di Marco Travaglio
Ci dissociamo preventivamente dalle polemiche che susciterà (se ne susciterà) la decisione di Odeon Tv di affidare a Licio Gelli un programma storico. Non si vede perchè il venerando e venerabile vecchietto non potrebbe dispensarci i suoi revisionismi, visto che fra l’altro è in ottima compagnia. Perché stava nella P2? Ci stavano anche il nostro premier, il suo capogruppo Cicchitto, gli ottimi Costanzo, Gervaso e Trecca (tutti conduttori di programmi in tv, ovviamente Mediaset). Perché è stato condannato per il crac Ambrosiano e i depistaggi sulle stragi? C’è chi, per molto peggio, siede in Parlamento (anche il senatore pregiudicato Ciarrapico è inseguito da anni dai creditori del fu Ambrosiano). E sono un po’ peggio di Gelli alcuni ospiti del suo programma prossimi venturi: tipo Andreotti o Dell’Utri. Oltretutto Gelli, diversamente dai nove decimi di quelli che infestano la nostra tv, è informato sui fatti. Tant’è che ieri ha elogiato Dell’Utri e la Gelmini (apprezza molto i grembiulini), attaccato le opposizioni che si oppongono e magnificato Al Tappone, “il solo che può proseguire il mio Piano di rinascita”. Piano che, tra parentesi, il Maestro nascondeva pudicamente nel doppiofondo della valigia della figlia, mentre ora l’Allievo lo annuncia (e lo peggiora) ogni giorno a reti unificate. Un solo appunto ci permettiamo di muovere al sor Licio. Il titolo del programma, “Venerabile Italia”, è loffio. Molto meglio “Gran maestro unico”. Più attuale.
(L'Unità)
Le foglie morte non sono
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Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ...
1 mese fa
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