sabato 8 marzo 2008

Ipse dixit



"Non credo che gli Usa siano pronti per Obama, non fosse altro perchè è NERO..."

(Fini a Tv7- 2008)


P.S.
La foto è vecchiotta, la frase NO!

Signora mia, dove andremo a finire



grazie a Danilo.

La Famiglia

A chi nel centrodestra parla di Famiglia....
punti fermi:

Casini, pupillo di Forlani, se lo dimentica spesso ma in Italia abbiamo avuto un Governo DemoCristiano/Cattolico per almeno una 50ina d'anni; ci si ricorda ora che bisogna dare una mano alla Famiglia? Dal 1945 al 1992 qualcosina si poteva pure fare no?

Casini,Fini,Berlusconi amano così tanto la Famiglia da averne almeno 2 ciascuno.Le eventuali amanti non sono conteggiate.

Per Fini basta un elenco di date:
12 maggio: Fini partecipa al Family Day.
16 Giugno: Fini e la moglie si separano
15 Novembre: Elisabetta Tulliani annuncia di essere al nono mese di gravidanza
Facendo un pò di conti a Febbraio il nostro, sposatissimo, se la spassava con la showgirl.... e a Maggio diventava pio, e devoto alla Famiglia.
Fulgido esempio di coerenza.

Scusate gli attacchi personali ma quando ce vò, ce vò...

Ancora, qualcuno mi spiega perchè i diritti civili di alcuni sono attacchi al diritto naturale per altri? Mistero. In America gli stati del Sud, quando era in vigore la schiavitù, si appellavano all'"ordine naturale delle cose" per negare i diritti ai neri... fate voi...

Ma sta Famiglia??? non è che ci stiamo sbagliando?? non sarà mica un altro tipo di famiglia, magari la famiglia del Padrino...

venerdì 7 marzo 2008

Lentamente muore....


«Sconfitto prima ancora di essere probabilmente sconfitto sul campo, rinuncio a candidarmi. Sconfitto per una costante e manipolata disiformazione con la pubblica opinione determinata da una scientifica operazione di linciaggio morale contro di me, costruita mediaticamente, politicamente e giudiziariamente. Per queste ragioni sono diventato una sorta di uomo nero di cui liberarsi e sul quale scaricare tutte le responsabilità del sistema politico.
Stretto nella tenaglia, ho retto fino a quando ho potuto sapendo di avere subito ingiustizie clamorose e ben cosciente della mia onestà e innocenza. Mentre ringrazio quanti, anche in queste ore, mi spingono a restare sul terreno di gioco ho deciso di non candidarmi al parlamento italiano per le prossime elezioni politiche. Spero così di essere anche più libero e di ritrovare finalmente una serenità che con violenza e ad arte mi è stata tolta. Confesso che un pò di amarezza in tutto questo c’è ma forte anche della cultura e della saggezza contadina del mio sud, non mi arrendo e se, e qualora ci saranno condizioni diverse, dò l’arrivederci a quegli amici che generosamente e in modo solidale mi sono stati vicino»

(Clemente Mastella)
Amen.

P.S.
Della serie... vatti a fidare di Berlusconi...

Gabriella Carlucci Vs Fisica Sub-atomica

Riassunto:il prof Luciano Maiani è stato nominato presidente del CNR, però è anche firmatario del documento contro la partecipazione di Ratzinger all'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza.
La cosa deve essere molto dispiaciuta all'on. Gabriella Carlucci che si è imbarcata in una polemica da cui non sa più come venirne fuori.
La simpatica onorevole contesta le ricerche del professor Maiani dicendo che il suo maestro, il premio Nobel per la fisica americano Sheldon Glashow, lo avrebbe giudicato un ignorante. Il premio Nobel,informato della vicenda, con una lettera a Prodi smentisce completamente l'onorevole G. Carlucci. Lei non si dà per vinta e nella risposta a Glashow controbatte con l'inoppugnabile argomento "...se Maiani è così bravo perchè non ha preso il Nobel?". Glashow si prende la briga di risponderle facendole presente che non tutti i grandi fisici automaticamente prendono il Nobel.

