di Felice Mill Colorni
Non è vero che la Rai sia infeudata al Vaticano. È una menzogna anticlericale che si sia fatta megafono della gerarchia cattolica, che faccia parlare solo i cattolici più ortodossi togliendo la parola a tutti gli altri. Nello scorso fine settimana la Rai ha preso il coraggio a quattro mani e, anche per smentire i diffamatori, ha attribuito ben due ore di trasmissione, e sulla rete 1, la rete “ammiraglia”, a un eretico. Anzi, al principe degli eretici, all’eretico più nocivo nella storia del Papato e del cattolicesimo, all’eresiarca di maggiore e infausto successo nel sottrarre pecorelle ai vicari del padreterno per condannarle alla dannazione.
Nella notte fra sabato e domenica ha trasmesso il film (discretamente apologetico) “Luther. Genio, ribelle, liberatore” di Eric Till, uscito nel 2002. Peccato che, programmato incautamente in un orario troppo pericoloso, alle 00.50, il film sia più prudentemente slittato all’1.30 circa per terminare verso le 3.30. Ma questo succede abitualmente da decenni anche alle due uniche trasmissioni religiose non cattoliche, quella dei protestanti e quella degli ebrei, che vanno sempre in onda a tardissima notte a domeniche alterne.
Più grave e, suppongo, inedito che un film obiettivamente alquanto critico nei confronti del cattolicesimo, ma castissimo e contenente scene di violenza incomparabilmente meno rilevanti di quel che vi può ammirare in tv a ogni ora del giorno e della notte, fosse contrassegnato dal bollino rosso che distingue le trasmissioni adatte “solo a un pubblico adulto”: non era stato considerato neppure sufficiente, come se già non fosse bastato l’orario proibitivo, il bollino giallo che caratterizza le trasmissioni “da vedere con il supporto di adulti” e che è di solito riservato a film contenenti scene terrificanti di agghiacciante e sconvolgente violenza. Il bollino rosso invece contraddistingue l’erotismo soft ammesso a tarda notte, ben più perturbante di qualunque efferata violenza secondo i criteri della classe politica formata dagli ex colleghi di Cosimo Mele. Da ieri sappiamo che per la Rai e per questa “classe dirigente” anche Martin Lutero è equiparato, più o meno, alla pornografia.
(Micromega)
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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