di Gianni Barbacetto
Silvio Berlusconi ha da tempo superato Gianfranco Fini in fascismo. Aveva già detto che Mussolini non era poi tanto male e che gli oppositori mandati al confino durante il Ventennio stavano come al club Mediterranee. Adesso elogia italo Balbo, dicendo che in Libia ha fatto cose egregie. Ma Italo Balbo è uno squadrista della prima ora, grande manganellatore, eccelso organizzatore di squadracce, autore dell'appello a "rompere i crani" degli oppositori durante le elezioni del 1924, mandante dell'omicidio di un prete antifascista come don Minzoni e infine governatore della Libia, dove instaurò il regime coloniale e una specie di aparthaid per i libici.
Berlusconi – "fascista naturale" (la definizione è di Michele Serra) e postideologico, ma generoso di riconoscimenti al fascismo e ai fascisti – rompe per la prima volta l'equilibrio costituzionale nato dalla Resistenza. È del tutto estraneo all'unità antifascista che ha fondato la Repubblica. Si trova bene in compagnia di Gianni Alemanno (il fascismo non è il male assoluto, male sono le sole leggi razziali) e di Ignazio La Russa (che rende onore ai caduti di Salò, cioè ai collaborazionisti del nazismo). Questo è il governo che c'è oggi in Italia: un "fascista naturale" a capo di una compagnia di anti-antifascisti o almeno a-antifascisti (Forza Italia) e di eredi del fascismo mai del tutto pentiti (An), con contorno di intolleranti sempre sull'orlo di una crisi di razzismo e xenofobia (Lega). È l'ennesima anomalia italiana: in Francia il capo della destra è anche il capo della Resistenza (De Gaulle), è colui che tiene fuori i fascisti di Le Pen dalla destra di governo (Chirac). Da noi invece non è ancora passata neppure l'elementare distinzione tra amici della libertà e alleati del nazismo (che in tutto il mondo sono giustamente tenuti fuori dalla politica). Astratte questioni storiche? No, scelte che incidono sulla realtà: per un governo così, la Costituzione repubblicana è il libretto delle istruzioni di un elettrodomestico che si può cambiare, stravolgere, buttare.
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
3 settimane fa
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