La saga continua con un post sul sito dell'onorevole in cui dopo una citazione di Socrate, Gabriella Carlucci parla di fisica delle particelle subatomiche (sarà farina del suo sacco?):
"Maiani nel 1969 fece una teoria che prevedeva l’esistenza di una particella di materia senza carica elettrica, che poi fu scoperta nel 1974 a qual punto pubblico con Parisi, (Presidente del comitato del ministro Mussi per selezionare il Presidente del CNR) in cui negava totalmente l’evidenza sperimentale che avrebbe confermato la sua previsione teorica. Dei casi 2: o non ha capito la sua scoperta, o non ha capito la verifica della sua scoperta.In entrambi i casi e’ stato un pessimo scienziato."

e infine l'apoteosi:

"I nostri soldi della scienza sono pochi, che almeno vengono spesi bene da persone perbene. On. Gabriella Carlucci "

giovedì 6 marzo 2008

Bjork urla la verità

Bjork urla la verità e poi ascolta "il rumore del ghiaccio che si assesta"
Marianna Rizzini

C’era una volta una piccola principessa dei ghiacci che nell’arco di una sola notte si è trasformata in una strega cattiva. Ma a lei adesso piace, questa metamorfosi, perché adora le favole nere, i boschi scuri, le notti fredde senza stelle. Lei è Bjork, la cantante islandese che ha la voce di un violino e l’acuto di un grido di dolore, la ragazzaccia con i capelli neri spettinati che si veste come un quadro di post-avanguardia e si trucca come un pagliaccio pazzo. Lei è Bjork e da oggi, in Cina, molti suoi ex fan scrivono sui blog: brutta strega potevi startene a casa.


Perché lei l’altra sera a Shangai ha cantato la canzone “Declare Independence” e alla fine ha detto: “Solleva la tua bandiera, Tibet”, e non gliene importa nulla, ora, se i funzionari cinesi la vogliono bandire per sempre. Perché Bjork a Shangai ha rifatto quello che fa da quando, bambina, diceva agli hippie della comune dove viveva con i suoi genitori: “Ma quand’è che vi mettete a fare qualcosa?”. Perché Bjork, da allora, dice la verità, a tutti, la sgradevole verità con la sua voce e i suoi archi di sottofondo e i battiti del suo sound techno-industrial-pop-punk-funk, e se ne va in giro con vestaglie improbabili e fa dischi strani ma belli e poi ne fa anche uno insentibile con il compagno artista Matthew Barney e recita con lui in un film troppo lungo su una balena dilaniata, ma se la critica ci sputa sopra non gliene importa niente.
Dire la verità. Come quando Bjork ha mandato a quel paese il regista Lars Von Trier che “faceva il dittatore” sul set di “Dancer in the dark”, e poi ha vinto una Palma d’oro da attrice esordiente e con Lars ha fatto pace, ma intanto tutto il mondo dello spettacolo in cuor suo ridacchiava: meno male che gliel’ha detto Bjork, a Von Trier, che è insopportabile. E allora che cosa vuoi che conti, per lei, diventare una strega per aver inneggiato al Tibet libero.
L’aveva già fatto qualche mese fa in Giappone, parlando della futura indipendenza del Kosovo, e subito la Serbia aveva cancellato l’invito per un concerto. Ma tanto Bjork, se non la invitano più, è pure contenta, sotto sotto, perché le piace stare sola e non vede l’ora di rinchiudersi nella sua casetta su una montagna per poter sentire, come dice lei, “il rumore del ghiaccio che si assesta”.
(Il Foglio)

RISANAMENTO A META'


di Tito Boeri e Pietro Garibaldi

Pubblicato il dato definitivo di finanza pubblica del 2007. Permette un primo bilancio della gestione dei conti pubblici sotto la regia Padoa Schioppa-Visco. Il risanamento c'è stato, ma quasi solo sul lato delle entrate, con un forte recupero di base imponibile. Modesti i risultati sulla spesa. In accelerazione anche la spesa corrente primaria, quella al netto degli interessi. Nel complesso la situazione dei conti pubblici è comunque significativamente migliorata rispetto a inizio legislatura. Occorre ora intervenire davvero nel contenimento della crescita della spesa. A partire dal rinnovo del contratto del pubblico impiego.

