Paolo VI, quando nel 1966 pubblicò l´enciclica Humanae vitae che condannava, tra l´altro, l´uso della pillola, non tenne conto del voto a maggioranza a favore della contraccezione espresso da una commissione cardinalizia da lui istituita. L´episodio viene ricordato, a sorpresa dall´Osservatore Romano, il giornale della S. Sede oggi in edicola, in un editoriale del direttore Giovanni Maria Vian dedicato al quarantesimo anniversario del documento che vide la luce il 25-7-1966.
Un testo, ricorda il giornale, «autentico segno di contraddizione per il suo insegnamento esigente e controcorrente», che suscitò contrasti anche tra i cattolici. E come prova Vian scrive che l´enciclica fu preceduta «dai lavori di una commissione pontificia per lo studio della popolazione, della famiglia e della natalità che nel 1966 concluse a maggioranza e non senza contrasti - e questo è molto meno noto - in favore della contraccezione nel quadro di una paternità responsabile».
Tuttavia, Paolo VI «non si sentì legato a queste conclusioni e per la sua decisione - nota ancora Vian - fu criticato e attaccato». L´Humanae vitae, comunque, per il giornale pontificio fu un testo «profetico, valido ancora oggi», apprezzato anche da Wojtyla e Ratzinger.
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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