di Alessandro Giglioli
E poi ci sarebbe una piccola cosa da aggiungere a tutto quello che è stato già detto e scritto sul caso Carfagna.
Ed è la pavidità dei giornalisti politici. Nessuno dei quali, finora, ha avuto il coraggio di chiedere direttamente, brutalmente, ai due interessati la semplice verità sulla loro presunta relazione. Che non sarebbe un fatto privato ma politico, per l’ovvia ragione che uno è premier e l’altra è stata fatta prima deputata e poi ministro dal premier medesimo.
Sicché hanno gioco facile, i due: lui a dire che «se deve occuparsi di spazzatura si occupa di quella di Napoli» e lei a dire che «il gossip non rientra nel suo mandato di ministro per le Pari Opportunità».
Nella cultura italiana, intrisa della sua atavica ipocrisia cattolica, si preferisce girarci intorno, chiedere magari una reazione ai rumours o allo show di Sabina Guzzanti. Ma la domanda diretta, mai.
A Clinton per molto meno (visto che Lewinsky non era ministro) la domanda invece la fecero. E lui fu costretto a rispondere così. Mentiva - e per poco non ci rimetteva la Casa Bianca. Ma glielo chiesero.
(Piovono Rane )
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