Il governo ha presentato due emendamenti che modificano radicalmente la cosiddetta norma 'blocca-processi' contenuta nel decreto sicurezza, in fase di conversione alla Camera dei deputati. Il testo, nella nuova formulazione, prevede che non ci sia più nessuna sospensione dei processi, ma solo un rinvio, fino a 18 mesi, di quelli "meno importanti". Sparisce quindi l'automatismo della sospensione di un anno dei processi per reati commessi entro il giugno 2002: una misura che era stata aspramente criticata da magistrati e opposizione. E che aveva suscitato non poche perplessità anche al Quirinale.
(Repubblica)
Ora che il Dolo Alfano è passato la blocca processi non serve più. L'urgenza non c'è più. Spariti gli automatismi. Berlusconi è al sicuro. e c'è pure lo sberleffo:
"Così come è stata riformulata questa norma non può essere in alcun modo ricondotta a Silvio Berlusconi. Spero che ora ci possa essere il sostegno dell'opposizione".
(Presidente della commissione Giustizia della Camera - Giulia Bongiorno )
Che dire.... la Guzzanti è un'educanda al confronto.
venerdì 11 luglio 2008
Hanno la faccia come il...
La legge "più uguale" per lui
[..]
Nel Paese che continua a proclamare la legge uguale per tutti, dopo il voto di ieri e in attesa urgente di quello del Senato il Cavaliere si avvia a diventare "più uguale" dei suoi concittadini, sottraendo l'imputato Berlusconi al suo legittimo giudice che lo sta processando per reati comuni, per nulla legati all'attività politica. Per fare questo, l'imputato ha dovuto chiedere soccorso al premier Berlusconi, che non ha esitato a usare fino in fondo il potere esecutivo per imporre al legislativo una norma capace di bloccare il giudiziario. Anzi, di più. Finché non è stato sicuro dell'approvazione del "lodo", predisposto dal ministro-ombra della Giustizia Alfano (il vero Guardasigilli è l'avvocato del Cavaliere, Ghedini), il premier ha mandato avanti come norma d'urgenza un emendamento che fermava 100 mila procedimenti giudiziari pur di arrestare il suo. Ieri, avuta la sicurezza che l'immunità diventerà subito legge, Berlusconi ha acconsentito a disfare la norma blocca-processi, dimostrando così platealmente che la norma non aveva alcuna urgenza reale ma era solo strumentale alla sua difesa, in una combinazione legislativa meccanica che piegava due volte la procedura penale e l'uguaglianza dei cittadini per costruire un salvacondotto personale su misura ad un imputato eccellente.
[..]
(La Repubblica)
giovedì 10 luglio 2008
Dolo Alfano
Il Dolo Alfano è passato alle Camere. Immunità per le tre alte cariche dello Stato.
E per una bassa.
Questi pazzi, pazzi Europei
«L'Italia non proceda alla raccolta delle impronte digitali dei rom, inclusi i minori, e all'uso di quelle già raccolte in attesa della prossima valutazione annunciata dalla Commissione Ue delle misure previste, perché questo costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione basato sulla razza e sull'origine etnica»
(dalla Risoluzione del Parlamento Europeo, 336 voti a favore, 220 contrari e 77 astenuti)
Chissenefrega
«Sono felicemente casta da quando non ho più un legame sentimentale. La castità proprio non mi pesa»
(Daniela Santachè)
Stronzate giuste
Jena
Berlusconi, il Vaticano, Veltroni, Napolitano, tutta la destra, tutto il centro, quasi tutta la sinistra, tutti i giornali, tutte le televisioni... Un dubbio nel coro: non sarà che Sabina Guzzanti ha detto stronzate giuste?