Con la pubblicazione da parte dell’Istat del dato definitivo di finanza pubblica del 2007 (e la revisione dei dati del periodo 2004-2006) è possibile trarre un primo bilancio della gestione dei conti pubblici sotto la regia Padoa Schioppa-Visco.
Il risanamento c’è stato, ma quasi solo sul lato delle entrate, dove, soprattutto grazie all’opera del viceministro Visco, si è avuto un forte recupero di base imponibile. Modesti i risultati sulla spesa. Nel 2007 la spesa corrente al netto degli interessi è risultata in accelerazione rispetto all’anno precedente. Nel complesso, la situazione dei conti pubblici è comunque significativamente migliorata rispetto a inizio legislatura. Occorrerà ora intervenire sulle spese, a partire dal rinnovo del contratto del pubblico impiego.

L’EFFETTO VISCO


L’indebitamento netto rispetto al Pil è sceso nel 2007 all’1,9 per cento. È il dato più basso da 10 anni a questa parte, meno della metà del deficit del 2005 (4,2 per cento). (1) I conti pubblici sono indubbiamente migliorati in questa, pur breve, legislatura.
Il risanamento è però avvenuto quasi interamente sul lato delle entrate. La pressione fiscale sul Pil ha raggiunto il 43,3 per cento del Pil, il dato più alto dal 1997, l’anno dell’Eurotassa. Il Ministero del Tesoro ha ieri contestato il dato sulla pressione fiscale. Oltre a non condividere nel merito le contestazioni, riteniamo istituzionalmente doveroso fare riferimento alle cifre ufficiali Istat. Le entrate rispetto al 2005 sono aumentate di quasi cento miliardi. Si tratta di una cifra immensa. Parte dell’aumento è fisiologicamente legato alla crescita del prodotto interno lordo, che nel 2006-7 è cresciuto in media dell’1,7 per cento contro uno 0,3 per cento nel quinquennio precedente. Ma la crescita delle entrate tributarie è stata nettamente superiore a quella del Pil nominale: le imposte dirette, in particolare, sono aumentate nel 2007 del 9 per cento, il doppio della crescita del Pil nominale. (2)
Vi è stato sicuramente un forte recupero di evasione fiscale. Le cifre ufficiali parlano di 11 miliardi nel 2006 e altri 7 miliardi nel 2007. Potrebbe trattarsi addirittura di una stima per difetto del recupero di base imponibile. Certifica un indubbio successo, il cui merito va attribuito principalmente al viceministro Visco.

LE SPESE

Dal punto di vista della spesa pubblica le notizie sono meno buone. Nel 2007 il totale delle uscite correnti è cresciuto del 4,5 per cento. Tenendo conto che il deflatore del Pil, un indicatore medio di aumento dei prezzi delle diverse componenti del prodotto, è cresciuto del 2,3 per cento, abbiamo avuto una crescita reale della spesa corrente di più del 2 per cento.
Bisogna però tenere conto che il 2007 è stato un anno particolarmente difficile per gli interessi sul debito, che sono cresciuti del 5,5 per cento. Gli interessi sul debito non sono sotto controllo diretto del ministero, anche se contribuiscono in modo significativo alla spesa corrente. Al netto degli interessi, la spesa corrente è cresciuta in termini reali attorno all’1,3 per cento. Questo dato, tuttavia, sconta lo slittamento al 2008 di alcune spese decise a settembre 2007 e la riduzione dei contributi alla Unione Europea (circa 2 miliardi). Sorprende, inoltre, notare che la spesa corrente al netto degli interessi è comunque in accelerazione, in termini nominali, rispetto al 2006.
L’andamento delle spese in conto capitale è stato addirittura negativo, ma la sua spiegazione è legata alla riclassificazione contabile dei rimborsi Iva sulla auto, come indicato dal comunicato Istat. Le spese in conto capitale avevano toccato nel 2006 il livello record del 6 per cento del Pil.
Complessivamente, i risultati dal lato della spesa corrente sono modesti ed è impossibile parlare di inversione di tendenza rispetto alla dinamica degli ultimi dieci anni.

