di Filippo Facci
Mi chiedo se agli occhi di uno straccione morto di fame del Ghana, semisvenuto dopo sei giorni passati a stritolarsi su un barcone stipato come San Siro, la nostra distinzione tra immigrazione clandestina e diritto d’asilo non debba sembrare solo una delle astruse fighetterie occidentali di cui siamo capaci noi che abbiamo lo stomaco pieno.
La questione è serissima, non devo neanche dirlo, ma a considerare quei bastardi degli scafisti come dei potenziali Schindler io faccio una fatica d’inferno. Il che è niente rispetto allo sforzo deliziosamente occidentale di dover poi discernere tra diritto d’asilo, rifugiati, asilo politico, rifugiati politici e profughi, discutendo poi se dobbiamo rifarci alla Convenzione Onu del ’51, a quella di Addis Abeba del ’69, alla Dichiarazione di Cartagena dell’84, alla Convenzione di Roma del ’50 o a quella di Dublino del ’97. Questo mentre l’unica distinzione che pareva chiara, quella tra chi fugge per delitti politici e chi scappa per delitti comuni, non l’ha ancora capita nemmeno il Brasile che se la mena trattenendo l’assassino Cesare Battisti. C’è qualcosa di culturalmente razzista nell’immaginarsi una cernita come la seguente: i rifugiati si mettano di qua, i rifugiati politici di là, i profughi in lista d’attesa, quelli che hanno solo fame sorry, sono clandestini normali. A casa.
(incredibilmente su Il Giornale )
Però, sempre sul Giornale, sono anche divertenti i commenti a questo articolo.
Quello che non ha capito niente:
"Esatto. Un bel cartello sulla spiaggia di Lampedusa: Full-Pieno-Siamo abbastanza-Non abbiamo bisogno di manodopera e la delinquenza nostrana ci basta e avanza. "
Quello dalle maniere spicce:
"l'immigrazione clandestina é un'emergenza. L' emergenza si affronta con misure drastiche. La società multietnica mi interessa solo se porta valori non delinquenza e disagio civile.Adesso le chiacchere stanno a zero; bene fa chi si assume il peso di decisioni severe."
Quello che fa fatica:
"non so voi, ma io faccio sempre fatica a leggere gli articoli di Facci."
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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