A proposito del testamento biologico c'è chi cerca di ammantare con la logica(?) posizione semplicemente clericali.
di Benedetto Ippolito
Se […] posso fare tutto di me, perché non ammettere che io possa decidere anche sul mio essere, sulla mia vita e sulla mia morte? Se è legittimo scegliere tutto di se stessi, della propria vita e di quella altrui, perché non pensare di rendere assoluta questa libertà fino a decidere su tutto quanto riguarda l’esistenza umana? […] Ma su quale base posso pretendere di essere così tanto libero, se non ho deciso io di venire al mondo ma mi ci sono trovato, e se non sono io l’autore della mia vita e della mia morte ma tutto questo mi è accaduto? La
mia libertà potrebbe essere tale da stabilire un arbitrio completo su quello che sono, cioè una decisione di vita e di morte sulla mia persona, se io fossi autore di me stesso e della mia esistenza. Ma non è così. Ed è esattamente questa l’assurdità del testamento biologico rispetto ad ogni altro testamento legale e ad ogni altra libera scelta. Esso pretende di far valere decisioni ultime su cose di cui la persona non dispone, non essendo nessuno creatore di se stesso.
(Il Foglio)
Benedetto Ippolito per dimostrare a se stesso che invece lui può tranquillamente essere l'autore della propria morte non ha che da buttarsi sotto un treno.
Chi non si accontenta della mia battuta può andare qui.
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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