UN BILANCIO CHE GUARDA IN AVANTI
Rispetto alla situazione del 2006, il governo Prodi ha dunque avviato una significativa opera di risanamento dei nostri conti pubblici. Si è trattato di un risanamento condotto quasi interamente sul lato delle entrate, frutto di una scelta politica sancita dalla prima legge Finanziaria dell’esecutivo uscente.
Tenendo conto del ciclo economico favorevole, si poteva sicuramente fare di più. Bene ricordare che il governo uscente ha deliberatamente scelto di spendere almeno 12 miliardi di euro in due decreti straordinari a giugno e settembre 2007, senza i quali il nostro indebitamento sarebbe sceso attorno a un punto di Pil.
Il nostro paese ha un impegno inderogabile a riportare il bilancio in pareggio entro il 2011. Sarebbe stato meglio avvicinarsi a quell’obiettivo al più presto per poi varare in forma continuativa, e non con misure una tantum come quelle decise nell’autunno scorso, provvedimenti a sostegno delle famiglie più povere. È con un bilancio in pareggio che si possono anche avere maggiori margini per quelle politiche anticicliche che oggi in molti invocano di fronte al peggioramento della congiuntura.
Per raggiungere il bilancio in pareggio entro il 2011 occorrerà nei prossimi quattro anni un aggiustamento strutturale di circa mezzo punto di Pil all’anno. Se si vuole che avvenga in un quadro di riduzione della pressione fiscale, l’onere dell’aggiustamento ricadrà solo sulla spesa e sarà ancora più ingente. Negli ultimi anni gli stipendi dei dipendenti pubblici sono aumentati in Italia del doppio rispetto ai dipendenti privati, mentre in tutti gli altri paesi dell’Unione sono stati in linea con l’andamento delle retribuzioni medie. Bene che ci sia sin d’ora un chiaro impegno bipartisan a porre rimedio all’anomalia nel prossimo rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Senza questo impegno, ogni promessa di riduzione della pressione fiscale non è credibile.

Scusa Maria...


"Però scusa Maria, io volevo dire una cosa prima di fare la sfida di
canto, a Jonathan e a Kevin, che l'altro pomeriggio stavamo provando e
hanno fatto delle battute, cioè, secondo me veramente stupide sulla
sessualità di una persona, sulla mia sessualità, la tua, cioè... Per me
non significa niente, bò, non vuol dire niente, qui siamo qui per ballare,
per far vedere quello che abbiamo dentro, per far sentire come cantiamo,
come balliamo, come recitiamo. E guarda, l'esempio è stato l'anno scorso
con Agata che veramente era un angelo, io mi sono emozionato quando
ballava e tutta la menata del del collo del piede grande, cioè, secondo me
non non deve contare, conta come quello che dai, conta come balli. Secondo
me è assurdo, come parlare della sessualità di una persona, cioè, non deve
interessare, a parte che a me piace molto il cazzo...."

mercoledì 5 marzo 2008

Grafico storico - Prezzo del petrolio.


grazie a questo blog

martedì 4 marzo 2008

Ipse dixit



"E' sbagliato provare fastidio per la Binetti. Lei non è un retaggio clericale d´altri tempi, al contrario, con il suo cilicio e l'Opus Dei, è una figura modernissima, perciò è normale che stia nel Pd"

(Gad Lerner su Repubblica)

Avrà bevuto troppo....

Quo Vaduz


Marco Travaglio

Fuori la lista, fuori i nomi! Un coro (quasi) unanime si leva dai palazzi della politica, dove l’autostima è talmente bassa e la coda di paglia è talmente lunga da dare per scontato che la lista dei 150 evasori italiani nel Liechtenstein sia piena di politici. Naturalmente questo improvviso afflato di trasparenza e pulizia (Tweed Berty invoca addirittura il “pubblico ludibrio”) durerà finché la lista resterà segreta. Quando sarà pubblica, esattamente come accadde nel 1981 con quella dei piduisti tenuta in cassaforte per mesi da Forlani, sarà tutto un fiorire di distinguo, alibi, bizantinismi e arrampicate sugli specchi per dire che insomma, non si possono gettare in pasto al popolino tanti benemeriti del made in Italy, che in fondo Liechtenstein o Italia pari sono, che c’è anche un’evasione di necessità, che dalle troppe tasse bisogna pur difendersi, che si fa un uso politico-elettorale del fisco, che c’è un complotto a orologeria del Liechtenstein con la Merkel.

