venerdì 28 marzo 2008

Così fan tutti

Il presente articolo non vale come scusa! Non provateci...!
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EUGENIA TOGNOTTI

Per la maggior parte delle specie la fedeltà è un miraggio. Ma l'articolo con questo titolo - comparso sul New York Times, nella pagina della scienza - è in realtà di quella umana che vuole occuparsi, in giorni in cui le parole faithfulness e unfaithfulness sono al centro di un infuocato dibattito su giornali e web. Mentre, per la prima volta, una moglie, quella dell'attuale governatore David Paterson, ha rotto il rituale della sposa silente e comprensiva, per dichiarare - in una conferenza stampa - che anche lei ha tradito il marito. Ma è dal «disonorato» ex governatore di New York Eliot Spitzer - travolto da una storiaccia di sesso con una prostituta - che parte l'informato pezzo che dimostra come quello della monogamia sia solo un ideale - sulla base delle molte evidenze che provengono dalle scienze dell'uomo ma anche dalle ricerche di zoologia comparata Spitzer potrà essere accusato di ipocrisia, egomania, impulsività, auto-indulgenza, arroganza e giù sostantivi, ma di certo è in buona compagnia. Cioè di decine di migliaia di creature di tutte le specie, praticamente tutti i maschi e le femmine di ogni ramo tassonomico del grande albero della vita.


Insomma, in natura la promiscuità sessuale è la regola, e la vera fedeltà un tenero sogno. Il lungo pezzo cita il libro degli scienziati del comportamento David P. Barash e Judith Eve Lipton, autori del classico The myth of monogamy. Fidelity and infidelity in animals and people. Ed espone le teorie di biologi e studiosi del comportamento animale. Naturalmente, era ben noto che la monogamia non fosse la regola nel regno animale, ma di recente studi di etologia e biologia evoluzionistica, e le nuove tecniche di indagine molecolare, hanno cominciato ad abbattere parecchi miti, come quello della celebrata fedeltà degli uccelli. Rondini e tortore non fanno eccezione. I biologi che hanno applicato l'analisi del Dna al test di paternità si sono trovati di fronte alla realtà di un'insospettata diffusione di copulazioni «extraconiugali». Che si tratti di nati di uccelli, scimmie, volpi, o di qualunque altra specie, risulta che una percentuale che oscilla dal 10 al 70 per cento è generata da qualcuno che non è il maschio della coppia. Dietro la facciata della monogamia sociale - e lontano dagli occhi - si nasconde, insomma, la sorpresa di una poligamia di fatto. E - sorpresa - le femmine della stragrande maggioranza delle specie animali non sono da meno e continuano, anche se in coppia, a dedicarsi all'attenta selezione del maschio «migliore» e capace di assicurare alla prole chances di sopravvivenza. Quando lo incontrano - in un momento in cui il loro partner ufficiale è «a caccia» di cibo o di altre partner sessuali - si esercitano nell'arte della seduzione e sono molto abili a nascondersi e a dissimulare: le scimpanzé, ad esempio, si allontanano dal gruppo e si nascondono così bene nella boscaglia che neppure i ricercatori riescono a coglierle sul fatto. Per trovare un caso di fedeltà assoluta in natura occorre riferirsi alle larve della specie Diplozoon paradoxum che, quando si incontrano sulle branchie di un pesce d'acqua dolce, si accoppiano e si fondono, restando uniti per sempre. Nessuna assoluzione per Spitzer, naturalmente. L'uomo sarà pure poligamo per natura, ma dopotutto, in qualche modo la monogamia è diventata uno dei pilastri della società occidentale.
(La Stampa)

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