Il prossimo autunno si celebrerà la terza edizione della Festa del cinema di Roma, ideata e inaugurata nell'ottobre 2006 durante la direzione veltroniana.
Il neo sindaco Gianni Alemanno, eletto qualche settimana fa, ha dichiarato che vorrà cambiare il modello della festa per investire nel cinema e nella produzione audiovisiva italiana, lasciando in secondo piano la passerella di divi stranieri che in passato non ha lasciato il segno e ha solo contribuito a sperperare i finanziamenti; la "sua" festa del cinema sarà finalizzata a "preservare l'identità nazionale".
Le dichiarazioni fatte a riguardo sono state tante: per Alemanno infatti il discorso non si ferma al momento della Festa capitolina ma investe anche il problema delle risorse pubbliche. Il primo cittadino vuole rivalutare Cinecittà in modo che ritorni ad essere "un grande set", appetibile anche per i produttori stranieri. "Questo ci serve anche per valorizzare il nostro turismo... serve un interscambio culturale aperto, non solo noi che subiamo ma piuttosto che riusciamo a utilizzare in maniera creativa quello che viene dall'estero", ha affermato qualche giorno fa.
Dopo dichiarazioni di tale portata, si sono scatenate polemiche in tutto il mondo, soprattutto dei giornali inglesi e americani che non hanno visto di buon occhio questo pensiero "autarchico" di trascurare il cinema hollywoodiano.
Variety titola "Il nuovo sindaco mette in agitazione la comunità cinematografica internazionale", per Reuters la questione è semplice "Meno glamour, più cinema italiano", mentre il Times è decisamente più arrabbiato e dichiara "Il Duce di Roma congela le star americane. [...] Alemanno, un ex fascista, ha lanciato una campagna per promuovere i film nazionali, mettendo sulla lista nera divi hollywoodiani come Leonardo DiCaprio e Nicole Kidman".
E a rincarare la dose, suggestionato anche dalla campagna elettorale condotta da Walter Veltroni, che si faceva accompagnare ai comizi da diverse personalità del cinema, "per ordine di Alemanno le star hollywoodiane più celebri non saranno più invitate, primo fra tutti George Clooney", proclama il Sunday Times.
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Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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