sabato 6 settembre 2008

Siamo Lieti


"Siamo lieti di annunciare che una corte milanese ha emesso un giudizio che rigetta tutte le accuse di mr.Berlusconi, obbligandolo ad assumersi tutti i costi legali sostenuti dall'Economist.
Il giudizio in forma integrale è disponibile sul nostro sito internet".

venerdì 5 settembre 2008

Passatempi presidenziali


"È un grande innovatore con un'energia disumana per il lavoro. Ma anche con il passatempo della gnocca"
(Evelina Manna su Libero a proposito di Berlusconi)

Esatto! Io non avrei usato il singolare.
Il che, per un cattolico sposato come lui non è esattamente il massimo.
Benito XVI lo sa?

Dio non esiste. E' logico.

«Con o senza religione, i buoni si comportano bene e i cattivi male, ma ci vuole la religione per far comportare male i buoni»
(Steven Weinberg)

Leggete queste due affermazioni:

1) «Dio non esiste »
2) «Questa affermazione e la precedente sono entrambe false»

Ora, se la 2) fosse vera allora la 2) stessa sarebbe falsa (se lo dice da sola, "sono false sia la 1) che la 2)" quindi anche se stessa) e questo è impossibile, sarebbe contraddittorio.
Quindi la 2) è falsa.
Ma il che significa,stando al senso della frase, che almeno una delle affermazioni citate dalla 2) deve essere vera; siccome abbiamo appena detto che la 2) è falsa allora deve essere vera la 1): Dio non esiste.

Invito a scovare la fallacia del ragionamento.

Peccato che in questo modo si potrebbe anche dimostrare che gli asini volano, che il cielo è verde o anche che «Dio esiste ». Basta cambiare a piacere la frase 1).

Piergiorgio Odifreddi recensisce un libro che si occupa dei tentativi di dimostrazione razionale dell'esistenza (o dell'inesistenza, che è la stessa cosa) di Dio.

giovedì 4 settembre 2008

Una Pazza


"I nostri leader hanno mandato le truppe in Iraq per volere di Dio"

"Dobbiamo pertanto pregare per i nostri soldati, perche’ esiste un piano e questo piano e’ il piano di Dio"
(Sarah Palin - Candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti)

Vediamo un pò... chi sono stati gli ultimi a fare la guerra insieme a Dio?
Bush padre,Bush figlio ,Mahmoud Ahmadinejad, tutti i kamikaze islamici, gli ayatollah, un pò di papi durante le crociate, e ancora più indietro Mosè, Giosuè eccetera eccetera....l'elenco è sterminato.

Dio è stato sempre impegnatissimo a massacrare uomini e spesso ha combattuto guerre stando su entrambi i fronti nello stesso tempo.

Un lavoraccio.

La perfida Albione

In questo articolo del giornale inglese Guardian sulla vicenda Alitalia viene nominato il nostro Capo del Governo.

Leggete un pò cosa c'è scritto dopo la parola "Silvio".
E più avanti nell'articolo l'aggettivo viene utilizzato ancora.

mercoledì 3 settembre 2008

Compagni, abbiamo perso

di Michele Serra
Il vero problema, mi pare, è che conoscere il male non è più la condizione per combatterlo. In parole semplici, non abbiamo più né il coraggio né la forza di chiederci se le cose, così come sono, potrebbero cambiare, o avrebbero potuto andare diversamente. Stiamo diventando, tutti, meri registratori di una realtà a volte passabile, a volte orrenda, che comunque sovrasta la nostra speranza di mutamento, ed è già tanto se ci concede ancora libertà di giudizio e di critica. La rassegnazione (e la fuga…) sono i sentimenti dominanti di fronte a meccanismi sociali che, per la prima volta da quando siamo al mondo, ci paiono così potenti da essere immodificabili. Traducendo in politica, la frustrazione della sinistra è molto di più di una somma di sconfitte: è il timore che il campionato sia finito.
(La Repubblica)

La migliore di oggi

di

Avere l’encefalogramma piatto non significa essere morti. Sono contento. Per il Pd, intendo.

