«Attivi Lehman sono presenti nei prodotti, essenzialmente polizze index linked, per i quali il rischio di investimento è a carico degli assicurati»
(Comunicato del Ministero del Tesoro)
Traduzione: I risarcimenti ve li sognate!
Robin Hood non abita più al Ministero del Tesoro.
Le assicurazioni ringraziano sentitamente il Ministro.
sabato 27 settembre 2008
Risarcimenti Lehman Brothers
venerdì 26 settembre 2008
Comunisti in Vaticano
L'Osservatore Romano critica oggi - con parole severe - il "giro di vite" adottato dal governo italiano sui ricongiungimenti degli immigrati e i richiedenti asilo, e allo stesso tempo attacca le politiche europee che prevedono "restrizioni, ostacoli e barriere" all'immigrazione, contenute nel piano che sarà all'esame del prossimo Vertice europeo di ottobre.
Lo si legge in un articolo di prima pagina firmato dal responsabile della Caritas italiana don Vittorio Nozza, che scrive: "Intristisce quando, dal mondo politico, arrivano segnali contrari che alimentano un clima di paura e intolleranza".
(La Repubblica)
Magari se lo dicono loro stanno ad ascoltare
Prendetevi cura di voi
A tutti i precari Alitalia consiglio una visita alla Beauty Farm Mességué.
Approfittate del bagno idratante "con pappa reale e melata di metcalfa" e rilassatevi con un "hot stone massage".
Dopo sarete più positivi e vi lamenterete meno.
Un Giudice a Berlino
MILANO- Il pm Fabio De Pasquale ha sollevato un'eccezione di costituzionalità
del Lodo Alfano nel processo che vede imputato, fra gli altri, il
premier Silvio Berlusconi per presunte irregolarità nella compravendita
dei diritti televisivi da parte di Mediaset.
(La Repubblica)
giovedì 25 settembre 2008
Alè-Italia
Si sono messi d'accordo: pagheranno tutto i contribuenti e gli utenti.
- soldi già dati per mantenere in vita la compagnia fino a questo momento.
- soldi da dare per pagare tutti i debiti della vecchia Alitalia e di AIR-ONE.
- soldi da dare per mobilità e ammortizzatori sociali vari per i 3500 esuberi.
- soldi da dare in biglietti più cari (la Milano - Roma è un monopolio).
- soldi da dare tra qualche anno quando la micro compagnia CAI rischierà di nuovo il fallimento che lo Stato prontamente eviterà.
Inoltre:
- Air France cacciata dalla porta è rientrata dalla finestra: Spinetta avrà stappato una bottiglia di Champagne.
- La CAI che si è iper-tutelata con garanzie assurde. L'Antitrust zittito per almeno 3 anni.
Come ciliegina: Walter Veltroni è contentissimo di essere stato "risolutivo" per la vicenda.
Fra 2, 3 anni si ricomincia con il "caso" CAI-Alitalia.
Bugie
MCain non va da Letterman perchè deve correre a Washington ma...
Per cose del genere in America si rischia grosso... Non è mica l'Italia
mercoledì 24 settembre 2008
Soluzioni semplici e sbagliate
Per ogni problema difficile esiste una soluzione tanto semplice quanto sbagliata.
di Michele Serra
[..]
Per questa destra popolare, e per il vasto e agguerrito blocco sociale che esprime, la complicazione è un vizio "borghese" (da professori, da intellettualoidi, beninteso da radical-chic, e poco conta che il personale scolastico sia tra i più proletarizzati d'Italia) che non possiamo più permetterci, e al quale abbiamo fatto malissimo a cedere. Non solo la pedagogia, anche la psicologia, la sociologia, la psichiatria, nella vulgata oggi egemone, non rappresentano più uno strumento di analisi della realtà, quanto la volontà di disturbo di manipolatori, di rematori contro, di attizzatori di fuochi sociali che una bella secchiata d'acqua, come quella della maestra unica, può finalmente spegnere. La lettura quotidiana della stampa di destra - specialmente Libero, da questo punto di vista paradigma assoluto dell'opinione pubblica filo-governativa - dimostra che il trionfo del pensiero sbrigativo, per meglio affermarsi, necessita di un disprezzo uguale e contrario per il pensiero complicato, per la massa indistinta di filosofemi e sociologismi dei quali i nuovi italiani "liberi" si considerano vittime non più disponibili, per il latinorum castale di politici e intellettuali libreschi, barbogi, causidici, che usano la cultura (e il ricatto della complessità) come un sonnifero per tenere a freno le fresche energie "popolari" di chi ne ha le scatole piene dei dubbi, delle esitazioni, della lagna sociale sugli immigrati e gli zingari, sui bambini in difficoltà, su chiunque attardi e appesantisca il quotidiano disbrigo delle dure faccende quotidiane. Già troppo dure, in sé, per potersi permettere le "menate" della sinistra sull'accoglienza o il tempo pieno o i diritti dei gay o altre fesserie.
