Le ho detto tante volte che lei incarnava quello che il Pd avrebbe dovuto essere. Che il PD ha bisogno di gente come lei, e non viceversa. Abbiamo bisogno di donne e uomini come lei, come dell’aria cherespiriamo. Era da tempo che la Tinagli era in sofferenza, dall’America mi mandava lettere incredule, arrabbiate, perché non capiva la ragione per cui l’avessimo coinvolta. “Che ci sto a fare? Sono una che sta dove c’è bisogno, dove può dare il suo contributo di idee, questo faccio nella vita, faccio la studiosa, l’economista”.
Le chiedevo ogni volta di aspettare. Di avere pazienza. Fino a ieri, quando mi ha annunciato di avere mandato una lettera in cui si dimette dalla Direzione del PD. Non l’ho trattenuta. Ieri non avevo argomenti. Sarebbe troppo facile per me interrogarmi su un Partito che trattiene la Binetti e fa scappare la Tinagli.
Mi basterebbe un solo gesto di coraggio: che i miei amici del Pd ammettessero che oggi non c’è posto per Irene Tinagli, che ripassi più in là, oggi ci dobbiamo occupare di Villari, capirà.
(Paola Concia)
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