(La Stampa)
mercoledì 9 luglio 2008
Ogni scarrafone è bello a papà suo
”Sono furibondo e indignato per il comunicato emesso dal ministero delle Pari Opportunita’, con cui si annuncia l’intenzione di querelare Sabina Guzzanti e in cui la stessa Sabina Guzzanti viene individuata non come la persona individuale che e’ ma come ‘la figlia del parlamentare di Forza Italia Paolo Guzzanti. Cio’ costituisce un gravissimo atto di mistificazione e di oggettiva intimidazione, che respingo con disgusto. Le opinioni e le espressioni di Sabina Guzzanti non formano oggetto di rapporto di parentela ma, visto che la parentela viene tirata in ballo, esprimo a mia figlia Sabina, di cui non condivido tutte le opinioni, la mia solidarieta’ di fronte al miserabile tentativo di deprezzare e disprezzare la sua e la mia identita’ personale e politica”
(Paolo Guzzanti - Senatore di Forza Italia - Papà di Sabina Guzzanti)
Per maggiori dettagli andate qui.
Buone maniere
"E per questo, per quanto mi riguarda, lei se ne andrà a farselo stroncare in culo per il resto dei suoi giorni. E quando starà per morire, come mio padre tre giorni fa, o come mia madre un anno fa, o come Maria Grazia Torri in questo momento, io pregherò Dio perché le conceda altri dieci minuti di vita, così che le stronchino il culo per altri dieci minuti. Venti, va’."
Per saperne di più e per condividere con l'autore di questa sublime invettiva le sue ragioni andate qui.
Falsa coscienza
Zapatero non punta a una chiesa di partito, ma a una sorta di laicismo di stato, insegnato nelle scuole sotto forma di “educazione civica”. Invece della laicità dello stato propugna il laicismo dei cittadini chiamati a considerare le religioni tutte eguali e ateismo e scetticismo più “uguali” delle religioni. Togliere i crocifissi dagli edifici pubblici e abolire la messa nei funerali di stato non significa esprimere la laicità dello stato, ma negare le assolutamente evidenti radici cristiane della civiltà spagnola. Chávez vuole sostituire i vescovi obbedienti a Roma con quelli scelti da lui, Zapatero vuole ridurli all’irrilevanza pubblica.
(Il Foglio)
1) Togliere i crocifissi dagli edifici pubblici vuol dire rimetterli al giusto posto cioè nelle chiese. Mai vista,giustamente, la bandiera spagnola sull'altare di nessuna chiesa. Date a Cesare....eccetera... eccetera...
2) La popolazione spagnola (a anche l'italiana) è ormai un crogiolo di razze e religioni e nel futuro prossimo sarà anche peggio (o meglio) le "evidenti radici cristiane" sono l'illusione di un mondo che non c'è più e a cui alcuni commentatori ancora credono. Non solo a ben ricordare in Spagna c'è stata una dominazione araba di non trascurabile durata e prima ancora c'erano i romani (pagani).... quindi se si parla di radici fin dove dobbiamo arrivare?
3) Qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè in un ufficio tributario, all'ufficio anagrafe, dentro un'aula di tribunale ci dovrebbero essere madonnine, santini e crocefissi oppure statue del Budda di Confucio, Zaratustra. Non sono, semplicemente, pertinenti. Avete presente i cavoli a merenda?
La domanda diretta
di Alessandro Giglioli
E poi ci sarebbe una piccola cosa da aggiungere a tutto quello che è stato già detto e scritto sul caso Carfagna.
Ed è la pavidità dei giornalisti politici. Nessuno dei quali, finora, ha avuto il coraggio di chiedere direttamente, brutalmente, ai due interessati la semplice verità sulla loro presunta relazione. Che non sarebbe un fatto privato ma politico, per l’ovvia ragione che uno è premier e l’altra è stata fatta prima deputata e poi ministro dal premier medesimo.
Sicché hanno gioco facile, i due: lui a dire che «se deve occuparsi di spazzatura si occupa di quella di Napoli» e lei a dire che «il gossip non rientra nel suo mandato di ministro per le Pari Opportunità».
Nella cultura italiana, intrisa della sua atavica ipocrisia cattolica, si preferisce girarci intorno, chiedere magari una reazione ai rumours o allo show di Sabina Guzzanti. Ma la domanda diretta, mai.