Svendite & Fallimenti

Sempre a proposito dell'affare Alitalia:
[..]
Abbiamo a suo tempo criticato il modo poco trasparente con cui, sotto il governo Prodi, si era gestita l’asta e la ricerca di un acquirente. Ma va detto che quei passaggi sembrano aria cristallina rispetto agli ovvi interrogativi che ci si pone in merito ai rischi dell’operazione odierna. Operazione che entra in forte conflitto con le normative europee e gli impegni a suo tempo assunti da Alitalia con l’aumento di capitale del 2004 e con il prestito ponte di questa primavera. Come pensino gli imprenditori della cordata di coprirsi dai rischi di un intervento di Bruxelles non è dato sapere. Come non è chiaro se esistano tavoli di compensazione a cui almeno alcuni dei partecipanti alla cordata pensino di accedere nel proprio business principale in cambio della buona volontà dimostrata.
È notizia degli ultimi giorni che Air France ha manifestato un interesse a riaprire il dialogo e anche ad assumere eventualmente una partecipazione di minoranza. Tutto ciò non sorprende, dal momento che, rispetto al piano che aveva presentato a primavera, Air France si troverebbe a trattare senza doversi accollare i debiti di Alitalia, potendo contare su margini elevati nel mercato interno derivanti dalla posizione dominante che a compagnia acquisterebbe nel mercato interno attraverso la fusione con Airone, e con una riduzione del personale ben più ampia di quella che aveva inizialmente prospettato.
Per contro, i cittadini italiani pagheranno i debiti Alitalia e i costi sociali dell’assorbimento dei forti esuberi, e pagheranno più cari i biglietti sul mercato interno. Verrebbe da dire, per richiamare le parole del presidente del Consiglio, che a vincere la scommessa sarà probabilmente Cyril Spinetta, il capo di Air France, ma chi da oggi la scommessa l’ha già persa sono i cittadini italiani.
Un’ultima postilla a questa vicenda. Il semplice confronto tra quanto oggi viene prospettato agli italiani e quanto invece quattro mesi fa è stato fatto scientemente naufragare, tra il Piano Fenice e il piano Air France, non è rintracciabile, con pochissime eccezioni, sulla stampa italiana. Quasi nessuno tra i giornali di opinione ha ricordato in questi giorni cosa era la famosa “svendita” allo straniero, quasi nessuno ha messo il lettore nella condizione di formarsi una opinione se veramente la scommessa era vinta o persa. L’informazione ha presentato l’operazione Alitalia con un unanimismo, una mancanza di equilibrio e un appiattimento quasi aziendale che segnalano un problema grave per la formazione dell’opinione pubblica e per il pluralismo. Su questo occorrerà tornare al di là della vicenda Alitalia.
(LaVoce.info)

Già... certi articoli bisogna andare a cercarseli in Rete... sui giornali è un continuo peana al decisionismo del Governo. E il PD (magari anche per qualche conflitto di interesse interno) tace.

Il futuro è dietro di noi.

La Chiesa ci prova. Ci prova sempre.
Anche rimangiandosi quello che prima aveva accettato come cosa buona e giusta.
I roghi delle streghe sulle piazze sono ancora lontani, un passettino alla volta, piano piano, ci avviciniamo.

I trapiantati e tutti quelli che aspettano di esserlo ringraziano sentitamente.


Update: Il Vaticano smentisce il suo giornale e anche me. Non è una cosa di tutti i giorni
.

Liberali all'amatriciana

"Non abbiamo mai pensato che i lavoratori in esubero di Alitalia potessero essere ricollocati nella Pubblica amministrazione, dove si entra solo per concorso pubblico. Fin dal primo giorno abbiamo indicato il settore privato"
(Maurizio Sacconi - Ministro del Lavoro)

Ma non era un governo liberale? Al settore privato "servono" gli esuberi Alitalia? In quale paese liberale si obbligano le aziende ad assumere?
E tutti gli "esuberi" di tutte le altre aziende d'Italia? Perchè non trattare tutti i licenziati allo stesso modo?
Il licenziato del Call Center è diverso dal licenziato Alitalia?

Se una cosa del genere fosse venuta in mente a Prodi, lo avrebbero linciato paragonandolo a Mao Tse Dong. Le accuse sarebbero state: dirigismo,statalismo,comunismo e via così.

