una lettera interesantissima di Marco Cappato, eurodeputato radicale e segretario dell’associazione Coscioni al Foglio di Ferrara (il giornalista non la città)
Al direttore - Non si finisce mai di imparare, dal Foglio. Noi Radicali – quelli che “non ci riconoscete più” – credevamo che la “grande moratoria” fosse quella votata all’Onu sulla pena di morte, e che l’aborto avessimo iniziato a sconfiggerlo trent’anni fa, contro l’aborto selvaggio benedetto dal Vaticano. Credevamo, egocentrici come siamo, che la censura fosse per esempio quella che ci annienta e ci toglie perfino il nome. Impariamo invece, dal Foglio e dai suoi firmatari laici veri, che la (grande?) censura sarebbe quella contro il Papa, invitato a parlare alla Sapienza su – ma guarda un po’ – la pena di morte! Già, poverino il Papa, che non lo lasciano mai parlare. Ieri, l’ultima lezione. Credevamo che l’obiezione di coscienza consistesse nel rifiuto palese di una legge, assumendosene tutte le responsabilità anche penali, non il boicottaggio strisciante di una legge, facendone pagare le conseguenze agli altri. Credevamo cioè che l’obiezione nonviolenta fosse quella che fece passare qualche annetto in carcere ai Radicali Olivier Dupuis e Roberto Cicciomessere contro la leva militare obbligatoria. Impariamo invece dalle vostre pagine che la (grande?) obiezione di coscienza la farebbe il farmacista del turno di notte sbattendo la porta in faccia a una coppia che ha rotto il preservativo. Dunque, secondo il Foglio, la coscienza del farmacista dovrebbe consentirgli di imporre a una donna il rischio di una gravidanza mai voluta, e magari di un aborto. Se volete, chiamatela pure “libertà di coscienza”. Ma non stupitevi se non ci riconoscete più, perché noi la chiamiamo “imposizione di coscienza”, illegale e violenta. Ecco perché l’associazione Luca Coscioni ha deciso di pubblicare sul sito le istruzioni per difendersi, eventualmente ricorrendo anche alla denuncia, che non è un atto di teppismo, ma lo strumento previsto dalla legge per veder rispettati i propri diritti. Non ci riconoscete più, mi dispiace. Se non vi foste ultimamente un po’ distratti dalla guerra di civiltà per dedicarvi alle guerre nel nome del feticcio dell’embrione, credo non fatichereste a riconoscere quanto devastante può diventare l’arma dell’”imposizione di coscienza” se consegnata nelle mani di fondamentalisti di ogni credo. Sarebbero così più forti per prescrivere, dalla Mecca come dal Vaticano, di interrompere pubblici servizi, negare assistenza sanitaria in base ai rispettivi dogmi sul corpo, sulla donna, sull’alcol, sulla libertà. E, naturalmente, pretendere di farlo impunemente, nel nome della tolleranza laica, della nuova, sana (grande?) laicità che ci si vuole ora insegnare. Oppure non vi siete distratti, e avete scelto, come già Giovanni Paolo II, che il (grande?) nemico, insieme all’illuminismo, è il liberalismo, che va battuto in tutti i modi. E con qualsiasi alleato.
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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