di Marianna Rizzini
Perché andare al concerto di Bjork, domani sera?
Perché è una principessa dei ghiacci vestita da strega scanzonata.
Perché si trucca disegnandosi in faccia macchie avanguardiste.
Perché ama il buio ma cambia ogni giorno colore dei capelli.
Perché non ha paura di chiamare musica il fischio del vento (e cos’altro, se non il fischio del vento, riproducono gli archi striduli dei suoi dischi?).
Perché sa trasformare in armonia quello che all’inizio sembra un grido di dolore.
Perché ride con gli occhi e rende allegra l’idea di vivere lassù in Islanda.
Perché va in Cina e si fa bandire per aver urlato “Tibet libero”.
Perché è riuscita a dire in faccia al granitico regista Lars Von Trier: “Sei un dittatore”, e però poi ci ha fatto pace.
Perché ha amato a tal punto il marito video-artista da sopportare di recitare con lui in un terribile film sulle balene antropomorfe.
Perché sa stancarsi dei clamori del mondo e nascondersi nel bosco come un folletto per ascoltare quello che chiama “il rumore del ghiaccio che si assesta”.
Perché la sua musica è incantabile e imballabile e però, non si sa come, alla fine è molto più di un ballo o di un canto.
(Il Foglio)
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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