Non è un caso che a Prodi non fosse venuta in mente una cosa del genere, lui era per una Air-France sin dall'inizio. Avremmo perso l'italianità(?) ma la concorrenza e la decenza sarebbe state salve.
A volte il mercato funziona benissimo da solo, senza aiuti o spinte, io di sinistra l'ho capito benissimo. A destra quando?

Tipi Fini al mare


«La cosa più grave non è solo quella che ha fatto immersioni in una zona proibita ma che ci stava con una barca dei Vigili del fuoco spendendo soldi dello Stato per fare il bagnetto lui e l'amichetta sua.
Fini ha detto che pagherà la multa ma aver impegnato mezzi dello Stato così è penalmente rilevante o no? Questo non lo potremo mai sapere perché ...c'è il lodo Alfano...»




martedì 2 settembre 2008

Emma Marcegaglia


Come dice bene Gad Lerner, la sua presenza nella cordata Alitalia "è più un tesseramento che investimento"

L'ora di Educazione Civica

di Marco Travaglio
“Cari ragazzi, da oggi, grazie alla nostra eccezionale ministra dell’Istruzione (un bell’applauso all’on. prof. Mariastella Gelmini e all'amato presidente Berlusconi!) cominceremo a studiare la Costituzione della nostra Repubblica nata dalla Resistenza, approvata 60 anni fa dai nostri Padri Costituenti. Ve la racconto in poche parole, poi la esamineremo articolo per articolo.

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e garantisce il dovere della solidarietà. La sovranità appartiene al popolo, dunque nessuno può eleggersi da solo. Tutti i cittadini sono eguali dinanzi alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, religione, idee politiche, condizioni personali o sociali: sia bianchi, sia neri, più o meno ricchi o potenti che siano. Se uno viola la legge, ne risponde alla Giustizia, foss'anche il capo del Governo. La Repubblica è una e indivisibile, dunque niente Padanie o separatismi o secessioni. Promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca, perché l’arte e la scienza sono libere. Lo Stato e la Chiesa sono indipendenti e sovrani. Dunque il Vaticano non può dare ordini al Governo o al Parlamento. La scuola privata è autorizzata, ma senza oneri per lo Stato. Lo straniero che viene da paesi dittatoriali ha diritto di asilo. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa ad altri popoli e di risoluzione delle controversie internazionali: per dire, non possiamo attaccare altri stati sovrani, tipo Serbia, Irak o Afghanistan. La bandiera è il tricolore e tutti devono rispettarla, a cominciare dai ministri.

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero e la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure, nemmeno quando pubblica verbali o intercettazioni. Il lavoratore ha diritto a un salario proporzionato al lavoro che fa e sufficiente ad assicurare a sé e famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Ergo, niente precariato. Tutti i cittadini devono pagare le tasse per concorrere alle spese pubbliche in proporzione ai loro redditi. Chi ricopre funzioni pubbliche ha il dovere di adempierle con disciplina e onore (il che esclude imputati, condannati e anche prescritti: alla prescrizione si rinuncia per farsi assolvere nel merito, altrimenti dimissioni). Ogni parlamentare rappresenta l'intera Nazione senza vincolo di mandato. Il Presidente della Repubblica rappresenta l'unità nazionale e giura al Parlamento fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione: quindi non può firmare leggi incostituzionali. E' lui che nomina il Presidente del Consiglio e, su proposta di questo, i ministri. Dunque se un ministro fa pena o è imputato o non è degno della carica, la responsabilità è anzitutto del Quirinale. Il Presidente del Consiglio e i ministri sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla Giustizia ordinaria: cioè devono essere processati come gli altri cittadini. La Pubblica amministrazione deve ispirarsi al principio di imparzialità, perciò vi si può accedere solo per concorso pubblico. Vietate le lottizzazioni, i favoritismi e soprattutto i conflitti d’interessi, perchè i pubblici dipendenti sono al servizio esclusivo della Nazione.