La sinistra ha molto di che riflettere: la formazione culturale e perfino esistenziale del suo personale umano (elettorato compreso) è avvenuta nel culto quasi sacrale della complessità del mondo e della società, con la cultura eletta a strumento insostituibile di comprensione anche a rischio di complicare la complicazione... Ma non c'è dubbio che tra il rispetto della complessità e il narcisismo dello smarrimento, il passo è così breve che è stato ampiamente fatto: nessuna legge obbliga un intellettuale o un politico a innamorarsi dell'analisi al punto di non rischiare mai una sintesi, né la semplificazione - in sé - è una bestemmia (al contrario: proprio da chi ha molto studiato e molto riflettuto, ci si aspetterebbe a volte una conclusione che sia "facile" non perché rozza o superficiale, ma perché intelligente e comprensibile). Ma la posta in gioco è molto più importante del solo destino della sinistra. La posta in gioco - semplificando, appunto - è il destino della cultura, degli strumenti critici che rischiano di diventare insopportabili impicci. Se questa destra continuerà a vincere, a parte il marketing non si vede quale delle discipline sociali possa sperare di riacquistare prestigio, e una diffusione non solo castale o accademica. Perché è molto, molto più facile pensare che l'umanità e la Terra siano stati creati da Dio settemila anni fa (cosa della quale è convinta ad esempio la popolarissima Sarah Palin) piuttosto che perdere tempo e quattrini studiando i fossili e l'evoluzione. È molto più rassicurante, convincente, consolante pensare che le buone maestre di una volta, con l'ausilio del cinque in condotta e di una mitraglia di bocciature, possano mantenere l'ordine e "educare" meglio i bambini ipercinetici, e consumatori bulimici, che la televisione crea e che la propaganda di destra ora lascia intendere di poter distruggere, perché è meglio avere consumatori docili (clienti, come dice Pennac) piuttosto che cittadini irrequieti. È meglio avere certezze che problemi.
[..]
(La Repubblica )
martedì 23 settembre 2008
4 risate, anzi 10
I dieci motivi per i quali, se vi trovate in Inghilterra, conviene che ve ne torniate in Italia.
Esilarante.
Manganellamenti
"Questa bastonatura quotidiana della Cgil portata avanti in particolare dai giornali e dalle televisioni di Berlusconi è una vergogna. La Cgil sarà pure criticabile, ma bisogna ricordarsi anche di chi ci ha portato a questo punto: chi oggi bastona, infatti, è lo stesso che tre mesi fa applaudiva"
(Luigi Bersani)
Marco Travaglio contro tutti
di Andrea Scanzi
Il corpo è esile, ma spara bordate. Marco Travaglio non è un guru della tv, ma tutti i guru della tv che abbiamo intervistato nelle ultime settimane lo chiamano in causa. L’intervista va in scena dopo mezzanotte, «l’unico mio momento libero».
Travaglio, le sue non sono interviste, ma interrogatori.
«In un Paese dove Vespa passa per giornalista, chi fa domande è un’anomalia. In Italia la realtà è così drammatica che se racconti i fatti passi per fazioso: ma sono i fatti a essere faziosi. All’estero Vespa neanche lavorerebbe. Qui il massimo dissenso tollerato è il chiacchiericcio, la battutina alla Mentana. Santoro e io facciamo nomi e cognomi. E il potere ci odia».
