Silvio Berlusconi ha promesso in campagna elettorale di ridurre il carico fiscale alle famiglie attraverso una rimodulazione delle aliquote Irpef e attraverso l'introduzione del meccanismo del quoziente famigliare.
In pratica la base imponibile dell'imposta sui redditi delle persone fisiche non sarà più il reddito personale, ma il reddito della famiglia, della coppia di coniugi.
Walter Veltroni aveva più realisticamente proposto di lasciare inalterato il metodo di determinazione della base imponibile e di modificare solo le aliquote sui redditi più bassi.
Gli elettori hanno preferito dare retta al Cavaliere e, almeno dal punto di vista delle imposte sul reddito, rimarranno delusi quando gli toccherà compilare il modello unico del prossimo anno. Infatti, secondo uno studio del quotidiano Il Sole24Ore, i vantaggi fiscali del quoziente famigliare berlusconiano, rispetto alla proposta del candidato premier del Pd, si avvertiranno solo a partire da redditi di almeno 80.000 euro l'anno. Mentre col sistema di rimodulazione di Veltroni i vantaggi si sarebbero avvertiti già a partire dagli scaglioni di reddito più bassi.
Infatti, leggendo la tabella si vede come la proposta Veltroni comporti un risparmio di imposta per redditi famigliari fino a 30.000 euro di ben 900 euro l'anno rispetto all'attuale livello dell'imposta, mentre la proposta Berlusconi lasci invariato il livello dell'imposta per lo stesso scaglione di reddito. In sostanza, gli elettori che hanno votato Berlusconi, ma anche chi non l'ha votato, e che hanno un reddito famigliare non superiore a 30.000 euro l'anno, pagheranno la stessa imposta che pagano oggi col governo Prodi.
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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