Nel Popolo della libertà, circa i temi eticamente sensibili, si è formato un gruppo di lavoro composto da Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella, Mara Carfagna, Barbara Saltamartini e Alfredo Mantovano. Questo gruppo ha tenuto una conferenza stampa che ho riascoltato più volte.
L’esistenza di una pluralità di opinioni «etiche» in una stessa parte politica, in sostanza, è stata denigrata, e con essa quella libertà di coscienza che il liberista Silvio Berlusconi ha tuttavia sempre avallato. Liquidando eventuali «scarti di coscienza individuale», il gruppo ha parlato di «visione antropologica condivisa» e quindi di soluzioni, le loro, che «valgono per tutti gli aderenti al Pdl».
Ecco, vorrei sapere su quali fonti si basi la loro valutazione: chi ci assicura, ossia, che l’elettorato del Pdl la pensi come loro a proposito per esempio della contraccezione («promuove una cultura dell’aborto») o del testamento biologico («il nome gentile dell’eutanasia»).
L’opinione degli elettori su certi temi sociali ed economici è arcinota, ed è fondata su fonti plurime, non ultimi studi e sondaggi. Non vorrei che sui temi eticamente sensibili, mi permetto, il gruppo di lavoro volesse orientare l’elettorato anziché recepirlo: aver parlato con due o tre associazioni non è sufficiente. Scusate, ma la questione non è di poco conto.
(Il Giornale, 21 marzo)
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