I giudici sono soggetti soltanto alla legge: non al Governo o al Parlamento. Sono inamovibili. E si distinguono fra loro solo per diversità di funzioni: una sola carriera, inseparabile. Il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale (che dunque è obbligatoria, non discrezionale). E gode delle garanzie stabilite dall’ordinamento giudiziario, che è unico per tutti i magistrati. La magistratura è un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. Si autogoverna attraverso il Csm: oltre al capo dello Stato che lo presiede e al primo presidente e al procuratore generale della Cassazione, gli altri membri sono eletti per due terzi dai magistrati e per un terzo dal Parlamento. I processi devono avere una ragionevole durata. Le leggi incostituzionali vengono cancellate ipso facto dalla Corte costituzionale, che è lì apposta. La Costituzione non può essere modificata con leggi ordinarie, ma solo con leggi costituzionali, approvate due volte da ciascuna Camera e, se non ottengono i due terzi dei voti, sono sottoposte al referendum popolare confermativo. Dimenticavo: è vietato riorganizzare in qualsiasi forma il disciolto partito fascista… Tutto chiaro, ragazzi? Domande?”.

Voce dal fondo dell’aula: “Scusi, prof, ma di quale paese sta parlando? Perché per un attimo ho avuto l’impressione che si riferisse all’Italia. Nel qual caso, mi scusi, ma non è che niente niente ci stava prendendo un tantino per il culo?”.
(L'Unità)

Silvio riscrive la storia

A breve avremo una nuova versione della storia contemporanea targata Berlusconi/dell'Utri; "un'opera colossale da migliaia e migliaia di voci che tra qualche mese entrerà nelle case degli italiani via satellite, e forse sul digitale terrestre, e sul Web."
L'obiettivo degli autori della monumentale opera:
"mettere in luce la volontà del personaggio [storico] di raggiungere i suoi obiettivi e l'intelligenza nel saper applicare questa volontà"

e in questo Hitler e Stalin sono degli eroi.

Inquietantissimo....

lunedì 1 settembre 2008

Endorsment

Sembra che Dio voterà per Obama.

Numero Verde Anti-Negri

Allucinante.

Dieci giorni


Dieci Giorni alla fine del mondo.

Qui il Quid del Corriere

I giornalisti del Corriere hanno problemi con l'inglese, con il latino o con i loro "padroni"?

All'opposto di Berlusconi

di Marco Travaglio
Grazie alle intercettazioni giustamente pubblicate da Panorama, sappiamo come si comportava il premier Romano Prodi dinanzi a richieste di raccomandazione. Cioè all'opposto di Berlusconi. Quando il consuocero, primario a Bologna, chiese fondi pubblici per una struttura pubblica di ricerca biomedica, Prodi girò la pratica al ministro competente Mussi, che liberamente decise di no. Idem quando un amico industriale farmaceutico chiese agevolazioni fiscali per una fondazione scientifica: la pratica passò al Tesoro che, avendo già deliberato per il 2007, suggerì di rifarsi vivo nel 2008 (nulla di fatto anche in quel caso). Quando invece un nipote chiedeva consigli privati per una società privata, Prodi privatamente glieli dava. Grazie, poi, alle dichiarazioni di Prodi, abbiamo almeno un politico (purtroppo in pensione) che non ha nulla da nascondere e dunque chiede di pubblicare tutte le sue telefonate intercettate. E rifiuta la solidarietà pelosa di chi, a destra e a sinistra, vorrebbe il silenzio stampa per legge: così si saprà che esistono intercettazioni su Tizio o Caio, ma queste resteranno nel cassetto, così Tizio o Caio rimarranno sospettati a vita anche se non han fatto nulla di male.
[..]
(L'Unità)

domenica 31 agosto 2008

Svendita Alitalia

di Eugenio Scalfari
[..]
Francesco Giavazzi ha scritto sul Corriere della Sera di mercoledì un articolo sull'Alitalia nello stesso giorno in cui anch'io mi cimentavo con quell'argomento. La coincidenza e l'ispirazione sostanzialmente comune mi ha fatto piacere se non altro perché sarebbe difficile accusare Giavazzi, come pure Deaglio e Boeri, di bolscevismo e di radicalismo scicchettone.

Su un punto tuttavia le mie opinioni non coincidono con quelle di Giavazzi. Egli teme che la cordata di Colaninno si sia imbarcata in un'iniziativa troppo rischiosa. Io penso invece, come Deaglio e Boeri, che quei sedici "capitani coraggiosi" abbiano giocato sul velluto avendo ricevuto la staffetta nelle migliori delle condizioni possibili da un governo che sarà comunque (e forse per alcuni di loro è già stato) concretamente riconoscente.