Per Lerner, volete solo dimostrare che «ce l’avete più lungo».
«Noi ce l’abbiamo normale, sembra lungo perché gli altri ce l’hanno troppo corto. Mi spiace che a dire questo sia Gad, il migliore dopo Santoro. Ancora rivendica di avere rifiutato l’ultima vera intervista a Borsellino, nella quale - due giorni prima di Capaci - parlava di indagini sui rapporti tra Mangano, Dell’Utri e Berlusconi. Comunque, in un Paese decente, i tre tg nazionali sarebbero diretti da Lerner, Santoro e Feltri».
Feltri?
«Il fuoriclasse del giornalismo di centro-destra. Neanche difficile, ci sono solo lui e Belpietro. Con il centro-sinistra al governo, un tg di Feltri lo guarderei: gli farebbe le pulci».
Chi va in tivù certo di avere la verità in tasca risulta antipatico.
«Lo dice Costanzo. Non mi sono mai posto il problema della simpatia, mi interessa che ciò che dico sia vero. Costanzo non l’ho mai capito. Appena lo nomini, la gente sbianca: ha un potere enorme, nella P2 era “maestro” e Berlusconi “apprendista muratore”. Però Costanzo ha anche rischiato la pelle per la mafia. L’attentato fu legato anche al suo “no” alla nascita di Forza Italia, ne sono convinto, ma capisco che lui non abbia voluto inoltrarsi su questo terreno».
Non è una tesi da nulla.
«Ho letto qualche tonnellata di atti giudiziari sulle stragi del ‘93. Servivano a “destabilizzare per stabilizzare”, a sollecitare la nascita di nuove forze politiche gradite alla mafia. In quei mesi Dell’Utri stava inventando Forza Italia, in stretto contatto con Mangano».
Cambiamo argomento. Ormai lei è il giornalista di riferimento della satira.
«Grillo è un comico straordinario, ma ormai fa politica dall’esterno. Sabina Guzzanti ha uno spirito civico formidabile. Luttazzi è un genio e un purista. La sua scelta, opposta a Beppe e diversa da Sabina, è di essere soltanto un satirico. Non partecipa a eventi politici per non alimentare confusioni. Tutti e tre non mediano, dicono tutto. Come se l’Italia fosse davvero una democrazia».
Grillo preferisce i nemici veri agli amici finti. È lo stesso per lei e Santoro?
«Michele ha capito troppo tardi chi sono i burocrati della sinistra. Così ha prestato la sua faccia a chi non lo meritava al Parlamento europeo, permettendo ai D’Alema di sventolare fintamente la bandiera della libertà. Per me è diverso, ho sempre ritenuto i gerarchi comunisti il peggio del peggio. Poi è arrivato Berlusconi e mi ha costretto a mutare le gerarchie. Il centro-sinistra non fa paura: fa ridere. Vuole quello che vuole Berlusconi, ma non sa realizzarlo: lui sì».
Oggi è dipietrista?
«Per colpa del “cainano” Berlusconi e dei suoi alleati, non posso votare destra. Mi accontento di votare l’unico antiberlusconiano vero, Di Pietro».
Quante querele ha collezionato?
«Le querele per diffamazione non fanno paura: a 44 anni sono ancora incensurato. Ma Berlusconi e i suoi fanno cause civili, vogliono soldi, puntano a rovinarti. Ho deciso di ripagarli della stessa moneta: chi mi diffama lo porto in tribunale».
Per Vespa è impensabile che uno come lei stia in Rai.
«Premesso che io faccio cinque minuti alla settimana e lui otto ore, Vespa ha ragione: se il giornalista tipo in Rai è lui, io sono incompatibile. Berlusconi non mi chiamerebbe mai “dottor Fede”. Vespa ha una strana concezione di servizio pubblico: fino al ‘93 si vantava di avere come editore di riferimento la Dc, ora serve i partiti che contano. Se Santoro viene da “Servire il popolo”, Vespa è di “Servire il popolo delle libertà”. Berlusconi ha il 60 per cento di consensi, ma da lui fa solo un milione di spettatori: appena la gente vede Vespa, scappa. Ha detto che la colpa è di King Kong: “Berlusconi contro King Kong” è come Totò contro Maciste, con tutto il rispetto per Totò».