L’evasione è come la corruzione: è una brutta bestia solo finché non salta fuori il nome del primo evasore, dopodiché c’è sempre una scusa buona per tutti. Negli intervalli tra un governo Berlusconi e l’altro, quando non si fanno condoni e l’evasione viene combattuta anziché premiata, nomi di evasori ne saltan sempre fuori. Nella legislatura dell’Ulivo beccarono Tomba e Pavarotti. In quella dall’Unione han beccato Valentino Rossi, Cipollini, Del Vecchio, la Muti. E’ successo qualcosa? Gli evasori hanno subìto una sanzione sociale? Assolutamente no, tutto il contrario. Valentino Rossi non ha perduto nemmeno uno sponsor, anzi ha dedicato uno spot alle sue disavventure col fisco, riuscendo persino a lucrarci sopra. Berlusconi, titolare di aziende che corrompevano la Guardia di finanza per coprire le loro magagne anche fiscali, è sotto processo a Milano per i fondi neri di Mediaset, cioè per un presunto giro di acquisti fittizi di film dalle major americane che servivano a gonfiare i costi, a drogare le perdite e a pagare meno tasse, addirittura mentre Mediaset veniva quotata in Borsa: infatti i reati vanno dalla frode fiscale all’appropriazione indebita al falso in bilancio.

C’è bisogno di una lista?
Il suo braccio destro Cesare Previti dichiarò in tribunale che i miliardi che Fininvest gli versava in Svizzera non erano tangenti per comprare sentenze, ma parcelle in nero “per paura del fisco”. C’è bisogno di una lista? Il suo braccio sinistro Marcello Dell’Utri si metteva in tasca gli assegni con i fondi neri di Publitalia per pagare, ovviamente in nero, i lavori di ristrutturazione della sua villa e patteggiò in Cassazione 2 anni e 3 mesi per frode fiscale e false fatture: fu subito premiato con un seggio sicuro nel 1996, nel 2001 e nel 2006. C’è bisogno di una lista? Nel 1998 Alfredo Biondi ha patteggiato 2 mesi di reclusione (convertiti in multa) perché per quattro anni, anche quand’era ministro della Giustizia, “avendo effettuato prestazioni in qualità di avvocato, annotava i relativi corrispettivi nelle scritture contabili obbligatorie ai fini delle imposte sui redditi e dell’Iva in misura diversa da quella reale”. Mai che sbagliasse per eccesso: nel 1991 “dimenticava” 329 milioni, oltre 123 nel ’92, 262 nel ’93 e 207 nel 1994. Naturalmente è ancora in Parlamento anche lui. Ieri il Corriere ricordava le strane “fondazioni” in Svizzera dell’ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia. E, quanto a Vaduz, la fondazione “Arano” di Craxi e la Julian Stiftung di Gianni Agnelli che vi gestiva il pacchetto di maggioranza dell’accomandita Ifi-Fiat. Indagando sulle scalate del 2005 alla Bnl, all’Antonveneta e alla Rc, le Procure di Milano e Roma hanno scoperto quasi 1 miliardo di euro nascosti nei paradisi fiscali dai furbetti del quartierino Ricucci, Fiorani, Coppola, Consorte, Sacchetti, per non parlare della stangata che il fisco ha rifilato a Gnutti: tutta gente che godeva della fiducia, anche telefonica, dello sgovernatore Fazio e dei vertici di FI, Lega e Ds. Il gip Forleo ha già sequestrato centinaia di quei milioni che saranno usati per finanziare la giustizia e per costruire nuovi asili, dunque verrà presto punita dal Csm perché, notoriamente, è pazza.

Visto che evadere il fisco fa curriculum per la carriera politica e finanziaria, è inutile perder tempo in discussioni.
Facciamo così: trasformiamo la lista del Liechtenstein in una bella lista elettorale, chiamiamola “Tasse no grazie” o “No fisco”, come simbolo una mazzetta nera e un colletto bianco. Capace che faccia pure il quorum. Naturalmente corre da sola. Anzi, scappa.

