lunedì 31 marzo 2008

Pornocrazia


Luca Sofri. Torno sull'argomento Andrea Verde con l'imbarazzo che si può immaginare: scriverne una o due volte è divertente, alla terza uno comincia a sporcarsi le mani. Però poi vi spiego perché ci torno, ciò malgrado. Prima riassunto della questione. Alcuni militanti del PD in Francia si interessano dei candidati alle lezioni delle circoscrizioni estere, e apprendono che il Popolo delle Libertà candida in Europa un tale Andrea Verde, che annuncia la sua discesa in campo su un baldanzoso sito web. Con ricerche più approndite, scoprono che tra le varie attività legate allo show business di Verde risultano regia e/o produzione di alcuni film dai titoli piuttosto notevoli: "Sotto il vestito la sorca", "Papà ti scopo tua moglie", cose così. Raccontano queste cose su un blog, e vengono ripresi da molti altri, a cominciare da Sandro Gilioli e Andrea Caminadella. Ovviamente lavorare nel cinema porno non è un reato né impedisce di essere eletto al parlamento, e ci mancherebbe. Ma che alcuni di noi si possano fare un giudizio sull'uomo e su chi lo candida anche a partire da questo è del tutto legittimo: oltre al fatto che la storia e i suoi titoli cinematografici fanno piuttosto ridere. Comunque. A questo punto interviene Verde, che scrive diversi candidi commenti sul blog di Caminadella, negando ogni addebito e sostenendo di essere stato solo il contabile di alcune società legate alla produzione di quei film, di cui niente sapeva, e successivamente negando ogni ulteriore prova a carico dei suoi ruoli nel porno che altri trovano in rete: siti porno intitolati al suo nome, o intestati a società a suo nome, eccetera. Il tono e il linguaggio da tenero Giacomo, e la faccia conseguente, gli guadagnano persino delle simpatie, tra i suoi primi critici (lui stesso, per sbaglio, segnala in un primo tempo un sito porno a suo nome invece del suo sito elettorale). Fino a che, a quanto mi risulta, le sue smentite si interrompono di fronte alla goccia che fa traboccare il vaso della balle raccontate: le foto che un cultore della materia estrae dal DVD di "Futti futti che Dio perdona a tutti", in cui il tenero Giacomo compare in un ruolo abbastanza definito, diciamo. A questo punto tutti sghignazziamo in cor nostro, e scuotiamo la testa imbarazzati. E la cosa finisce lì. Epperò.


Epperò ci troviamo - e i giornali e la politica italiana si trovano - da dieci giorni con i seguenti: - il partito favorito alle elezioni che propone agli italiani in Europa di eleggere un attore porno, e senza dirglielo - il pornocandidato che mente negando ogni cosa e con garbo e buona educazione fa quasi sentire in colpa chi lo ha sospettato - il pornocandidato che viene sbugiardato sulle ulteriori cose che ha detto, dimostrandosi non tanto un ex attore porno, ma un attuale bugiardo matricolato e impunito - il suo partito che non interviene in alcun modo sulla vicenda Adesso, io lo so che qualche giornale aveva scritto della vicenda al suo nascere, e gli sciocchi meccanismi del giornalismo italiano dissuadono dal tornare sulle cose "già dette". Ma qui, in un paese normale, ce ne sarebbe da far dimettere con ignominia tutti i responsabili delle candidature del PdL all'estero, e da piantare una supergrana. Della prima cosa dovrebbe occuparsi lo stesso PdL, se qualcuno là dentro ne avesse cara la dignità. La seconda cosa - la propensione ad ingannare gli elettori lampantemente dimostrata da parte di un candidato del PdL - dovrebbe essere esibita a man bassa dal PD. Invece, ci siam fatti quattro risate, e Verde magari ci ha pure guadagnato dei voti. Adoro questo paese

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