A Clinton per molto meno (visto che Lewinsky non era ministro) la domanda invece la fecero. E lui fu costretto a rispondere così. Mentiva - e per poco non ci rimetteva la Casa Bianca. Ma glielo chiesero.
(Piovono Rane )Due notizie
Jena
La prima notizia è che Di Pietro è il nuovo leader della sinistra. La seconda notizia quindi non esiste, come la sinistra.
(La Stampa)
Furori di Piazza
di Edmondo Berselli
C'è un'Italia che vuole esprimere la sua indignazione, contro le leggi canaglia, contro i provvedimenti ad personam, contro la manipolazione spregiudicata della Costituzione repubblicana. E questa Italia fa fatica a trovare una voce. Per questo ieri a Piazza Navona è venuta tanta gente. Persone che volevano far sentire la loro esasperazione, che cercavano di uscire dal cerchio stregato della frustrazione civile, provando a far risuonare nel paese la protesta contro l'improntitudine del potere berlusconiano. Era per molti aspetti una testimonianza di dignità democratica e di civiltà politica: il tentativo di uscire dal recinto dell'impotenza.
Ha rischiato di finire male. Di diventare la parodia di un talk show deteriore, un Bagaglino di sinistra aggravato dal turpiloquio e dalla malevolenza gossipara. Peggio ancora, di trasformarsi in un attacco distruttivo alla chiave di volta istituzionale della nostra democrazia. Perché quando il microfono finisce nelle mani di un Beppe Grillo, non è più la politica a esprimersi. È una torsione populista che attacca ogni istituzione, che rifiuta di avere fiducia anche nelle istituzioni di garanzia costituzionale. Che alla fine sottrae legittimazione alla Repubblica.
Difficile dire che cosa volesse significare, politicamente, l'attacco vernacolare portato da Grillo a Giorgio Napolitano. Qualcuno può davvero credere che la soluzione di un momento ad altissimo rischio per gli equilibri democratici possa passare per l'umiliazione pubblica e spettacolare del garante della Costituzione? Eppure dovrebbe essere chiaro a chi ha un minimo di intelligenza politica che il Quirinale è l'ultimo delicatissimo diaframma che si frappone all'assalto delle truppe berlusconiane: svilire Napolitano, ridurlo a un presidente fantoccio, a un'ombra senza qualità, significa né più né meno consegnare la Carta costituzionale a coloro che vorrebbero ritagliarla a proprio uso e consumo.
In sostanza, è accaduto che tutta la gente convenuta a Piazza Navona è stata espropriata delle sue intenzioni. Da protagonista di una denuncia, è stata ridotta in pochi minuti a spettatrice di uno show, uno dei tanti allestiti da Grillo, uno dei violenti "vaffa" antipolitici portati sulle piazze italiane. Con il risultato che tutti coloro che erano venuti a rappresentare le ragioni di un'opposizione civile alle leggi carogna, al "lodo Alfano", ai tentativi gaglioffi di mettere la museruola all'informazione, si sono ritrovati all'improvviso in un altro ruolo. Tutti improvvisamente ammutoliti, indotti a risate a denti stretti, e anche percepibilmente imbarazzati, mentre Sabina Guzzanti enunciava come verità di fatto e criteri di giudizio politico le dicerie sui comportamenti erotici del Cavaliere.
Ciò che colpisce è in primo luogo il sequestro delle oneste ragioni che hanno portato in piazza un'opposizione presente nella nostra società e poco o per nulla rappresentata nelle istituzioni politiche. Un'occasione di presenza e di vivacità democratica è stata confiscata, almeno per qualche minuto, da un accesso di varie volgarità, prive di qualsiasi finalità che non fossero quelle dello spettacolo in sé. Perché non dovrebbero esserci dubbi: un conto è la pratica di un'opposizione combattiva, con tutti i mezzi disponibili (per dire, con l'ostruzionismo nelle Camere e con gli slogan nelle piazze); e un altro conto è lo sputtanamento generale, che getta fango su tutto e tutti, a cominciare da quelli che dovrebbero essere compagni di strada.
