domenica 6 gennaio 2008

L'epifania che tutte le feste porta via

Imperversando ad ogni ora del giorno e della notte e su tutti i tg che Mamma Rai e Matrigna Mediaset ci somministrano il messaggio evangelico cattolico apostolico romano...
oggi non si è potuto fare a meno di sorbirci i servizi sulla befana e sui Re Magi.
Ieri nel programma di indottrinamento "A sua immagine" tal padre Raniero Cantalamessa (evito tutte le possibili batttute sul cognome) ha fatto visita in una scuola Statale (e dico... Statale, nessuno che si chieda se in quella classe ci fossero bambini musulmani, buddisti, mormoni, atei, agnostici, ...) per spiegare a degli inermi bambini la favoletta dei Re Magi, con particolari geografici sulla loro provenienza (dalla Persia e/o dal'India) presentando il tutto come manco fosse un fatto storico accertato, tipo la battaglia di Lepanto.

Per amor di verità propongo qui qualche opinione discordante.
Prima di tutto Wikipedia, che proprio non può definirsi un covo di comunisti dominati dal demonio:

I Magi provenienti da oriente, precisamente dalla Persia, furono, quindi, le prime figure religiose ad adorare il Cristo. Non c'è invece traccia, nei "Vangeli dell'infanzia", di una loro autorità regale.
Il Vangelo secondo Matteo è l'unica fonte biblica a descrivere l'episodio.

Il passo di Matteo non fornisce il numero esatto dei Magi ma la tradizione più diffusa, basandosi sul fatto che vengono citati tre doni, parla di tre uomini. In realtà, il testo greco non ne indica né il numero né tantomeno i nomi; parla solo di alcuni Magi dall'oriente

L’esegesi storico-critica, a partire dal XIX secolo, ha proposto dei criteri per distinguere i fatti storici probabilmente accaduti da altri racconti creati dalle primitive comunità cristiane o dagli evangelisti stessi. In questa prospettiva, un gran numero di biblisti contemporanei sottolinea che, nel caso di Mt 2, non ci si trova di fronte ad una cronaca, ma ad una composizione didascalica, midrashica: una "costruzione" letteraria che è stata pensata per fornire un insegnamento.


Qui invece un articolo del Corriere della Sera in cui il vescovo di Canterbury dice la sua su alcune leggende e luoghi comuni

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