Andrea Marcenaro
Se dopo la batosta si comincia a riflettere sul serio, allora vuole dire che si può tornare sulla buona strada. E la sinistra, uscita a pezzi dallo scontro elettorale, sta dolorosamente incominciando a farlo. Si nota, che è così, da molti segnali, alcuni dei quali, per aggredire il presente e il futuro in maniera più moderna, più radicata, rivelano l’intenzione di analizzare come si conviene il passato. La polemica nemmeno troppo velata di Nichi Vendola con le posizioni di chi proviene da Democrazia Proletaria è stato uno di questi segnali.
Altri buoni segnali, rivelatori, sono vissuti negli accenni senza sconti ai punti di vista di Bufalini, o agli espliciti richiami riguardo alle differenze, tuttora ben vive, tra chi si collocò a suo tempo vicino al modo di intendere proprio di Achille Occhetto e chi appoggiò con ferma convinzione la mozione Cossutta-Ingrao. L’indizio maggiormente significativo di volere procedere spediti verso il domani è arrivato con l’intenzione dichiarata di dover affrontare a viso aperto “il superamento delle divisioni del 1921”.
Alla buon’ora, poi resterebbe soltanto quella brutta polemica tra Mario e Silla.
(Il Foglio)
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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