Perché c'è un altro aspetto da mettere a fuoco. Per le piazze ingrillite, per i contestatori che trattano il presidente della Repubblica come un addormentatore delle coscienze, si realizza rapidamente uno spettacolare transfert politico, un trasferimento freudiano di capi d'accusa: l'avversario, anzi, il "nemico" non è più la figura del capo del governo depositario del conflitto d'interessi, il manipolatore che cambia le regole per tutelare la propria posizione. Per gli autori degli show più incendiari, va da sé che Berlusconi è il male: ma è l'alterità assoluta, e quindi costituisce un male contingente, un male materiale, ideologicamente insignificante, culturalmente inesistente.
Secondo questo schema, la destra padrona è una disgrazia che ci è capitata, l'ultima incarnazione della mediocrità italiana, ma con cui non vale la pena prendersela. Più colpevoli sono i suoi elettori, semmai. E più colpevoli ancora, secondo una lista inesorabile di concatenazioni, sono i rappresentanti della sinistra moderata, coloro che hanno accettato di trattare con il Cavaliere, che hanno creduto nel "dialogo" e ancora adesso non si sono accorti di essere diventati complici della malattia, soci di un virus, partecipi di una metastasi. Il vero nemico, insomma, è il tuo compagno.
Si corre il rischio che una parte della sinistra, ed è la parte maggioritaria, si riduca al silenzio, fino a non riuscire a dire nulla, in nessuna occasione, fino all'ammutolimento più totale. E che un'altra parte, un'altra sinistra, venga consegnata a un furore astratto, televisivo, mediaticamente estremo, incapace tuttavia di trovare strade che conducano alla politica.
Ieri Furio Colombo e poi anche Antonio Di Pietro hanno cercato di uscire dal reality show che si stava realizzando (e che avevano contribuito a organizzare, prima che gli scappasse di mano), e di riportare la gente alla realtà. Ma in futuro occorrerà riflettere con severità radicale. Se prosegue l'assopimento della politica, se frange significative della società italiana si confermeranno nell'idea di essere escluse e di non avere voce, l'attrazione del nichilismo spettacolare di Grillo e compagni risulterà irresistibile.
E non è una prospettiva gradevole quella di una sinistra divisa fra l'ammutolimento e l'ipnosi cattiva generata da un talk show permanente. Dove si va da cittadini, e si torna da spettatori di uno spettacolo deprimente, dove tutti sono colpevoli, dunque la politica e anche l'opposizione diventano inutili e resta solo il "vaffa". Chi ha deciso di muoversi contro le leggi ad personam merita qualcosa di più, e la politica deve darglielo.
martedì 8 luglio 2008
Oralità Auditive
di Andrea Marcenaro
E' gente che ascolta, soprattutto, che lavora molto con l'udito. Non vede niente, non tocca niente, però ascolta, ascolta molto, poi scrive.
Antonio Padellaro ha ascoltato Claudio Rinaldi, per esempio. Ha immaginato Rinaldi, ha preso diligentemente nota su che cosa Rinaldi, se fosse vivo, gli avrebbe detto del diritto alla privacy di Berlusconi, e l'ha trascritto papale papale.
Mi ha detto questo, questo e questo. Anche Cresto-Dina ascolta. Lui ha ascoltato addirittura cosa gli stava raccontando il silenzio di Veronica Lario. E l'udito suo dev'essere portentoso, se è arrivato a scrivere: "Lei non lo dice, ma nella sua testa, nel suo modo di pensare, Veronica è ancora più esplicita...". Poi c'è D'Avanzo. D'Avanzo è un fenomeno dell'ascolto. Qualcuno deve avergli raccontato tutte le prurigini e le smanie di una certa bobina che non c'è più, distrutta pare a Milano. La bobina, quella, non c'è più, ma l'udito di D'Avanzo sì. Infatti ne ha subito scritto. Ecco tre casi, e chiedo scusa, di pompini fatti con le orecchie.
