello che introduceva il divieto di effettuare la cosiddetta analisi pre-impianto dell'embrione sia a fini eugenetici (cosa assolutamente condivisibile), sia al fine di evitare la formazione di feti portatori di gravi malattie e deformazioni o addirittura col rischio di contagio di malattie virali a trasmissione sessuale come l'hiv.

Ora, tra gli ultimi atti del Governo Prodi, troviamo un decreto a firma dell'ex Ministro della Salute ( a proposito: che fine ha fatto il Ministero per la Salute nel nuovo Governo Berlusconi?) Livia Turco, che detta le nuove linee guida per l'applicazione della legge 40.

Il Decreto reintroduce la possibilità della diagnosi pre-impianto limitando il divieto alle sole selezioni di embrioni a fini eugenetici. Il tutto in recepimento di numerose sentenze dei tribunali amministrativi che nel tempo hanno sconfessato le coerenza della stessa Legge 40 varata dal Cavaliere.

Il commento del Ministro.
“Abbiamo recepito le indicazioni mirate ad ampliare la possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita anche per quei soggetti positivi a virus di malattie sessualmente trasmissibili – ha spiegato il Ministro - per i quali è stato riconosciuto uno stato di infertilità di fatto e che da oggi potranno avere dei figli senza correre il rischio di infettare la partner e il nascituro stesso”.
In più “abbiamo dato – aggiunge il Ministro – una risposta a quanti, operatori e cittadini, richiedevano chiarezza sulla possibilità di effettuare diagnosi preimpianto, chiarendo che le linee guida, in quanto tali, non possono prevedere divieti che non siano già contemplati nella legge stessa.

Per questo, il nuovo testo delle linee guida non contempla più la limitazione alla sola diagnosi osservazionale, mantenendo comunque il divieto di qualsiasi diagnosi a fini eugenetici così come previsto dall’articolo 13 della legge 40. E ciò in coerenza con l’evoluzione dell’ordinamento, testimoniata da diversi pronunciamenti della magistratura, sia ordinaria che amministrativa, e in particolare quello del Tar del Lazio che ha annullato la parte delle precedenti linee guida in cui si limitano le indagini sullo stato di salute dell’embrione a quelle di tipo osservazionale”.

Infine conclude il Ministro “abbiamo altresì accolto le indicazioni a implementare il sostegno psicologico alle donne e alle coppie che accedono alle tecniche di procreazione assistita, in tutto il percorso assistenziale, prima, durante e dopo l’effettuazione delle tecniche o anche a seguito del loro fallimento”.

Ora la palla passa al nuovo governo.

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