Consigli per gli acquisti

IL PAPA OSCURANTISTA
CONTRO LE DONNE, CONTRO LA SCIENZA


E' l'inequivocabile titolo del quaderno speciale di MicroMega, che sarà in edicola da venerdì 29 febbraio. Il volume è composto da due parti. La prima risponde con puntualità scientifica e con indignata moralità alla crociata oscurantista che vuole criminalizzare la libertà delle donne e portare diritti civili e laicità indietro di mezzo secolo. Il volume è aperto dall'appello lanciato lo scorso 14 febbraio da 13 autorevolissime donne (Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Cristina Comencini, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Rossana Rossanda ed Elisabetta Visalberghi) e che on-line (www.firmiamo.it/liberadonna) ha già ottenuto oltre 40 mila firme. Una delle proposte dell'appello – l'abolizione dell'obiezione di coscienza sull'aborto - è ripresa da un articolo di Carlo Flamigni, che propone che i reparti di ginecologia non assumano più medici obiettori. Il neonatologo del Meyer di Firenze, Gianpaolo Donzelli, spiega perché le cure intensive sui nati molto prematuri siano nella stragrande maggioranza dei casi accanimento terapeutico. E poi interventi di don Enzo Mazzi (che condanna il ritorno del sacro come fonte primaria di violenza), Carlo Alberto Redi (che descrive i paradossi di una Chiesa che “difende la vita” solo a parole), Bruno Brambati (che spiega perché una riproduzione libera e responsabile non c'entra niente con l'eugenetica), Valeria Parrella (che, sulla scorta di un'esperienza diretta, riflette sulle recenti polemiche sulla rianimazione dei nati ultraprematuri).
La seconda parte del volume riporta tutti, ma proprio tutti, i materiali del noto caso Ratzinger/Sapienza: una cinquantina di editoriali e commenti delle principali testate, le lettere che hanno dato il via alle polemiche, i discorsi del papa, di Veltroni e di Mussi per l'inaugurazione dell'anno accademico. Il tutto inquadrato in una dettagliatissima cronologia dei fatti e con un commento inedito di Luca e Francesco Cavalli Sforza, che sottolineano la piena legittimità della protesta dei 67 professori di fisica.

lunedì 3 marzo 2008

Corto Circuito



Marco Travaglio

Giuliano Ferrara ha tanto carattere
da non andare mai in riserva. Ignora la gran parte del genere umano, ma ama indistintamente tutti gli embrioni che ne costituiscono l’ampia radice. Elogia la guerra a Oriente e a Sud del nostro Occidente. Non si lascia commuovere dalle vittime collaterali dei bombardamenti che di solito muoiono al centro dei bombardamenti. Ma è capace di singhiozzare in memoria delle blastocisti disperse. E’ contrario all’aborto. Ci farà una intera campagna elettorale, maneggiandolo in esclusiva come se il resto del mondo si divertisse a praticarlo.

Giuliano Ferrara ha un suo labirinto psicologico che un recente corto circuito ha reso materno verso i bambini non nati, pur mantenendolo indifferente a quelli veri e qualche volta addirittura ostile ai corpi delle donne adulte che contribuiscono più di lui a fabbricarli. E’ una ostilità che condivide con altri naufraghi del semplice volersi bene, amare, toccarsi, godere, fronteggiare il dolore della vita, talvolta procrearla, che sono altrettanti maschi adulti e illibati come il cardinale Tarcisio Bertone o sua Eminenza Camillo Ruini. I quali hanno saputo abituarsi allo scandalo della fame nel mondo, ma non al corpo nudo di una donna. Che di solito intravedono persino al cinema, magari intrecciato alla geometria non altrettanto impura di un corpo maschile che suda, come quello di Nanni Moretti, che arranca, che soffia, che si aggrappa, mentre risuonano tutte la campane dell’immaginazione, ai poveri capezzoli di Isabella Ferrari. Senza neppure supporre che sia proprio quella (anche in una circostanza così comica) la più promettente musica della vita. La quale chiede accoglienza e consapevolezza. E non il rigore chimico di una antica religione fondata sulla vendetta prima che sul perdono, tramandata nel sangue. Da maschi adatti a lapidare donne, innalzare primogeniti, vincere elezioni.
(Vanity Fair)

Andrea's Version

Andrea Marcenaro

Grande Daniela Santanchè. Grande combattente, grande coraggiosa, grande quando conciona, quando dice le parolacce, quando s’infuria per le donne, quando non le liscia per il verso del pelo, quando non si vergogna dei suoi tacchi alti, del lifting, delle calze a rete, quando insiste a frequentare la camerata Ferrari nonostante il suocero che si ritrova, grande Santanchè praticamente sempre. Quando difende la sua destra, quando promette nel nome della destra, quando s’infiamma nel nominare la destra, quando prevede un futuro per la destra, si espone da destra, si bea completamente della destra e soprattutto quando, parlando come donna di destra, giura di non averla mai data per far carriera. Quantunque, almeno quella, si supppone che ce l’abbia al centro.
(Il Foglio)

domenica 2 marzo 2008

L'Elefantino in fuga

Paolo Flores d’Arcais per “l’Unità”



Giuliano Ferrara va ripetendo in tutte le salse e in tutti i luoghi che sull’aborto «i progressisti non accettano il confronto».
La mendace affermazione campeggia ormai da giorni in apertura del sito del Foglio. Eppure è vero esattamente il contrario.