Floris, almeno, le piacerà.
«È il “Vespino de sinistra”. Il Vespa di nuova generazione. Il Vespa restyling».
Ha mai pensato che lei convince i già convinti?
«Il mio scopo è informare, non far vincere il centro-sinistra. Mi rispettano anche gli elettori di Lega e An. Magari mi maledicono, ma mi rispettano. Quando spieghi il tema giustizia, capiscono che la sicurezza di Berlusconi è inversamente proporzionale alla loro».
E gli elettori di Forza Italia?
«Non ne vogliono sapere. Loro Berlusconi se lo meritano. Noi, un po’ meno».
(La Stampa)
lunedì 22 settembre 2008
Pietro Calamandrei
Leggete e impressionate.
Era il 1950 e Pietro Calamandrei scriveva questo in difesa delle scuole pubbliche ( grazie a Sofri figlio):
Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
Vi ricorda niente?
Nuove festività nazionali
Visto l'andazzo, che ne direste se il 4 novembre si commemorassero i caduti austriaci ?
Il fascista naturale
di Gianni Barbacetto
Silvio Berlusconi ha da tempo superato Gianfranco Fini in fascismo. Aveva già detto che Mussolini non era poi tanto male e che gli oppositori mandati al confino durante il Ventennio stavano come al club Mediterranee. Adesso elogia italo Balbo, dicendo che in Libia ha fatto cose egregie. Ma Italo Balbo è uno squadrista della prima ora, grande manganellatore, eccelso organizzatore di squadracce, autore dell'appello a "rompere i crani" degli oppositori durante le elezioni del 1924, mandante dell'omicidio di un prete antifascista come don Minzoni e infine governatore della Libia, dove instaurò il regime coloniale e una specie di aparthaid per i libici.
Berlusconi – "fascista naturale" (la definizione è di Michele Serra) e postideologico, ma generoso di riconoscimenti al fascismo e ai fascisti – rompe per la prima volta l'equilibrio costituzionale nato dalla Resistenza. È del tutto estraneo all'unità antifascista che ha fondato la Repubblica. Si trova bene in compagnia di Gianni Alemanno (il fascismo non è il male assoluto, male sono le sole leggi razziali) e di Ignazio La Russa (che rende onore ai caduti di Salò, cioè ai collaborazionisti del nazismo). Questo è il governo che c'è oggi in Italia: un "fascista naturale" a capo di una compagnia di anti-antifascisti o almeno a-antifascisti (Forza Italia) e di eredi del fascismo mai del tutto pentiti (An), con contorno di intolleranti sempre sull'orlo di una crisi di razzismo e xenofobia (Lega). È l'ennesima anomalia italiana: in Francia il capo della destra è anche il capo della Resistenza (De Gaulle), è colui che tiene fuori i fascisti di Le Pen dalla destra di governo (Chirac). Da noi invece non è ancora passata neppure l'elementare distinzione tra amici della libertà e alleati del nazismo (che in tutto il mondo sono giustamente tenuti fuori dalla politica). Astratte questioni storiche? No, scelte che incidono sulla realtà: per un governo così, la Costituzione repubblicana è il libretto delle istruzioni di un elettrodomestico che si può cambiare, stravolgere, buttare.
Occhio alle polizze
Mentre pare che Unipol abbia confermato che garantirà i clienti per le polizze contenenti obbligazioni Lehman, la Mediolanum ciurla nel manico.
E non dite che non è vero.
«L’Italia è rimbambita dai pregiudizi.
A Milano non posso chiedere nemmeno un’indicazione stradale che le signore si tengono la borsetta
stretta. Tutti pensano che li vuoi aggredire. L’italiano medio si stupisce che una persona di colore sappia usare i congiuntivi. A Milano mi ferma la polizia e mi chiede dove ho rubato la macchina»
(Corriere della Sera )
Nicola Porro su Alitalia
I tatcheriani nostrani mostrano i muscoli.
Per la serie "spezzeremo le reni" alla CGIL:
di Nicola Porro
[..]
