Leggiamo dal Corriere della Sera.
«Da Viadana a Manduria: ecco i siti
dove potrebbero costruire le centrali»
L'esperto: «Serve un deposito per raccogliere l’eredità del vecchio nucleare e per le scorie future»
ROMA — «Se dovessi dare un parere sulla capacità dell'Italia di tornare al nucleare, sarebbe negativo. Solo per un motivo: l'assenza di un deposito nazionale per le scorie». È severo il giudizio dell’ingegner Raffaello De Felice, ultimo responsabile del settore «Impianti nucleari» dell'Enel alla fine degli anni '80, e consulente per le iniziative dell'Enel nella costruzione di impianti nucleari all'estero.
Le nuove centrali ora preannunciate dove potrebbero sorgere?
«Prima del referendum era stato fatto un gran lavoro per selezionare i siti del vecchio programma nucleare. Si erano indicate località come Leri Cavour e Alessandria (provincia) in Piemonte, Viadana e San Benedetto Po in Lombardia, Manduria e Nardò in Puglia. Si potrebbe cominciare col riverificarne i requisiti geologici, che allora apparivano idonei e che tali dovrebbero essere. Potrebbe essere cambiata la popolazione: una centrale nucleare ha bisogno di un’ampia zona di rispetto disabitata».
Perché punta l’accento sulla necessità del deposito?
«Il deposito è indispensabile sia per raccogliere l’eredità del vecchio nucleare, oggi sparsa in diversi siti, sia per mettere in sicurezza le scorie future. Non è possibile — e parlo a titolo personale — avviare un nuovo programma senza risolvere questo problema».
Come e dove dovrebbe essere realizzato il deposito?
«Non in profondità, come si voleva fare a Scanzano, dove ci fu la rivolta popolare, ma in superficie, dove costa molto meno. E non al Sud, ma al Centro-Nord, per facilitare il trasporto delle scorie».
Pare che il Governo abbia deciso di ripartire da quel vecchio studio idro-geologico per stabilire la possibile ubicazione delle nuove centrali nucleari. Bene, dove troverà in Itala, uno dei paesi europei con la più alta densità di popolazione, un'aerea sufficientemente vasta e disabitata non saprei. I Sindaci già protestano e io non mi sento tranquillo.
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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