È Giuliano Ferrara che si sottrae al confronto, proprio con quelle posizioni che giudica di estremismo libertario, posizioni che rivendicano l’autonomia della donna nella decisione sulla propria gravidanza (autos-nomos: darsi da sé la legge, ciò che Giuliano sulla questione aborto considera un abominio) e che dunque, a suo dire, non avrebbero argomenti razionali ma solo pregiudizi e furori ideologici.

Questi argomenti, invece, dettagliati sotto ogni profilo, clinico-scientifico, giuridico, etico, umano-esistenziale, costituiscono il cuore del numero speciale di MicroMega dedicato a «Il Papa oscurantista: contro le donne, contro la scienza» in edicola da oggi. Invitiamo perciò qui pubblicamente Giuliano Ferrara (o se preferisce, visto i toni bellicosi della sua crociata, «lo sfidiamo») ad accettarlo davvero quel confronto razionale, per argomenti, che invece paventa e il cui timore, secondo il ben noto meccanismo psicoanalitico della proiezione, attribuisce all’opinione avversa.
Lo invitiamo (o sfidiamo) a un confronto pubblico in un teatro o in una tv, quando e dove vorrà, secondo regole che assicurino perfetta simmetria ai contendenti nella possibilità di proporre razionalità di argomenti, e non il prevalere prevaricatorio della sonorità delle corde vocali (come accade in troppi talk show).


Siamo certi che Giuliano Ferrara non accetterà. Ma - poiché vogliamo restare tetragoni nel nostro pregiudizio che anche le posizioni più aberranti siano in buonafede - preferiamo dire che siamo quasi certi che non accetterà. Vogliamo sperare di sbagliarci, insomma, e che Giuliano non si vorrà sottrarre a un confronto dove non basterà urlare dogmi (l’embrione è una persona umana fin dal momento del concepimento) che fanno a pugni con ogni nozione scientifica, giuridica, etica, esistenziale: umana, insomma. E che, se fossero veri, porterebbero alla inevitabile e mostruosa conclusione che l’aborto, sulla base delle cifre che lo stesso Ferrara sbraita in continuazione, è perfino più grave dell’Olocausto, e che dunque chiunque partecipi di un aborto, anche al primo giorno di gravidanza, donna o chirurgo o infermiere, moralmente parlando è come le SS o i Kapò che gettavano bambini ebrei nei forni crematori.

Ferrara va infatti sproloquiando che lui non accusa le donne che abortiscono di essere delle assassine e non vuole abrogare la 194 e reintrodurre sanzioni penali. Ma rifiuta poi il confronto (e attribuisce la paura di una pubblica controversia ai sostenitori della libertà della donna) proprio perché sa che in un dialogo, argomento contro argomento, la smaccata contraddizione della sua crociata diventerebbe evidente coram populo.
Se l’embrione e il feto sono esseri umani a tutti gli effetti, la loro soppressione è omicidio eccome, e donne e medici sono assassini eccome, e anzi si tratta di omicidio premeditato, e poiché le cifre di Ferrara hanno il milione per unità di misura, si tratta proprio di Olocausto, e dunque la depenalizzazione introdotta dalla 194 è un crimine, perché Olocausto è crimine da tribunale di Norimberga, è crimine contro l’umanità, imprescrittibile, altro che depenalizzabile.

Insomma, Giuliano Ferrara lancia il sasso, anzi il macigno, ma poi nasconde la mano. Descrive l’aborto come un genocidio ma poi giura di non voler criminalizzare le donne. Gioca a fare il De Maistre in versione catodica post-moderna. Se pensa di avere anche argomenti, e non solo incontenibili pulsioni di furore reazionario, aspettiamo che ci dica dove e quando. Chi ha davvero argomenti non ha paura di un confronto pubblico «ad armi pari».

Ipse Dixit


"E' inutile che mi suggerisci, sarò vecchio ma non sono ancora rincoglionito".

(Silvio Berlusconi in un comizio elettorale a Torino rivolgendosi a un collaboratore che in una pausa gli suggeriva un punto del programma elettorale)




P.S.
E' giusto che ce lo ricordi ogni tanto, si potrebbe equivocare....