(Il Foglio)
Torture Game 2
Oltre a questo suggerisco un gioco online in cui si possono stuprare ragazze virtuali o molestare bambini ovviamente finti.
Le ragazze meglio se rumene e i bambini magari Rom.
Disgustoso.
Milano 2? Oppure....
Solita intervista a Cossiga ricca di aneddoti, allusioni e mezze verità. Ecco cosa dice a proposito di Berlusconi:
«Era il 1974, io ero da poco ministro. Passeggiavo per Roma con il collega Adolfo Sarti quando incontrai Roberto Gervaso, che ci invitò a cena per conoscere un personaggio interessante. Era lui. Parlò per tutta la sera dei suoi progetti: Milano 2 e Publitalia.»
Notato niente?
Soluzione:
Tutti i personaggi citati facevano parte della P2.
Pane al Pane
«Berlusconi sequestra il Parlamento a scopo di estorsione. Lui dice se volete fare le leggi che servono al Paese, prima approvate la mia legge altrimenti non potete farle. Il riscatto a questo sequestro si chiamo Lodo Alfano che prevede che davanti alla legge tutti sono uguali, tranne Berlusconi»
(Antonio di Pietro)
lunedì 7 luglio 2008
Vota Zapatero!
L’ulteriore virata laica impressa al programma del Partito Socialista spagnolo dal suo congresso, svoltosi a Madrid, non si limita alla richiesta di non consentire la presenza di simboli religiosi negli edifici pubblici. L’assise ha anche detto ‘no’ ai funerali di Stato religiosi, chiedendo un’estensione del diritto d’aborto e l’apertura del dibattito sul testamento biologico. Infine, si ventila anche la possibilità che siano aboliti dall’esercito i cappellani militari.
(UAAR)
Storie già sentite
Pare che all'epoca in cui Gesù di Nazareth era vivo e vegeto, la faccenda del Messia che muore e risorge tre giorni dopo era già una storia vecchia.
domenica 6 luglio 2008
Lo facciamo per il loro bene
di Gad Lerner
Cominciò con un inaspettato censimento etnico, nel mezzo dell’estate di settant’anni fa, la vergognosa storia delle leggi razziali italiane. Alle prefetture fu diramata una circolare, in data 11 agosto 1938, disponendo una “esatta rilevazione degli ebrei residenti nelle provincie del regno”, da compiersi “con celerità, precisione e massimo riserbo”.
La schedatura fu completata in una decina di giorni: 47.825 ebrei censiti sul territorio del regno, di cui 8.713 stranieri (nei confronti dei quali fu immediatamente decretata l’espulsione).
Per la verità si trattava di cifre già note al Viminale. “Il censimento quindi fu destinato più a sottomettere che a conoscere, più a dimostrare che a valutare”, scrive la storica francese Marie-Anne Matard-Bonucci ne “L’Italia fascista e la persecuzione degli ebrei” (il Mulino). Naturalmente, di fronte alle proteste dei malcapitati cittadini fatti oggetto di quella schedature etnica fu risposto che essa non aveva carattere persecutorio, anzi, sarebbe servita a proteggerli.
Nelle diversissime condizioni storiche, politiche e sociali di oggi, torna questo argomento beffardo e peloso: la rilevazione delle impronte ai bambini rom? Ma è una misura disposta nel loro interesse, contro la piaga dello sfruttamento minorile!
Si tratta di un artifizio retorico adoperato più volte nella storia da parte dei fautori di misure discriminatorie: “Lo facciamo per il loro bene”. A sostenere la raccolta delle impronte sono gli stessi che inneggiano allo sgombero delle baracche anche là dove si lasciano in mezzo alla strada donne incinte e bambini. Ma che importa, se il popolo è con noi?