Berlusconi sta facendo di tutto per trovare una soluzione ad Alitalia. Ma non perda di vista la grande preda: rivoluzionare il rapporto tra imprese e lavoratori vale cento volte il salvataggio di Alitalia. E se il costo (si fa per dire) è quello di rinunciare alla Cgil si proceda. Il caso Alitalia gli dà una forza unica. Ha dalla sua parte il sindacato più moderno, ma ciò che più conta, l'intero Paese. Non è una questione di destra o di sinistra, è semplicemente un moto di ragionevolezza. Il suicidio di Alitalia è il suicidio di un sindacato che ha preteso di cogestire la politica italiana sin dal dopoguerra. Di un sindacato che passa più tempo a Palazzo Chigi di quanto faccia nelle
fabbriche. È la dequalificazione di un sindacato che facendo finta di tutelare i più deboli, pensa a tutelare se stesso. Molti hanno rivisto nel caso Alitalia la battaglia vinta dalla Thatcher contro i minatori inglesi.
(Il Giornale)
Qualcuno avverta Porro che tra i lavoratori Alitalia (e soprattutto tra i piloti) la CGIL è un sindacato di minoranza.
domenica 21 settembre 2008
Epifani da Annunziata
Libero pubblica questa vignetta di Epifani in tenuta da hostess, con la didascalia Epifani non la dà agli italiani.
Ospite su rai tre della trasmissione della Annunziata, In mezz'ora, Epifani commenta seccamente la vignetta così: "Tre volte volgare. Volgare verso le donne. Volgare verso le assistenti di volo. Volgare verso i lettori del giornale che l'ha pubblicata"
Borghezio
Perfino Le Pen ha evitato la manifestazione nazi-fascista di Colonia.
Ma Borghezio no.. lui ci va... e Berlusconi tace.
Ah, il sindaco di Colonia è di centro-destra: è stato lui ad organizzare la contromanifestazione.
Ogni paese ha il Centrodestra che si merita.
Risorgimento revisionato
Il consigliere comunale di Roma Antonino Torre, inviato dal sindaco Alemanno alla commemorazione della breccia di Porta Pia a Roma, non trova di meglio da fare che ricordare SOLO i morti di parte papalina, elencandoli per nome e cognome.
Robe da pazzi!!!
Era lì, in veste istituzionale, per festeggiare l'annessione allo Stato Italiano di Roma dopo secoli di dominio pontificio (vedi la truffa della Donazione di Costantino), se ne esce con un discorsetto dedicato ai poveri soldati del papa, e SOLO a loro!
La farsa è poi continuata con il ricordo da parte del rappresentante del PD (Partitus Dei) della figura di Paolo IV (?) e, tanto per non farsi mancare nulla, si è tolta la parola ai rappresentanti delle associazioni laiche che erano lì ad ascoltare sbalorditi!
Una chicca: la corona di alloro del Comune è stata posta a fianco alla corona di Militia Christi (anche loro commemorano, ma per i fondamentalisti cattolici il XX settembre è una giornata di lutto)
*****
Per chi vuole approfondire seriamente gli avvenimenti del 1970 qui un intero convegno in video e audio con storici, politici e docenti universitari.
ps:
Un ritratto del consigliere Antonino Torre:
"Antonino Torre, granatiere e paracadutista, è stato eletto consigliere comunale per la Lista civica per Alemanno con 366 voti, risultando in tal modo il meno votato tra tutti i consiglieri comunali romani. Come si piò leggere su un articolo ancora disponibile sul sito de “Il Giornale”, “ha frequentato la scuola media e il liceo presso la Scuola pontificia Pio IX di via della Conciliazione. […] In tanti anni di servizio militare […] ha sempre evidenziato, facendosene portatore e dandone testimonianza, i valori cristiani acquisiti, durante la formazione scolastica, dai Fratelli della Misericordia. […] È stato nominato, altresì, Cavaliere dell’Ordine Gerosolimitano”. In passato ha altresì presentato un esposto contro il giornalista Mario Tozzi, ‘reo’, a suo dire, di aver insultato il cardinale Ruini."
(UAAR)