mercoledì 12 marzo 2008

A proposito di diritti umani


Un altro ragazzo iraniano gay rischia di dover affrontare una condanna a morte. Mehdi Kazemi, 19 anni, si era recato in Gran Bretagna nel 2004 per motivi di studio ma qui aveva appreso che le autorità iraniani avevano arrestato il suo fidanzato, costringendolo a confessare la loro relazione.
La scorsa primavera, alla scadenza del visto e al rifiuto del tribunale inglese di concedergli lo status di rifugiato, Mehdi era espatriato in Olanda, dove ieri la polizia lo ha arrestato per riconsegnarlo alle autorità inglesi la prossima settimana.
Attualmente è sorvegliato a vista dalla polizia di Rotterdam perchè si teme un possibile e annunciato tentativo di suicidio. Su di lui in Iran pende una condanna a morte in quanto gay.
La corte suprema olandese ha respinto ieri l'appello di Mehdi Kazemi, il giovane gay iraniano fuggito dalla Gran Bretagna per evitare di essere riportato nel suo paese, dove è stato condannato per omosessualità.
La corte suprema ha stabilito che ad essere responsabili per il destino di Kazemi sono le autorità britanniche, perchè è nel Regno Unito che il ragazzo ha fatto richiesta di asilo.
L'avvocato di Kazemi sta considerando di presentare un appello alla Corte europea dei diritti umani: le speranze dell'avvocato sono comunque che la Gran Bretagna decida di rinunciare a rimpatriare il ragazzo o che eventualmente l'Olanda si decida a dargli asilo. Si attendono disposizioni del ministro per l'immigrazione britannico. Inoltre, il Gruppo EveryOne sta richiedendo attraverso canali internazionali un incontro immediato con il premier britannico Gordon Brown.
Il caso di Kazemi mette in luce quali siano le differenze nella tutela dei gay provenienti da dittature islamiche come l'Iran.
(Ilsole24ore)

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