[..]
il resto qui
Stato di emergenza permanente
Un articolo di Barbara Spinelli sullo stato di emergenza continua in cui versa l'Italia, e sulle recenti leggi discriminatorie nei confronti dei Rom
La fuffa di Tremonti
di Eugenio Scalfari
[..]
Le tante buone cose con le quali, dopo il pessimo governo economico di Prodi-Padoa Schioppa-Visco, il governo Berlusconi-Tremonti sta risollevando l'economia italiana.
a) Una finanziaria snella, un bilancio redatto per "missioni", il taglio delle spese correnti intermedie. Tutte queste cose erano state preparate e inserite da Padoa-Schioppa nella Finanziaria 2009. L'ha ricordato la settimana scorsa l'Ufficio Studi di Confindustria che ha lodato la continuità Padoa-Tremonti. Ma nessuno ha ripreso questa non trascurabile annotazione e Tremonti meno che mai.
b) Il taglio dell'Ici ha una copertura di 2.600 milioni di euro, ma gli uffici della Camera e del Senato hanno scoperto che quel provvedimento costerà molto di più. I tecnici del Senato hanno quantificato il costo del provvedimento in 3,7 miliardi, il relatore della Commissione bilancio, Gilberto Pichetto del Pdl, è arrivato a 3,5 miliardi, 900 milioni in più della copertura esistente. Dunque il Tesoro ha spedito in Parlamento un provvedimento "scoperto" per il 35-40 per cento. Incoscienza, incapacità o abilità truffaldina? Tanto, almeno in prima battuta, il taglio dell'imposta grava sui Comuni. Peggio per loro.
c) Molti commentatori hanno notato che - contrariamente a quanto affermato in campagna elettorale - le tasse non diminuiranno affatto, fino al 2013 la pressione fiscale resterà esattamente quella attuale. In compenso una serie di segnali fa prevedere che una parte di questo peso graverà ancora di più sul lavoro dipendente e un po' meno sul lavoro autonomo, sulle partite Iva e sui professionisti.
d) Per rilanciare la crescita bisognerebbe detassare i salari e le pensioni, sostenere i giovani e gli incapienti. Il Partito democratico pensa di mobilitare i suoi aderenti su questi obiettivi, ma il governo risorse non ne ha e nemmeno le cerca.
e) Le cerca però per tenere in vita Alitalia dopo averne impedito la vendita all'Air France nel marzo 2007. Il piano allo studio di Banca Intesa prevede una "nuova Alitalia" senza debiti né esuberi di personale, da cedere a investitori privati, e una "vecchia Alitalia" a carico dello Stato con dentro tutti i debiti e tutte le spese per ammortizzare le migliaia di lavoratori che saranno licenziati. Il costo di queste operazioni non sarà inferiore ai 3 miliardi. Quanto alla "nuova Alitalia", sarà con ogni probabilità una piccola compagnia italiana per rotte prevalentemente italiane. Naturalmente di bandiera.
f) Infine gli oneri sul bilancio dello Stato derivanti dall'aumento del tasso di interesse europeo. Sul "Sole 24 ore" di ieri l'aggravio viene stimato in 10 miliardi, da spalmare sui prossimi cinque anni, tenendo presente che il peso maggiore graverà su quest'anno e sul prossimo perché c'è una massa di Bot e Cct in scadenza, contrattati a tassi di poco superiori al 2 per cento. Solo per il 2008 l'aggravio per il Tesoro è previsto in 2,5 miliardi di euro.
Questa purtroppo è la situazione. Aumento di salari? È l'ultima delle cose che occupa Tremonti. Lui pensa ad altro. Fuffa probabilmente. Oppure al suo libro-vangelo che dice tutto e il contrario di tutto.
[..]
(La Repubblica)
Il Sultanato
"[..]Altro che bipartitismo compiuto! Qui siamo al sultanato, alla peggiore delle corti. Cavour diceva: meglio una Camera che un'anticamera. Ma quando un'anticamera si sovrappone alla Camera, non so più cosa sia peggio."
(Giovanni Sartori)