Basta scorrere il decreto legge uscito dal Consiglio dei ministri di giovedì: divisione della vecchia Alitalia in due società, una "cattiva" con tutte le passività in testa allo Stato, l'altra libera come un uccello in volo e affidata ai privati; sospesi i poteri dell'Antitrust per sei mesi al fine di render possibile la concentrazione Alitalia-AirOne e instaurare il monopolio della tratta Linate-Fiumicino; salvaguardare la nuova Alitalia da ogni rivalsa dei creditori e dei dipendenti; consentirle di acquistare da una società fallita tutta la polpa (aerei, slot, diritti di volo, personale dipendente necessario); aprire un negoziato con i sindacati per portarli, già domati, a stipulare contratti nuovi col nuovo vettore.

Un caso tipico di socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti, che sarà probabilmente esteso anche ad Air France o a Lufthansa se entreranno per una quota nell'Alitalia nascente.

Chi voglia confrontare l'accordo offerto dai francesi nel marzo scorso vedrà che le differenze sono macroscopiche. Allora non si parlava né di fallimento né di legge Marzano né di divisione in due società, ma dell'acquisto di Alitalia in blocco con i suoi debiti, i suoi dipendenti, la sua flotta. I francesi avrebbero anche pagato allo Stato un prezzo per le azioni e lanciato un'Opa per gli azionisti di minoranza. Avrebbero stanziato 2,600 miliardi per il primo rilancio e incluso Alitalia nel "network" Air France-Klm.

Berlusconi (ma anche Colaninno) hanno definito quell'operazione una svendita. Ma l'operazione attuale come si può definire? Tutti gli oneri allo Stato, tutta la polpa ai privati, Air France compresa se entrerà come azionista. Io direi che un'operazione così si definisce politica di immagine e imbroglio economico.

Sergio Romano, sul Corriere della Sera di ieri ha scritto che l'opposizione dovrebbe collaborare. Non riesco a capire per molti ed egregi opinionisti il ruolo dell'opposizione. Deve collaborare sulla sicurezza, sul federalismo, sulla giustizia, sulla legge elettorale, sulle riforme costituzionali, sulla scuola, sulla sanità. Ed anche su questo pasticcio dell'Alitalia.

Quello che non capisco è dove si può fare opposizione. Sulle fontanelle di quartiere, sindaci di destra permettendolo? Sarebbe interessante saperlo. In realtà si vorrebbe un'opposizione al guinzaglio, un'opposizione addomesticata. Non mi pare sia questo il suo ruolo in una democrazia liberal-democratica. Gli Usa insegnano.
[..]
Il resto dell'articolo di Scalfari qui.

E ancora sull'argomento:


di Carlo Scarpa
L'affermazione secondo la quale l'operazione non peserebbe sul denaro pubblico è una menzogna così palese da risultare ingenua, ma anche assai fastidiosa.
I conti li faremo alla fine, ma già ora pare chiaro che i 300 milioni del prestito ponte non saranno mai rimborsati. Poi, i cosiddetti "ammortizzatori" per chi perderà il posto di lavoro; il decreto del Governo prevede un onere di 30 milioni annui per sette anni (ovvero, circa altri 200 milioni - ma basteranno anche per AirOne?). Il rimborso a creditori (e, forse perfino agli azionisti!?) costerà qualche altro centinaio di milioni (300? Dipende da tanti fattori). Poi ci sono 450 milioni di obbligazioni Alitalia in mano al Tesoro; poiché il rimborso dovrebbe avvenire su fondi pubblici, in ogni caso sono altri 450 milioni che se ne vanno.
Siamo - per ora - attorno al miliardo di Euro. Il piano Air France prevedeva un pagamento allo Stato di circa 300 milioni, l'accollo dei debiti, e 1.500-2.000 esuberi (quindi ammortizzatori sociali verosimilmente ridotti del 75% rispetto a quanto vediamo ora).
Questo è il vero rimpianto. Forse oggi non si può far molto meglio, ma quell'offerta malamente rifiutata continua a pesare.
(laVoce.info)